AGNIFILI, Amico
Nacque a Roccadimezzo in Abruzzo nell'ultimo decennio del Trecento da famiglia di modeste origini, che per merito suo acquistò tanta importanza da diventare una delle prime della regione (per un certo tempo, in sua memoria, venne ricordata con l'appellativo "del Cardinale", aggiunto al cognome). Dopo aver iniziato gli studi in Aquila, li completò presso l'università di Bologna, dove, laureatosi in diritto canonico, insegnò per sette anni questa materia. Tornato in Abruzzo, venne eletto canonico nel duomo di Aquila e quindi arciprete di S. Paolo di Barete; successivamente ebbe un canonicato anche nella basilica di S. Maria Maggiore in Roma. Nominato vescovo dell'Aquila il 4 maggio del 1431, su terna proposta al pontefice dalla città, svolse un'intensa attività per restaurare la disciplina nella sua diocesi. Ebbe anche vari incarichi di natura politica: nel 1433 Eugenio IV lo mandò come suo legato ad assistere all'incoronazione imperiale di Sigismondo, re d'Ungheria, e nel 1440 lo nominò governatore della provincia del Patrimonio; nel 1462 fu legato nella marca di Ancona, e, poco prima di morire, a Civitavecchia (1476). Eletto pontefice papa Paolo II, che era stato suo discepolo, l'A. fu fatto cardinale nel primo concistoro, ed il 18 sett. del 1467 ebbe il titolo di cardinale prete di S. Balbina, di cui prese possesso il 13 nov. successivo e che conservò fino al 13 ott. 1469, quando lo cambiò con quello di S. Maria in Trastevere. Alla morte di Paolo II (20 luglio 1471), fu tra i candidati alla elezione papale, ricevendo, nel conclave del 3 agosto, quattro voti, mentre il pontefice eletto (Francesco della Rovere che assunse il nome di Sisto IV) ne ebbe nove.
Il 30 ott. 1467 ebbe anche la commenda del monastero benedettino di S. Lorenzo d'Aversa, e successivamente quella del monastero dei SS. Quirico e Giulitta di Rieti, sempre conservando il vescovado dell'Aquila, fino a quando, per sua rinuncia, il nipote Francesco, già referendario della Segnatura a Roma, poi governatore di Rieti e Terni, gli successe sulla cattedra aquilana il 31 marzo 1472, morendo l'8 ag. 1476.
Riavuta il 20 ag. 1476 la sede aquilana per la morte del nipote, vi visse splendidamente i suoi ultimi mesi di vita. Morì il 9 nov. 1476 e venne sepolto in quella cattedrale, in un sepolcro, opera di Silvestro Aquilano, di cui restano solo pochi avanzi.
Bibl.: N. Toppi, Biblioteca napoletana, Napoli 1678, p. 11; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, coll. 390-391; A. Dragonetti, Le vite degli illustri aquilani, Aquila 1847, pp. 241-243; A. Signorini, La diocesi dì Aquila descritta ed illustrata, Aquila 1868, pp. 56-63, 65-67; G. Rivera, Catalogo delle scritture appartenenti alla Confraternita di S. Maria della Pietà nell'Aquila, in Boll. d. Soc. di storia patria A. L. Antinori negli Abruzzi, XVII (1905), pp. 18-22; C. Eubel, Hierarchia catholica..., II, Monasterii 1914, pp. 14, 35, 40, 64, 91; L. v. Pastor, Storia dei Papi, II, Roma 1942, pp. 326, 362, 370, 431, 433, 602, 704, 761, 762. Per A. Francesco: Francesco d'Angeluccio, Historia Aquilana, cap. LV, in L. A. Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi VI, Mediolani 1742, coll. 916 s.; Catalogus Pontificum Aquilanorum, p. I n. 32, ibid., VI, coll. 941 s.; A. L. Antinori, Annali, L, p. 146 (mss. in Biblioteca prov. "S. Tommasi" di Aquila); M. Chini, Silvestro Aquilano e l'arte in Aquila nella Il metà del sec. XV, Aquila 1954, pp. 160 ss. e 195 n. 5.