amplificatore
amplificatóre [s.m. e agg. (f. -trice) Der. del lat. amplificator -oris, da amplificare "rendere più ampio, aumentare", comp. di amplus "ampio" e facere "fare"] [FTC] Dispositivo che amplifica, secondo un rapporto noto (amplificazione), il valore di una data grandezza fisica; a seconda della natura di quest'ultima, si hanno a. elettrici, meccanici, ottici, ecc. ◆ [OTT] A. di brillanza, di flusso, di radianza: altre denomin. degli a. ottici (v. oltre). ◆ [ELT] A. elettrico: quello nel quale la grandezza da amplificare è una grandezza elettrica, quale una tensione (a. di tensione), l'intensità di una corrente elettrica (a. di corrente) o la potenza di una corrente (a. di potenza): v. amplificazione di segnali elettrici; si hanno per essi numerose qualificazioni, alcune delle quali sono ricordate qui di seguito, in rapporto a caratteristiche particolari, in genere di tipo realizzativo. Le caratteristiche generali più importanti sono, oltre al già citato tipo della grandezza (per cui si distinguono a. di tensione, di corrente, di potenza), l'amplificazione (il rapporto tra il valore d'uscita e quello d'entrata) e la risposta (in genere espressa dalla curva di risposta, diagramma dell'amplificazione in funzione della frequenza della grandezza d'entrata). ◆ [ELT] A. elettrico a base comune: v. amplificazione di segnali elettrici: I 118 e. ◆ [ELT] A. elettrico a basse correnti d'ingresso: v. amplificazione di segnali elettrici: I 122 e. ◆ [ELT] A. elettrico a basso rumore: v. amplificazione di segnali elettrici: I 121 b. ◆ [ELT] A. elettrico a chopper: v. amplificazione di segnali elettrici: I 122 e. ◆ [ELT] A. elettrico a collettore comune: v. amplificazione di segnali elettrici: I 118 c. ◆ [ELT] A. elettrico a coppia bilanciata: v. amplificazione di segnali elettrici: I 119 e. ◆ [ELT] A. elettrico a differenza: v. amplificazione di segnali elettrici: I 120 e. ◆ [ELT] A. elettrico a emettitore comune: v. amplificazione di segnali elettrici: I 118 e. ◆ [ELT] A. elettrico a foce comune: v. amplificazione di segnali elettrici: I 118 c. ◆ [ELT] A. elettrico a isolamento: v. amplificazione di segnali elettrici: I 122 c. ◆ [ELT] A. elettrico a larga banda: v. amplificazione di segnali elettrici: I 121 b. ◆ [ELT] A. elettrico antilogaritmico: v. circuiti non lineari: I 623 b. ◆ [ELT] A. elettrico a più elementi attivi: v. amplificazione di segnali elettrici: I 119 d sgg. ◆ [ELT] A. elettrico a ponte di varactor: v. amplificazione di segnali elettrici: I 122 e. ◆ [ELT] A. elettrico a trans-impedenza: v. amplificazione di segnali elettrici: I 120 e. ◆ [ELT] A. elettrico a un solo elemento attivo: v. amplificazione di segnali elettrici: I 117 f sgg. ◆ [ELT] A. elettrico cascode: v. amplificazione di segnali elettrici: I 119 d. ◆ [ELT] A. elettrico con griglia a massa: v. tubi termoelettronici a vuoto: VI 356 b. ◆ [ELT] A. elettrico di potenza: v. amplificazione di segnali elettrici: I 122 f. ◆ [ELT] A. elettrico di zero a elevata precisione: v. amplificazione di segnali elettrici: I 122 d. ◆ [ELT] A. elettrico finale, o di potenza: v. amplificazione di segnali elettrici: I 122 e. ◆ [ELT] A. elettrico invertente e non invertente: v. amplificazione di segnali elettrici: I 120 e. ◆ [ELT] A. elettrico lock-in: v. amplificazione di segnali elettrici: I 121 e. ◆ [ELT] A. elettrico logaritmico: v. circuiti non lineari: I 622 e. ◆ [ELT] A. elettrico magnetico: v. amplificazione di segnali elettrici: I 123 c. ◆ [ELT] A. elettrico operazionale: v. amplificazione di segnali elettrici: I 120 b. ◆ [ELT] A. elettrico parametrico: v. amplificazione di segnali elettrici: I 124 b. ◆ [ELT] A. elettrico per microonde: v. amplificazione di segnali elettrici: I 124 a. ◆ [ELT] A. elettrico per segnali: v. amplificazione di segnali elettrici: I 120 d. ◆ [ELT] A. elettrico per strumentazione: v. amplificazione di segnali elettrici: I 120 e. ◆ [ELT] [FTC] A. elettrico rotante: denomin. di a. per corrente continua con grande potenza d'uscita (anche centinaia di kW) e grandi amplificazioni (anche 50 dB), difficilmente raggiungibili con altri tipi di a. e per tale motivo usati in grandi applicazioni tecniche. Sono costituiti da speciali macchine dinamoelettriche: due dinamo a eccitazione separata riunite in modo che la corrente d'ingresso alimenta un induttore, il cui indotto alimenta il secondo induttore, la corrente d'uscita venendo ricavata dal secondo indotto (macchine dette magnavolt, rapidina, ecc.), oppure (amplidina) una speciale metadinamo (←), oppure, infine (a. rototrol, ecc.), una dinamo autoeccitata provvista di un circuito di eccitazione supplementare nel quale viene inviata la corrente d'entrata. ◆ [ACS] A. elettroacustico: a. elettrico particolarmente destinato ad amplificare segnali