CICOGNANI, Amleto Giovanni
Nacque a Brisighella, in provincia di Ravenna (e diocesi di Faenza) il 24 febr. 1883 da Guglielmo e da Anna Cerioni. Frequentò le prime tre classi ginnasiali nel seminario della cittadina natale e completò gli studi secondari nel seminario di Faenza, sotto la guida dello storico erudito Francesco Lanzoni. Fu ordinato sacerdote il 23 sett. 1905. L'anno prima era stato ordinato il fratello Gaetano: insieme i due giovam preti si trasferirono a Roma dove, nell'università del clero romano di S. Apollinare, perfezionarono i loro studi nelle discipline tradizionali per ecclesiastici destinati ad incarichi di responsabilità. Il C. si laureò in filosofia (1909), in teologia (1913) e in diritto canonico (1914).
Nel 1910 era divenuto officiale nella Congregazione dei Sacramenti, nel 194 fu minutante nella Congregazione concistoriale, più tardi sostituto nel medesimo dicastero e addetto agli affari delle diocesi delle Americhe, in particolare degli Stati Uniti. Nel 1923 divenne segretario della Congregazione della Chiesa orientale, nel 1928 assessore della stessa; nel 1930 fu nominato segretario . della commissione per la codificazione della Chiesa orientale. Nel triennio dal 1928 al 1931, favorita dal suo assiduo e prezioso contributo, si pervenne alla pubblicazione a Roma delle Fonti dei diritti e discipline orientali e alla prima stesura della maggior parte dei canoni del nuovo codice.
Questo lavoro nella Curia si intrecciava continuamente con la sua attività di docente e di studioso. Dal 1921 al 1932 insegnò diritto canonico all'Apollinare: nel 1925 pubblicò a Roma due volumi che sono stati molto apprezzati dai cultori della materia (Iuscanonicum e Commentarium ad librum I Codicis). Tutto ciò non impedì che il C. si dedicasse intensamente al ministero pastorale: dal 1926, anno in cui era stata destinata a cappella universitaria la chiesa di S. Ivo alla Sapienza, a Roma, egli fu il responsabile di questa istituzione, avendo come suoi collaboratori monsignor Giovanni Battista Montini (il futuro Paolo VI), monsignor Mariano Rampolla del Tindaro (nipote del segretario di Stato di Leone XIII) e il gesuita padre Lorenzo Rocci, notissimo grecista. Un gran numero di giovani universitari cattolici, poi esponenti di primo piano nella vita politica e culturale italiana nel secondo dopoguerra, ascoltarono le parole e i commenti del C. e del Montini, conservandone il ricordo per lunghissimi anni.
La sua attività nelle congregazioni romane lo aveva portato frequentemente fuori d'Italia: nel 1926, e nel 1931 fu in America del Sud e negli Stati Uniti. La vasta esperienza acquistata con questi contatti si aggiunse a quella acquisita durante la lunga permanenza alla Congregazione concistoriale così che il 17 marzo 1933 fu prescelto da Pio XI per l'incarico di delegato apostolico negli Stati Uniti: fu perciò nello stesso giorno eletto alla sede titolare di Laodicea di Frigia e consacrato il 23 aprile nella chiesa di S. Susanna a Roma; prese possesso dei suo ufficio a Washington il 23 maggio 1933.
Il lavoro svolto durante la permanenza negli Stati Uniti, ben venticinque anni, fu particolarmente intenso e lasciò profonde tracce nella giovane Chiesa statunitense: furono costituite dieci nuove province ecclesiastiche, formate trentadue nuove diocesi. Di grande rilievo l'opera da lui svolta durante la seconda guerra mondiale a favore dei prigionieri di guerra e degli intematì civili di nazionalità tedesca, italiana e giapponese negli Stati Uniti: fu costituito un ufficio collegato con quello centrale, esistente presso la segreteria di Stato per l'analogo obiettivo presso tutti gli altri paesi coinvolti nel conflitto. Il C. esplicò una continua azione di contatti con gli ambienti politici ed economici americani in favore dell'Italia, soprattutto dopo la caduta del fascismo, per separare le responsabilità della classe dirigente da quelle dell'intero paese. Tali contatti proseguirono anche negli anni immediatamente successivi al conflitto per l'azione di ricostruzione. Il favore che circondò l'opera e la figura del C. fu tale che sia la gerarchia sia l'offinione pubblica cattolica americana finirono per considerarlo il loro miglior interprete e mediatore presso la Curia romana, lui che era il rappresentante della Curia romana negli Stati Uniti. È negli anni della legazione del C. in quel paese che si può datare l'inizio di una accentuata presenza della Chiesa statunitense all'interno della Curia romana, sia per il ruolo economico e finanziario che finì per assumere sia per i posti di responsabilità che coprì ai più alti livelli.
