amicodipendenza
(amico dipendenza), loc. s.le f. Inca-pacità di trascorrere il proprio tempo da soli, senza amici.
• Che i ragazzi privilegino la compagnia dei coetanei è assolutamente normale certo, «ma ‒ commenta Giuseppe Saggese, presidente della Sip ‒ il rischio inizia quando il piacere di stare con gli amici diventa una sorta di “amicodipendenza”. Perché in questo caso, pur di non rischiare la frattura o l’isolamento dal gruppo, gli adolescenti possono essere disposti ad assumere comportamenti negativi o pericolosi con il solo obiettivo di suscitare ammirazione e rispetto. Del resto, oggi la “normalità” è rappresentata da genitori costretti a stare fuori casa per gran parte della giornata, genitori che pensano di risarcire i figli e attenuare i propri sensi di colpa accondiscendendo alle loro richieste e ampliando i loro spazi di libertà e autonomia». (Maria Stella Conte, Repubblica, 15 novembre 2005, p. 35, Cronaca) • [tit.] Facebook? Può diventare una droga / A Roma si cura l’amico-dipendenza [testo] Se la leggiamo in modo positivo la chiamiamo «friendship addiction» («amico dipendenza»), se invece, la leggiamo con gli occhiali degli psichiatri la chiamiamo dipendenza e basta. Da Internet. Comunque sia, si tratta di una nuova patologia, quasi un’epidemia che ormai si diffonde di video in video tra i contatti dei social network. […] La «amico dipendenza», insomma, comincia ad avere i contorni come una vera malattia da diagnosticare e, possibilmente, curare. Diagnosi e terapia. Come fosse un disturbo dello stomaco o degli occhi. (Messaggero, 11 ottobre 2009, p. 9, Cronache).
- Composto dal s. m. amico e dal s. f. dipendenza, ricalcando l’espressione ingl. friendhisp addiction.
- Già attestato nel Corriere della sera del 12 settembre 2004, Corriere Salute, p. 20 (Maurizio Tucci).