elettroacustici, come tale facente parte di un sistema di amplificazione e diffusione sonora: v. suono: V 705 e sgg. ◆ [FTC] [MCC] A. elettromeccanici: a. meccanici nei quali lo spostamento d'entrata è convertito, mediante un trasduttore meccanoelettrico (uno schermo applicato a una fotocellula, un condensatore con armatura mobile, un induttore con nucleo mobile, ecc.), in un segnale elettrico, che viene amplificato al livello voluto e poi riconvertito, mediante un trasduttore elettromeccanico (un elettromagnete con ancora mobile, un motore elettrico opportunamente equipaggiato, ecc.), in uno spostamento simile a quello d'entrata ma più ampio e con maggiore potenza. Trovano applicazione, oltre che in servomeccanismi, anche in alcuni strumenti di misurazione. ◆ [MCC] [MCF] A. fluidodinamici, o fluidici: a. meccanici caratterizzati da una notevole amplificazione dinamica, nei quali quest'ultima si ha a spese dell'energia meccanica di un fluido, di regola un olio (a. a liquido o idraulici) ma talora un aeriforme (a. a gas o pneumatici). Se ne hanno di tre tipi fondamentali. Nel primo, detto a. a ugello (fig. 1), il fluido sgorga da un ugello davanti a uno schermo mobile cui è applicato lo spostamento d'entrata; il condotto che adduce il fluido ha una strozzatura e una presa di pressione che determina, con vari artifici, lo spostamento d'uscita; tale pressione è modulata dallo spostamento dello schermo mobile, risultando massima e uguale a quella del fluido all'ingresso nel condotto quando lo schermo è addossato all'ugello, e diminuendo poi via via che lo schermo si discosta dall'ugello. Nel secondo tipo, detto a. a getto (fig. 2), il fluido sgorga da un ugello mobile su uno schermo fisso, sul quale si affacciano gli orifizi di due tubicini vicini che servono da prese di pressione; lo spostamento dell'ugello al quale è applicato lo spostamento d'entrata, fa variare la pressione nei tubicini, che determina lo spostamento d'uscita. Nel terzo tipo, detto a. a pistone (fig. 3), un pistone a tre ringrossi scorre entro un cilindro con cinque aperture, di cui una (b) per l'ingresso del fluido, due (a, c), laterali, per l'uscita di questo, e due, intermedie (d, e), costituenti prese di pressione; lo spostamento in entrata fa muovere il pistone, mentre la grandezza d'uscita è la differenza di pressione alle due prese d ed e, dipendente dalla posizione del pistone. ◆ [MCC] A. meccanici: dispositivi per amplificare spostamenti lineari o angolari di un organo o di un corpo. Le due principali caratteristiche sono l'amplificazione statica, cioè il rapporto fra lo spostamento d'uscita e quello d'entrata, e l'amplificazione dinamica, rapporto fra la potenza d'uscita e quella d'entrata. I tipi principali sono: (a) a. a leva: sono costituiti, secondo varie disposizioni, da una leva o un sistema di leve; l'amplificazione statica può essere anche molto grande (→ leva), ma quella dinamica è, a causa degli attriti, sempre minore dell'unità; trovano applicazione in vari strumenti (barometri, sismografi meccanici, ecc.); (b) a. a leva ottica: sono analoghi ai precedenti, salvo che usano una leva ottica (←) anziché leve meccaniche; anche qui l'amplificazione statica può essere grandissima, mentre quella dinamica non ha significato; (c) a. elettromeccanici (v. sopra); (d) a. fluidodinamici (v. sopra). ◆ [ELT] [OTT] A. ottico: (a) dispositivo optoelettronico per l'amplificazione dei segnali a frequenza ottica (campo di lunghezza d'onda 0.8÷1.6 μm, frequenza 200÷400 THz) per applicazioni alle telecomunicazioni in fibra ottica. Sviluppati intorno agli anni 1986-88 e ben presto diventati dispositivi fondamentali di largo impiego nelle reti ottiche, si distinguono, in relazione al materiale attivo usato, in a. a fibra drogata (ingl. Doped Fiber Amplifier, DFA) e a. a semiconduttore (Semiconductor Laser Amplifier, SLA); tra questi ultimi i più diffusi sono quelli indicati con la sigla EDFA (Erbium-Doped Fiber Amplifier), con fibra in silice drogata con erbio, per l'impiego in terza finestra (1490÷1580 nm) delle fibre ottiche, e PDFA (Praseodymium-Doped Fiber Amplifier), con fibra di silice fluorurata drogata con praseodimio; (b) dispositivo per amplificare flussi luminosi e immagini ottiche, talora effettuando anche una conversione da luce e immagini non visibili a luce e immagini visibili (v. immagine, intensificatori e convertitori d'); (c) possibile denomin. del laser, con riferimento all'azione amplificatrice connessa con l'emissione stimolata di radiazione. ◆ [ACS] [ELT] A. sonoro: lo stesso che a. elettroacustico (v. sopra). ◆ [ELT] A. telefonico monodirezionale e bidirezionale: v. segnali telefonici: V 116 a. ◆ [ELT] Stabilità incondizionata di un a. elettrico: v. diodi a stato solido per microonde: II 204 e.