amicizia
Il termine, di schietta matrice latina, è caratterizzato in D. da un uso assai ridotto rispetto ai continuatori volgari di una base tardo-latina, magari attraverso mediazione provenzale o francese, ‛ amistà ' e ‛ amistanza '.
Ricorre infatti in un solo luogo della prosa, e ne è esclusivo esempio, in CV III XI 6 Da questo [cioè da ‛ filosofo '] nasce lo vocabulo del suo proprio atto, Filosofia, sì come de lo amico nasce lo vocabulo del suo proprio atto, cioè Amicizia: a fini dunque strettamente funzionali, o meglio in servigio dell'etimologia che più sta a cuore a D., quella di ‛ filosofo ' e ‛ Filosofia '.
È invece conservato nel grafema originario per l'omonima operetta ciceroniana, addotta (con l'Etica di Aristotele) quale avallo delle proprie convinzioni circa il debito affetto al volgare: Cv I XII 3 sì come vedere si può che s[crive] Tullio in quello De Amicitia (altrove tuttavia ne traduce il titolo con amistà).
Non compare, curiosamente, né in Fiore né in Detto, al pari di ‛ amistanza '; per quanto poi non lo si possa considerare neppure lontanamente in concorrenza con gli esiti romanzi in tutto l'ambito del Duecento e del Trecento italiani, forse anche per una certa repugnanza prosodica al greve quadrisillabo, almeno a stare ai lessici attuali (ne risultano esempi piuttosto sporadici, fino al Boccaccio; addirittura nessuno in Petrarca).
Nel latino di D. la forma è naturalmente unica ma non certo diffusa, limitata com'è a otto punti dell'epistola a Cangrande - Ep XIII 4 (due volte), 5 (due volte), 6 (due volte), 9, 10 -, dove insiste per ‛ captatio benevolentiae ' su un concetto (4 cum non minus dispares connectantur quam parer amicitiae sacramento... patebit preheminentes inferioribus coniugari personal; 5 nonne summorum illustriumque principum plerunque viros fortuna obscuros, honestate praeclaros, amicos fuisse constabit? Quidni, cum etiam Dei et hominis amicitia nequaquam impediatur excessu?) decisamente antitetico a quello espresso per altro e meno interessato approdo in Cv III I 5 Con ciò sia cosa che intra dissimili amistà essere non possa, dovunque amistà si vede similitudine s'intende (v. AMISTÀ; AMISTANZA).