AMERO D'ASTE STELLA, Marcello
Nacque ad Albenga il 10 apr. 1853, da Giuseppe. Provenendo da famiglia che vantava brillanti tradizioni nella marina sarda, l'A. entrò come allievo nella R. Scuola di marina di Genova nel 1866, uscendone guardiamarina nel 1871. La sua carriera coincise - si può dire - con la rinascita della marina militare italiana dopo il periodo di avvilimento che seguì l'imprevista sconfitta di Lissa: nel 1907 era contrammiraglio, nel 1911 vice ammiraglio. In qualità di segretario generale del ministero della Marina, svolse un'opera importante di organizzazione durante la prima fase della guerra italo-turca.
Il 18 apr. 1912 fu destinato alla seconda squadra navale italiana, e ne assunse il comando, scegliendo come nave ammiraglia la "Regina Margherita"; in questa veste collaborò alla preparazione della prima impresa dei Dardanelli ed ebbe una parte importante nell'occupazione di Rodi.
L'A. organizzò la collaborazione della flotta con le truppe da sbarco e consigliò al generale Ameglio di scegliere per l'attacco la rada di Kalitea; questo avrebbe permesso di limitare al massimo le perdite. Nel punto consigliato dall'A, fu, infatti, eseguito lo sbarco, che condusse a un rapido successo: il 4 maggio le truppe italiane presero terra, il 5 occupavano Rodi. Il 30 maggio 1912, l'A. riconduceva a Taranto la sua squadra.
Successivamente, rimasto solo l'A. alla guida di tutte le forze navali dislocate in Egeo, gli fu ordinata una dimostrazione navale sulle coste della Siria, in un momento delicato sul piano diplomatico.
Il 22 agosto l'A. usci da Taranto con la seconda squadra, composta da due divisioni di tre unità ciascuna. Le istruzioni trasmesse all'ammiraglio raccomandavano grandi cautele nell'esecuzione dell'azione. L'A. divise le due divisioni e, senza sparare un colpo, seminò il panico, con la sola presenza, nella zona che gli era stata indicata; incrociando davanti alle coste dell'Asia Minore e della Siria riuscì a evitare scontri armati, pur ottenendo quell'effetto morale che occorreva al governo italiano. Poiché, però, in seguito, le trattative andarono per le lunghe e parve che i Turchi non avessero intenzione di concludere rapidamente la pace, il 12 ottobre fu trasmesso all'A. l'ordine di preparare ed eseguire, a fini politici, il bombardamento di Smirne; l'A. organizzò l'azione e si mosse per Smirne, ma il 15 ottobre fu fermato dagli accordi preliminari, intervenuti tra Italiani e Turchi.
Nel 1913 l'A. passò al comando della prima squadra, alzando l'insegna sulla corazzata "Dante Alighieri",e mantenne tale incarico fino allo scoppio della prima guerra mondiale, nell'agosto 1914. Fu nominato allora presidente del Consiglio superiore della Marina e, nel dicembre dello stesso anno, senatore del regno.
Raggiunti i prescritti limiti di età, fu collocato in ausiliaria nel 1918. Nel dic. 1923 fu nominato ammiraglio d'armata della riserva; morì a Roma il 17 sett. 1931.
Bibl.: C. Manfroni, Guerra italo-turca - Cronistoria delle operazioni navali,II, Roma 1926, pp. 101-133, 200-220; necrologio in L'Illustrauione italiana, 27 ott. 1931, p. 482; Encicl. militare,I, p. 512.