BARTOLI NATINGUERRA, Amerigo
Figlio di Adolfo e di Cesira Ferrini, entrambi di origine marchigiana, nacque a Terni il 24 dic. 1890.
Compiuti gli studi ginnasiali, nel 1906 si trasferì a Roma con la famiglia (dopo la morte della prima moglie, il padre si era risposato con Luigia Ciotti, di Todi) e a Roma frequentò l'Accademia di belle arti, facendo contemporaneamente pratica nello studio del pittore E. Ballerini. Nel 1909 fu ammesso con esame a frequentare il corso libero superiore di pittura con Aristide Sartorio, con il quale si diplomò con lode nel 1911, ottenendo un premio dal ministero della Pubblica Istruzione, che consisteva in una borsa di studio per un viaggio di istruzione artistica a Firenze e a Torino. Il B. proseguì poi fino a Parigi come si racconta in una nota di A. Baldini (Patti, 1973). Nel 1912 conseguì il diploma di abilitazione all'insegnamento di disegno nelle scuole tecniche e normali. Dopo l'Accademia, fece pratica nello studio di Sartorio. Nel 1921 visitò Monaco, Dresda e Berlino e, nel 1931, fu a Londra con l'amico Emilio Cecchi.
Nel 1943 sposò a Roma Giuditta Cecchi, una delle figlie di Emilio, che gli sarà affezionata compagna e che il B. accudirà con amore nella lunga malattia che doveva condurla alla morte, nell'estate del1966.
Nel 1936 eseguì la decorazione a fresco di alcune stanze della sede centrale della Banca nazionale del lavoro di Roma e, nel 1939, l'affresco con il Battesimo di Gesù nella cripta della chiesa di S. Giovanni Battista, al villaggio Oliveti di Tripoli.
Assai precoce fu la sua partecipazione a mostre ufficiali; nel 1913 fu ammesso dalla giuria al concorso per il Pensionato artistico nazionale, con il quadro Un gruppo di donne guarda un'adolescente nuda (erroneamente titolato Nello studio: cfr. Spadini, 1987; Roma, coll. L. Bartoli Brai); nello stesso anno ottenne la menzione onorevole al concorso Lana, bandito dall'Accademia di S. Luca.
Quest'ultima possiede parecchie opere del B., tra cui La cameriera dal fotografo, del 1927, espressione della suggestione che esercitò su di lui il classicismo novecentista.
Proprio nel 1927 aveva partecipato a Roma alla XCIII Esposizione della Società amatori e cultori di belle arti in una sala intitolata a "Dieci artisti del Novecento italiano", presentata da M. Sarfatti.
Nel 1921 concorse ancora al Pensionato artistico col dipinto Cacciata di casa (Roma, collez. V. Bartoli); nel 1922 partecipò alla Fiorentina primaverile come aderente al gruppo "Valori plastici" e nel 1929 alla Mostra del Sindacato artistico laziale; nel 1935 alla Mostra d'arte italiana contemporanea a Parigi e alla Quadriennale romana. Alla Biennale di Venezia del 1930 ricevette il primo premio di composizione per il celebre Amici al Caffè, ora alla Galleria d'arte moderna di Roma.
Vi ritrasse i frequentatori della terza saletta del caffè Aragno di Roma, luogo di ritrovo di artisti ed intellettuali nel periodo fra le due guerre che il B. frequentava assiduamente in una sua distaccata ed ironica veste di osservatore, intrecciando legami duraturi di amicizia con B. Barilli, R. Francalancia, F. Trombadori, A. Soffici, M. Broglio, C. Socrate. R. Longhi ed altri, facenti capo alla Ronda ed a Valori plastici. Il B., per quanto fortemente inserito nell'ambiente artistico romano, dove dominava il tonalismo della "scuola romana", non rinunciava ad un suo preciso linguaggio figurativo, più vicino ad A. Spadini e a Soffici e continuatore della tradizione otto-novecentesca.
L'anno successivo partecipò alla I Quadriennale romana dove ebbe la sua prima personale; questa manifestazione lo vide presente continuativamente fino al 1947 e ancora nel 1955 e nel 1959.
Dal 1939 al 1960 insegnò pittura all'Accademia di belle arti di Roma e ricevette, per questo, il diploma di prima classe e la medaglia d'oro dei benemeriti della scuola.
Di una sua marginale attività di scultore sono documentate solo alcune opere, databili intorno all'anno 1930, tra cui una testa di A. Baldini del 1928, di proprietà privata; ma nel 1933 vinse il concorso per il Monumento al marinaio, di Brindisi, alla cui realizzazione attese insieme all'architetto Luigi Brunati, scolpendo, anche, una statua della Vergine, poi fusa in bronzo, per la cripta posta sotto il monumento.
Nel periodo della guerra partecipò al III premio Bergamo di pittura del 1941 e, nel medesimo anno, fu al Salón de humoristas, a Madrid, dove vinse la medaglia d'oro per il disegno.
