AMRI (ebraico ‛Omrī) \ebraico\; i Settanta ‛Αμβρί o ‛Αμβρεί; la Vulgata Amri; le iscrizioni assire Éumri o Humria)
Sesto re di Israele e fondatore della dinastia da lui denominata, che fu la terza di quel regno. Tenne il trono dall'anno 27° al 48° di Asa re di Giuda (cfr. III [I] Re, XVI, 15-16 e 29), cioè 11 anni e alcuni mesi, computati rotondamente secondo il noto sistema biblico per dodici anni (XVI, 23); l'epoca fu verso l'anno 900 a. C., e forse un venti anni prima.
Prima di salire al trono A. era generale dell'esercito di Ela, quarto re d'Israele, che fu ucciso da Zambri nella capitale Thersa, mentre A. dirigeva l'assedio che gli Israeliti avevano messo alla città filistea di Gebbethon. Giunta al campo la notizia della morte del re e dell'usurpazione di Zambri, gli assedianti non riconobbero il nuovo re, e nello stesso giorno proclamarono in sua vece Amri. Costui subito marciò con l'esercito contro la capitale per assediarla, ma dopo soli sette giorni di regno l'usurpatore Zambri si diè la morte tra le fiamme del palazzo reale da lui stesso incendiato (XVI, 9-20). Rimase però contro A. un altro competitore al trono, Thebni figlio di Gineth, che sembra avesse un forte seguito: tuttavia anche costui scomparve, e Amri rimase solo a regnare su tutto Israele (XVI, 21-22; cfr. per altre particolari tradizioni Giuseppe Flavio, Ant. Iud., VIII, 12, 5). Un provvedimento di primaria importanza prese Amri l'anno sesto del suo regno, trasportando la capitale da Thersa alla collina da lui appositamente comperata per due talenti d'argento, che dal nome del venditore fu chiamata Samaria (XVI, 24). L'antica capitale era meno adatta a sostenere un lungo assedio: mentre la collina, su cui Amri costruì la nuova città di Samaria, si prestava ottimamente a una strenua e salda resistenza, come più tardi dimostrarono i lunghi assedî sostenuti da Samaria contro i Siri e perfino contro gli Assiri. Questo provvedimento politico e militare mostra il carattere del regno di Amri, e lascia intravvedere un'ampia attività di tal genere, che però è passata sotto silenzio dalla breve relazione della Bibbia. Le sue imprese guerresche tuttavia non furono sempre coronate da buon successo. Da III (I) Re, XX, 34 sappiamo incidentalmente che Amri aveva dovuto cedere ai Siri - certamente in seguito a qualche sfortunata guerra - alcune città (fra cui probabilmente Ramoth Galaad, cfr. III [I] Re, XXII, 3) e permetter loro di costruire in Samaria stessa dei quartieri speciali per i commercianti siri. Tuttavia ciò dovette essere come un'eccezione spiacevole, giacché non solo la Bibbia stessa accenna fugacemente alla "sua prodezza" (III [I] Re, XVI, 27: testo ebraico), ma anche i documenti extra-biblici sono su questo punto meno avari di notizie. In primo luogo è da ricordare la celebre stele moabita di Meša (v.) (circa 850 a. C.), la quale ci informa di vittorie riportate da Amri sui Moabiti; ecco i rispettivi passi: "Amri fu re d'Israele ed oppresse Moab per molto tempo" (lett. "molti giorni"), linee 4-5; - "Amri occupò tutta (?) la regione di Mehedeba e (la sua gente) dimorò in essa durante i giorni di lui e metà dei giorni di suo figlio, cioè quaranta anni", linee 7-8. Mehedeba è la città di Medaba già disputata fra Moabiti ed Amorrei (Numeri, XXI, 30), assegnata poi agli Israeliti della tribù di Ruben (Giosuè, XIII, 9, 16) e a costoro nuovamente contrastata dagli Aramei (I Cronache, XIX, 7); riguardo all'alta signoria esercitata da Amri "durante i giorni di lui e metà dei giorni di suo figlio", cioè del re Achab d'Israele, se ne trova una conferma in IV (II) Re, III, 4. Inoltre, dalle iscrizioni assire abbiamo tracce della non comune rinomanza che Amri si era procurata anche in quelle regioni con le sue imprese guerresche; così nelle iscrizioni del palazzo di Binnirar o Rammannirar III il regno d' Israele è chiamato il paese di Amri (māt Éumri), e in quelle di Tiglat-pileser II e di Sargon il paese del casato di Amri (nāt bīt Éumri); anzi nell'obelisco nero di Salmanassar II (859-825 a. C.) e in un'altra iscrizione del suo palazzo troviamo l'espressione Jehu figlio di Amri (Ja-u-a abal Éumri) applicata a Jehu, decimo re d'Israele, che, invece di essere discendente di Amri, fu piuttosto usurpatore del trono e distruttore della dinastia di Amri; ma naturalmente in questa espressione Amri è conosciuto solo come fondatore di Samaria e della prima dinastia che regnò ivi. Sotto l'aspetto religioso-iahvistico la Bibbia dà su Amri un giudizio assai severo (III [I] Re, XVI, 25-26; cfr. Michea, VI, 16). Fu sepolto nella città da lui fondata, ed ebbe per successore il figlio Achab.