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AMPHION

di M. T. Amorelli - Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)
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AMPHION (᾿Αμϕίων, Amphīon)

M. T. Amorelli

Scultore nativo di Cnosso, nell'isola di Creta. Suo padre era un Akestor, da non confondere con quello che Pausania (vi, 17, 4), dice autore della statua di Alessibio, vincitore nel pentatlo. Pure da Pausania (vi, 3, 5) sappiamo che A. lavorò in Atene verso la metà del V sec. e che fu scolaro di Ptolikos, il quale, a sua volta, era stato allievo di Kritios.

Inoltre dalla stessa fonte (x, 15, 6) sappiamo che era opera sua una quadriga in bronzo, dedicata dai Cirenei a Delfi. Rappresentava la ninfa Cirene che teneva le briglie, e sul carro stava Batto, il re fondatore della città, con la personificazione della Libia che lo incoronava. Alcuni studiosi moderni hanno fatto tentativi per identificare alcuni lavori di questo artista. Gli si erano attribuiti, ma a torto, l'Auriga di Delfi ed i rilievi del cosiddetto Theseion di Atene.

In due copie marinoreee di età romana si è voluta riconoscere la testa di Batto. Le due teste si avvicinano allo stile di Mirone ed inoltre presentano somiglianze con l'Armodio (v. Kritios e Nesiotes). La tradizione attribuisce ad A. come allievo lo scultore Pison.

Bibl: W. Amelung, in Thieme-Becker, I, 1907, s. v.; G. Gullini, L'Ephaisteion di Atene, in Arch. Class., I, 1949, p. 10 ss.

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