AMG
. Sigla, dalle iniziali delle parole inglesi Allied Military Government, con la quale si indica il "Governo Militare Alleato" costituito dalle Nazioni Unite nei paesi da esse occupati durante il corso della seconda Guerra mondiale: Italia, Francia, Grecia, Germania, Austria. La costituzione di un AMG per l'Italia fu stabilita, contemporaneamente alla decisione dello sbarco in Sicilia, dalla conferenza di Casablanca (24 gennaio 1943). Suo scopo principale doveva essere quello di agevolare le operazioni militari, nel senso di garantire "la sicurezza delle forze di occupazione e delle loro vie di comunicazione" e di governare una nazione occupata e "presumibilmente ostile" (il benessere della popolazione locale e le riforme politiche, dovevano essere in ogni caso subordinate a questa ineluttabile necessità militare); di "utilizzare" le risorse economiche del territorio occupato e "assecondare gli sforzi politici e militari delle forze alleate in vista delle future operazioni". Questo il senso delle disposizioni emanate il 1° maggio 1943 dal generale D. Eisenhower comandante in capo delle forze alleate nel Mediterraneo. Primo governatore fu nominato l'allora generale Harold Alexander.
La costituzione dell'AMG fu prevista divisa in sei sezioni: legale, finanziaria, rifornimenti civili, salute pubblica, sicurezza pubblica, proprietà del nemico. Esperti civili furono appositamente istruiti in corsi speciali tenuti a Wimbledon (Inghilterra) e a Charlottesville (S. U. A.). Una regolare scuola fu poi aperta in Algeria.
L'esperimento di governo militare ebbe inizio fin dal primo giorno dello sbarco alleato in Sicilia, il 10 luglio 1943; con le truppe combattenti presero terra il colonnello americano, di origine italiana, Charles Poletti (in seguito diventato assai noto in Italia come governatore militare, successivamente, di Napoli, Roma, Firenze, Milano), quale capo dell'amministrazione civile della 7a armata, e il commodoro inglese C.E. Benson quale capo dell'amministrazione civile dell'8a armata. La sede dell'AMG fu stabilita (22 luglio) a Palermo; furono costituite, oltre a quelle già ricordate, quattro nuove sezioni: sicurezza, monumenti, belle arti e archivî, relazioni pubbliche ed educazione.
L'armistizio (3-8 settembre 1943), il trasferimento a Brindisi (11 settembre) di un governo italiano riconosciuto dagli Alleati come legale, il notevole ritardo dell'avanzata su Roma, la cobelligeranza italiana accettata dagli Alleati, modificarono radicalmente i piani alleati - col verificarsi di situazioni non previste - in fatto di governo militare: invece di un paese in guerra si doveva governare un paese arresosi e che aveva successivamente dichiarato guerra ad un paese contro il quale gli Alleati proseguivano in Italia le loro operazioni militari.
