CASTRO, Américo
Critico, filologo e storico spagnolo, nato il 4 maggio 1885 a Rio de Janeiro. Prof. di storia della lingua spagnola all'università di Madrid dal 1915, dopo la guerra civile è emigrato negli S.U.A. e ha insegnato letteratura spagnola nell'università di Princeton e in altre università americane.
Educatosi alla scuola di Menéndez Pidal, da cui ereditò il rigore metodologico e l'interesse per la critica testuale (ediz. dei Fueros leoneses, del Burlador di Tirso), C. fu legato anche, ai suoi inizî, alla cultura della generazione del 1898 e in particolare a F. Giner de los Ríos, e ne derivò le preoccupazioni didattiche e sociologiche dei primi studî (El elemento extraño en el lenguaje, 1921; La enseñanza del español en España, 1922; Lengua, enseñanza y literatura, 1924). Attraverso un esame rigoroso della cultura di Cervantes e dell'ambiente in cui nasce il Quijote, C. operò una svolta definitiva nella critica cervantina col superamento del pregiudizio romantico di un Cervantes "ingenio lego" e con la ricostruzione di un preciso itinerario culturale dell'artista (El pensamiento de Cervantes, Madrid 1925; Erasmo en tiempo de Cervantes, in Rev. de Fil. Esp., 1931; Aspectos del vivir hispánico, Santiago de Chile 1949), allargandosi a una meditazione intorno alla cultura spagnola dell'età aurea. Indagando infine sulle origini e i caratteri dell'intera civiltà ispanica, prima in España en su historia (Buenos Aires 1948), poi, con rinnovata e acuita intenzione teorica, in La realidad histórica de España (Messico 1954) ha offerto un'interpretazione globale della "hispanidad" in cui l'elemento caratteristico è individuato in una sorta di vitalismo perpetuo, estraneo a forme razionali e speculative di conoscenza e capace di attingere una sua inconfondibile autenticità. Più che nel rigore della teoria (in cui traspaiono, accanto al dichiarato modello di Dilthey, residui dell'esistenzialismo e del mito pessimistico della "raza" di M. de Unamuno e della cultura novantottista), il valore di queste opere è nella profonda analisi storica delle "componenti" nel loro attuarsi particolare e soprattutto nell'interpretazione del Medioevo ispanico come risultato dell'incontro di tre culture, goto-cristiana, araba ed ebraica. Fra le altre opere del C. si ricordino, oltre al vecchio e sempre fondamentale studio Algunas observaciones acerca del concepto del honor (Madrid 1916), gli studî su Lope e Tirso (Vida de Lope de Vega; Madrid 1919, Don Juan en la literatura española, ivi 1924) e ancora: Santa Teresa y otros ensayos, Madrid 1932; Iberoamérica: su presente y su pasado, New York 1941; Lo hispánico y el erasmismo, Buenos Aires 1942; Ensayo de historiología, 1950; la raccolta di tutti gli studî cervantini posteriori a El Pensamiento in un volume dal titolo Hacia Cervantes, Madrid 1957. La realidad histórica de España è stato tradotto in italiano col titolo La Spagna nella sua realtà storica, Firenze 1955.