Nel secondo dopoguerra continuò ad esercitare la sua attività di pittore accanto a quella forse più conosciuta di disegnatore satirico. Nel 1947 partecipò come pittore alla Mostra nazionale d'arte sacra "Angelicum", a Milano, ed ancora alle Biennali veneziane del 1950 e del 1952, ottenendo premi e benemerenze.
Fu accademico di S. Luca nel 1947; accademico onorario dell'Accademia nazionale Cherubini di Firenze nel 1950; accademico di merito della Pontificia Accademia artistica dei virtuosi al Pantheon di Roma nel 1961. Tra i numerosi premi si ricorda il primo premio nazionale A. Soffici a Prato del 1965.
Il B. collaborò con una vignetta settimanale al Mondo, dal 1949 al 1971. Con grande coerenza espressiva continuò un'attività che si era manifestata, in precedenza, nella collaborazione a vari periodici: Numero e Pasquino (1915); Index (1919); Il Selvaggio (1930); Quadrivio (1934); Omnibus (1937), e il quotidiano torinese La Gazzetta del popolo (1932). La sua vena umoresca, amante del paradosso e della battuta fulminea, affidata al segno morbido e grasso della matita, in modo realistico ma senza acredine, tratteggiava i costumi di una società in rapida evoluzione.
Per lui sono stati fatti i nomi di Daumier, Forain, Lautrec e Gavarni in riferimento al segno che non è solo sintesi e satira, ma dà spazio al bozzetto, colorisce e sfuma i tratti come in pittura. Questo risalta, soprattutto, nei ritratti ad olio degli amici da Cardarelli a Francalancia, a Longhi; e, nella grafica, nelle descrizioni della Roma della speculazione edilizia (aveva fatto parte nel 1958 della commissione per il nuovo piano regolatore) e dei costumi degli italiani. Molti dei suoi disegni sono stati raccolti e pubblicati da lui stesso, in una costante collaborazione editoriale, cominciata nel 1920, con E. Formiggini: nel 1934, Roma in selci, prefazione di A. Baldini, Bologna; nel 1952, Oggi come oggi, prefazione di M. Soldati, Roma; nel 1957, GliItaliani in casa, prefazione di I. Montanelli, Milano; nel 1968, L'aragosta, Milano; nel 1969, Quando tutto era più bello, Roma; nel 1971, Amici presi in giro, prefazione di V. Cardarelli e L. Longanesi, Milano.
La sua appasionata attività di grafico si è espressa inoltre nell'illustrazione di opere classiche e moderne: 6 disegni fuori testo per Don Giovanni in Sicilia di V. Brancati, Milano 1952; 7 litografie per La mandragola di N. Machiavelli, 120 esemplari numerati, Verona 1957; 8 disegni per DoppioMelafumo di A. Baldini, Torino 1957; litografia per la 40ª terzina del XXIX canto del Paradiso per La Commedia di Dante, 500 esemplari numerati per il VII centenario della nascita, Milano 1965; 16 tavole a colori per Epigrammi di Marziale, Roma 1965.
Nel 1970 curò una sua antologica alla galleria Centro di Milano. Morì a Roma il 20 dic. 1971.
Gli sono state dedicate mostre rievocative e la medaglia d'oro alla memoria alla VII Biennale dell'umorismo nell'arte di Tolentino, nel 1973.
Oltre che in numerose collezioni private italiane e straniere, opere del B. sono conservate in importanti sedi e gallerie; tra le altre: Galleria del comune di Roma; collezione del ministero degli Esteri; Casa dei Cavalieri di Rodi a Roma; Istituto italiano di credito fondiario di Roma; Galleria d'arte moderna di Torino; Cassa di risparmio di Terni; Museo di Alatri.
Fonti e Bibl.: Per una bibl. fino al 1973, si veda Patti, 1973. In particolare, però, A. Soffici, A. B., Milano 1950; C. Refice, A. B., l'inconfondibile, in La Fiera letteraria, 6 maggio 1962, p. 6; G. Fontanesi, Gli amici di B., in Il Mondo, 4 giugno 1963, p. 15; A. E. De La Ville, B., Roma s.d. [1965]; C. L. Ragghianti, in Arte moderna in Italia 1915-1935 (catal.), Firenze 1967, p. 157; G. Visentini, A. B. N., Roma 1968; E. Patti, A. B. N., Roma 1973; P. Pallottino, in Annitrenta (catal.), Milano 1982, p. 579; C. Vivaldi, A. B. (catal.), Acquasparta 1982; P. Spadini, in Gli artisti di Villa Strohl-Fern … (catal.), Roma 1983, pp. 73-75; M. Novi, Riscopriamo B., in La Repubblica, 13 apr. 1986; S. Russo-G. Casini, A. B. N. (catal., galleria Russo), Roma 1986; P. Spadini, in Secessione romana 1913-1916 (catal.), Roma 1987, p. 286.