Quando Vittorio Emanuele III e Badoglio si trasferirono a Brindisi, una missione militare alleata con a capo il tenente generale Sir Frank Noel Mason MacFarlane fu inviata a Brindisi ad incontrarli; scopo della missione "trasmettere le istruzioni militari del Comandante in capo alleato al governo italiano; raccogliere e trasmettere le informazioni del servizio segreto ed organizzare, per quanto possibile, un'azione coordinata delle forze armate e del popolo italiano contro i Tedeschi". Contemporaneamente le quattro provincie di Lecce, Taranto, Brindisi, Bari (la cosiddetta "Italia del Re") furono lasciate sotto la diretta amministrazione italiana. Poiché d'altra parte l'art. 37 dell'"armistizio lungo" di Malta (29 settembre) prevedeva la nomina di una "commissione di controllo" che rappresentasse le Nazioni Unite e che fosse incaricata di "regolare ed eseguire" le clausole armistiziali "in base agli ordini e alle direttive generali del comandante supremo delle forze alleate", si giunse ad una dicotomia di organi di governo: da una parte, come sviluppo della commissione di Brindisi, prese consistenza formale (23 ottobre 1943) la Commissione Alleata di Controllo (ACC = Allied Control Commission) organizzata il 2 novembre e che iniziò la sua attività il 10 successivo, con giurisdizione nell'"Italia del Re", allo scopo di "far valere e mettere in atto lo strumento di resa; assicurare che la condotta del governo italiano si conformasse alle richieste alleate di una base di operazioni, specialmente per i trasporti e le comunicazioni; agire quale organo di collegamento per la politica svolta dalle Nazioni Unite verso l'Italia". Dall'altra il Governo Militare Alleato (che, con decisione del 1° ottobre 1943, resa esecutiva il 18, mutava ufficialmente la primitiva denominazione di AMGOT - Allied Military Government Occupied Territory, in quella, poi usata sempre, di AMG) limitava, con i compiti già detti, la propria giurisdizione ai territorî esclusi dall'amministrazione italiana e fino a tanto che a questa non fossero stati restituiti. La ACC e l'AMG restavano peraltro indipendenti l'una dall'altro e solo il 10 gennaio 1944 si giunse alla loro fusione (trasformandosi il secondo in una sezione della prima) con un ordinamento che rimase poi successivamente inalterato, salvo i temperamenti suggeriti dalla politica delle Nazioni Unite nei riguardi dell'Italia.
La ACC era un organismo militare avente fini essenzialmente militari, facente parte delle forze armate del Mediterraneo, operanti sotto la sorveglianza diretta del quartier generale alleato secondo le direttive dello S. M. di Washington. I compiti ad essi affidati potevano raggrupparsi in tre categorie: 1. assicurare l'ordine pubblico, il rispetto della legge e il funzionamento delle vie di comunicazione nelle zone situate dietro il fronte; 2. assicurare la completa, scrupolosa osservanza da parte italiana delle condizioni armistiziali; 3. cooperare in tutti i modi possibili con le autorità italiane per creare le premesse necessarie per il rapido ritorno dei territorî conquistati e occupati dalle forze alleate ad un governo italiano democratico e popolare. Presidente della ACC era ex officio e per tutta la durata della guerra il comandante in capo delle forze alleate in Italia; alle sue dipendenze un capo esecutivo della ACC (o commissario capo).
Si ricorda che a fianco, ma indipendentemente dalla ACC, per coordinare la politica delle N.U. nei riguardi dell'Italia, agiva (dal 15 dicembre 1943) un Comitato consultivo (Advisory Council for Italy) istituito dalla conferenza di Mosca il 30 ottobre 1943 e a far parte del quale furono in due tempi chiamati, oltreché i rappresentanti degli S. U. e dell'Inghilterra, quelli dell'URSS, Francia, Grecia e Iugoslavia.
La ACC si divideva in tre sezioni: la prima costituita dal "gruppo di prima linea" dell'AMG che accompagnava le truppe alleate combattenti con il compito principale di ristabilire i rifornimenti, riorganizzare l'amministrazione locale e provvedere ai bisogni immediati dei profughi e delle popolazioni colpite dalla guerra; la seconda costituita dall'AMG propriamente detto, assistito dalle autorità locali, il quale nei territorî meno vicini al fronte esercitava vere e proprie funzioni amministrative dirette a preparare la via al trasferimento dei territorî stessi all'amministrazione del governo italiano; terza quella che, nei territorî restituiti all'amministrazione italiana, esercitava, in tutti i campi dell'azione governativa e amministrativa, funzione consultiva per appoggiare l'azione del governo italiano ed assicurare l'adempimento da parte di questo delle clausole armistiziali.