Negli anni del suo soggiorno americano pubblicò diversi volumi che raccoglievano i suoi discorsi e altri saggi su temi teologici e di spiritualità, che furono tradotti in diverse lingue (Sanctity in America, 1939; The Priest in the Epistles of St. Paul, 1944; Addresses and Sermons, in cinque volumi, 1938-1958). Sedici università di quel paese gli conferirono la laurea honoris causa a testimonianza di una stima diffusa in ambienti culturali e politici che abitualmente non erano influenzati dalle funzioni esercitate dal delegato apostolico. In occasione del venticinquesimo anniversario della sua nomina a Washington, i vescovi americani si raccolsero intorno a lui per festeggiarlo e per testimoniargli, per l'ennesima volta, il loro pieno appoggio per la sua azione.Giovanni XXIII, nel suo primo concistoro destinato a promozioni cardinalizie, il 15 dic. 1958, lo elevò alla porpora assegnandogli il titolo di S. Clemente, mutato il 23 maggio 1962 in quello della Chiesa suburbicaria di Frascati. Nel 1959 fu nominato segretario della Congregazione per la Chiesa orientale; nel 1961 fu chiamato a reggere la segreteria di Stato, succedendo al cardinale Domenico Tardini morto; improvvisamente; in tale incarico fu confermato da Paolo VI. Si dimise nel 1969 per motivo della età avanzata e ricevette allora la nomina a segretario di Stato emerito. Intensa la sua partecipazione alla fase preparatoria del concilio vaticano. II e poi allo svolgimento dei lavori nell'assemblea dei vescovi. Nel 1960 era stato nominato presidente della conunissione preparatoria del concilio per le Chiese orientali ed inoltre presidente del segretariato per le questioni straordinarie. Nel 1962 fu presidente della commissione di coordinamento dei lavori conciliári, voluta da Giovanni XXIII alla fine della prima sessione per dare definitivo indirizzo al proseguimento dei lavori dei vaticano II. Seguì continuamente i lavori che si svolgevano nell'aula di S. Pietro e nelle sedi delle commissioni, in modo speciale per lo schema De ecclesiis Orientalibus che sarà all'origine del decreto Orientalium ecclesiarum promulgato nel novembre 1964, Di rilievo ancora maggiore fu il ruolo svolto, per tutta la durata del concilio, di interprete abituale delle indicazioni dì Giovanni XXIII e di Paolo VI in relazione ai nodi cruciali sviluppati dai padri conciliari nel corso dei loro dibattiti e che, a giudizio dei due pontefici, erano direttamente in relazione con il significato complessivo del vaticano II per la vita della Chiesa e per la storia degli uommi.
La sua attività alla segreteria di Stato nel periodo 1961-1969, in anni fondamentali per la storia della Chiesa nel Novecento ma testimoni anche di mutamenti profondi nei rapporti tra gli Stati, è ancora in attesa di un'adeguata ricostruzione e valutazione critica. La stessa analisi di alcuni momenti della sua biografia non è agevole, mancando ancora contributi che seguano con puntualità lo svilupparsi delle vicende personali del C. nel contesto più ampio della'storia della Curia romana e della diplomazia pontificia, che indichino il ruolo da lui svolto in alcuni momenti della storia degli ultimi cinquant'anni: l'atteggiamento della S. Sede di fronte alla seconda guerra mondiale; i problemi della ricostruzione in Europa e in Oriente e la posizione della Chiesa americana; lo sviluppo della "guerra fredda" tra Est e Ovest e la persecuzione dei cattolici nei paesi dell'area comunista; l'annuncio del concilio e la sua preparazione; lo sviluppo dell'ecumenismo; l'intemazionalizzazione della Curia romana; l'apertura delle relazioni della S. Sede con i paesi dell'Est; l'ascesa dei. paesi del terzo mondo e il mutato equilibrio internazionale; i viaggi in Italia e per il mondo dei pontefici a testimonianza di un respiro mondiale della Chiesa degli anni Sessanta; i mutati rapporti della S. Sede con la situazione politica italiana.
Il 17 dic. 1973, dopo una breve malattia, il C. spirava nella sua abitazione all'intemo della Città del Vaticano. là sepolto nella cappella di S. Giovanni, nella basilica di S. Clemente a Roma.
Opere: Le opere giuridiche del C. furono pubblicate a Roma negli anni dei suo insegnamento all'Apollinare (Commentariam ad librum I Codicis, Romae 1925; Ius canonicum, ibid. 1925, tradotto in inglese e pubbl. a Filadelfia nel 1934con il titolo Canon law)e riedite con aggiunte negli anni seguenti. Opera teologica aveva edito in precedenza (Ilgran precetto del Vangelo nel cristianesimo dei primi secoli, Roma 1915), autorizzandone poi due traduzioni in inglese, la prima edita a Roma nel 1931e la seconda, sempre con lo stesso titolo (The Great Commandment of the Gospel in the Early Church), a Filadelfia nel 1933. Nel 1926, a Faenza, pubblicò Vita di Maria Saletti in occasione del terzo centenario di sua morte. Del periodo americano sono le sue opere pill note: Sanctity in America, Paterson, N. J., 1944; The Priest in the Epistles of St. Paul, ibid. 1944; The Confraternity of Christian Doctrine in the United States. Addresses and Letters, ibid. 1947; The Saints who pray with us in the Mass, ibid. 1958; The Addresses and Sermons of His Excellency the Most Reverend Archbishop A. G. Cicognani, New York-Cincinnati 1938; Addresses and Sermons (1938-1942), Paterson, N. J., 1942; Addresses and Sermons (1942-1951), ibid. 1952; Addresses and Sermons (1951-1955), ibid. 1955; Addresses and Sermons (1955-1958), ibid. 1958. Alcune tra le opere citate furono tradotte in diverse lingue ed anche in italiano (Santità in America, New York 1948; Il prete nelle lettere di s. Paolo, Faenza 1957; I santi che pregano con noi nella Messa, ibid. 1961).
Fonti e Bibl.: A un anno dalla sua morte il C. fu onorato per iniziativa dei clero della sua diocesi d'origine con un volume dal titolo Testimonianze al card. A. G. C. Nel primo anniversario della morte, Faenza 1975. È questa, a tutt'oggi, l'unica opera che contenga spunti biografici di un qualche rilievo e documentati perché un'agile biografia pubblicata durante la sua permanenza alla segreteria di Stato (D. O'Grady, A. Cardinal C., Notre Dame, Indiana, 1965, serie "Men who make the Council" a cura della University of Notre Dame) non offre riscontri certi e documenti di sussidio alle affermazioni espresse. Si veda anche il breve profilo di O. Alberti, in La Pontificia Università Lateranense, Roma 1963, pp. 219-221. Numerosi gli articoli sui quotidiani che tratteggiarono la sua opera e dettero indicazioni biografiche sia al momento della sua nomina a segretario di Stato (vedi ad es. Il cardinale A. C., segretario di Stato, in L'Osservatore romano, 14-15 ag. 1961), sia alla sua morte (vedi La figura e l'opera del cardinale C., ibid., 17-18 dic. 1973; G. Gonella, Operosità costruttiva e nobiltà di spirito nella vita del card. C., ibid., 21-22 genn. 1974; J. Krol, Uomo di Dio e uomo della Chiesa, ibid., 3 dic. 1974). Sull'attività svolta dal C. durante la seconda guerra mondiale vi sono notizie negli Actes et documents du Saint-Siège relatifs à la seconde guerre mondiale, in partic. i volumi I, IV, V, VII, Città del Vaticano 1965-73; sui rapporti tra la S. Sede e gli Stati Uniti, vedi E. Di Nolfo, Vaticano e Stati Uniti 1939-1952, Milano 1978.