L'ACC era divisa, nell'organico, in 4 sezioni: militare, politica, economica e amministrativa, comunicazioni (successivamente tre: economica, amministrativa, affari civili), con un complesso di 26 sottocommissioni. L'Italia fu amministrativamente divisa in regioni (I, Sicilia; II, Lucania e Puglia; III, Campania e parte dell'Abruzzo; IV, Lazio, Umbria; V, Abruzzo, Marche e parte della Romagna; VI, Sardegna, ecc.) con a capo una commissione regionale direttamente responsabile presso il commissario capo. Presidente della ACC fu, dopo il maresciallo Alexander, l'on. Harold MacMillan (dal 10 novembre 1944 al 25 maggio 1945); vicepresidenti e commissarî capi furono successivamente il maggior generale Kenyon A. Joyce (S. U. A.), dal 10 novembre 1943 al 14 gennaio 1944; il tenente generale sir Frank Noel Mason MacFarlane (Gran Bretagna), dal 15 gennaio 1944 al 22 giugno 1944; poi il contrammiraglio Ellery W. Stone (S. U. A.) che, dopo la fine delle ostilità, succedette al MacMillan.
I trasferimenti del territorio italiano dalla giurisdizione dell'AMG all'amministrazione italiana controllata dall'ACC si susseguirono in questo modo: 10 febbraio 1944, Sicilia, Sardegna e tutto il territorio a S. dei confini settentrionali delle provincie di Salerno, Potenza, Bari (in questa occasione la sede del governo italiano fu trasferita da Brindisi a Salerno); 20 luglio 1944, provincie di Napoli (esclusa la città e il porto), Avellino, Benevento, Foggia (esclusa la zona degli aeroporti) e Campobasso; 15 agosto 1944, Roma, Littoria (Latina) e Frosinone (in questa occasione il governo italiano trasferì la sua sede a Roma); 16 ottobre 1944, Teramo, Aquila, Chieti, Pescara, Rieti, Viterbo; 9 maggio 1945, Terni, Perugia, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Grosseto, Siena, Arezzo, Ancona (escluso il capoluogo); 18 giugno 1945, Firenze, Pisa, Livorno, Pistoia (tranne i comuni di Livorno, Colle Salvetti e Pisa); 31 dicembre 1945, tutte le provincie dell'Italia settentrionale, meno Bolzano, Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume. Con l'entrata in vigore del trattato di pace, (14 dicembre 1947), l'amministrazione italiana fu estesa anche a queste provincie, meno che ai territorî ceduti alla Iugoslavia e a quelli del Territorio libero di Trieste (zona A) dove sussiste tuttora (ottobre 1948) il Governo militare alleato.
Date notevoli nella storia dell'ACC sono anche le seguenti: il 25 ottobre 1944 fu soppresso il primo C e la ACC divenne semplicemente Commissione Alleata (AC) con funzioni prevalentemente assistenziali: in questa occasione i governi alleati annunciarono uno scambio di rappresentanti diplomatici col governo italiano; il 1° agosto 1945 fu restituita all'Italia la libertà di commerciare direttamente con l'estero per mezzo di accordi diretti; il 24 febbraio 1945 (memoriale MacMillan) fu precisato che "i governi alleati intendono allentare il controllo armistiziale sul governo italiano nel campo dell'amministrazione ordinaria ed esercitare tale controllo solo quando ciò sia richiesto dagli interessi militari degli Alleati"; fu abolita (a datare dal 10 marzo) la sezione politica dell'AC, furono aboliti (10 aprile 1945) gli uffici regionali dell'AC; l'approvazione preventiva della AC per le nomine del governo italiano fu limitata ai ministri militari, ai funzionarî direttivi delle comunicazioni, al direttore generale della P.S., ai comandanti dei carabinieri, guardie di Finanza e delle forze armate. L'AC cessò ogni sua attività con l'entrata in vigore del trattato di pace; accordi per il ritiro delle truppe di occupazione furono sottoscritti il 14 giugno 1947 (con l'Inghilterra) e il 3 settembre 1947 (con l'America); le ultime truppe americane si imbarcarono a Livorno il 14 dicembre 1947.
Bibl.: C. A., Rassegna dell'Attività del GMA e della ACC in Italia dal 10 luglio 1943 al 2 maggio 1945, Roma 1945; Politica estera, fascicolo speciale del luglio 1944; Relazioni internaz., 15 febbraio 1947 (col memoriale MacMillan).