AMELONGHI (Amelunghi, Amalonghi), Girolamo, detto il Gobbo da Pisa, il Forabosco, Martin Paladel, Ser Galigastro da Varlecchio
Poeta pisano, visse intorno alla metà del sec. XVI. La sua figura è legata all'ambiente di Alfonso de' Pazzi e dell'Accademia Fiorentina, di cui sembra facesse parte. Nel carnevale del 1546 (o del 1545, come sembrerebbe da una lettera di N. Martelli e dai ricordi di A. da Sangallo) prese parte alla grandiosa mascherata, detta del Trionfo della Pazzia, organizzata da Alfonso de' Pazzi, che colse l'occasione per lanciargli un violento epigramma di scherno.
Della varia produzione dell'A., comprendente sonetti, madrigali, capitoli, canti carnascialeschi, epigrammi, poco è rimasto. Una Canzona degli Studianti di Pisa, che faceva parte di Tutti i trionfi, charri, mascherate o canti carnascialeschi, Fiorenza 1559, p. 219, è stata ripubblicata da Ch. S. Singleton nel volume Canti carnascialeschi del Rinascimento, Bari 1936, p. 382; sue rime sono comprese nella Scelta di rime di diversi moderni autori non più stampate, Genova 1591; e infine è da ricordare uno scambio di sonetti e capitoli burleschi tra l'A. e l'Etrusco, il già citato Alfonso de' Pazzi. Di quest'ultimo l'A. raccolse, nel 1557, le rime, accompagnandole con una lettera diretta a Cosimo duca di Firenze (Cod. Riccard. 2907).
Ad Alfonso aveva anche dedicato, nel 1547, sotto il nome di Forabosco, il poemetto eroicomico cui è particolarmente dovuta la sua fama, La Gigantea, pubblicato per la prima volta a Firenze nel 1566 insieme con La Nanea, forse del Serafini, e ristampato poi, sempre con La Nanea, a Firenze nel 1586, e con La Nanea e La Guerra dei Mostri del Lasca, a Firenze nel 1612 e a Yverdon nel 1772.
La Gigantea è un poemetto di centoventotto ottave in cui viene descritta, con intenzione farsesca ed evidente gusto del mostruoso e dell'iperbolico, la fantastica guerra mossa dai Giganti agli Dei, pretesto a una serie di inverosimili trovate e bizzarrie descritte con stile vivace e colorito. La fortuna del tono e dell'invenzione è testimoniata dall'imitazione, che è evidente ne La Nanea e ne La Guerra dei Mostri, e di cui è traccia nelle Stanze sopra la rabbia di Macone forse di Piero Strozzi (Stanze del poeta Sciarra fiorentino, Firenze 1822) ed anche in Paul Scarron.
Per questo poemetto l'A. fu accusato dal Lasca di plagio ai danni di Betto Arrighi, accademico fiorentino, che sembra avesse per primo scritto qualche cosa del genere (ne parla anche il Doni ne I Marmi, Vinegia 1552, pp. 140-143); ma la lettera d'accusa del Lasca, riportata anche dal Crescimbeni (nella sua Istoria della volgar poesia, I, Venezia 1730, pp. 358 s.), contrasta con la seconda stanza de La Guerra dei Mostri, in cui egli stesso aveva riconosciuto nell'Amelonghi l'autore de La Gigantea.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca Marucelliana, cod. Maruceli, B III 54,2, A. da Sangallo, Alcuni ricordi dal 1537 al 1555; N. Martelli, Il primo libro delle lettere, Fiorenza 1546, p. 88; A. F. Doni, La seconda Libraria, Vinegia 1557, p. 229; A. F. Grazzini, Rime, a cura di A. M. Biscioni, II, Firenze 1741, pp. 330, 332,344; G. Bianchini, Della satira italiana, Massa 1714, p. 48; O. Fontanini-A. Zeno, Biblioteca dell'eloquenza italiana, I, Venezia 1753, p. 294; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, pp. 617 ss.; D. M. Manni, Veglie piacevoli, V, Firenze 1774, p.52; F. Grassini, Biografia dei Pisani illustri, Pisa 1838, sub voce; O. Verzone, Le Rime burlesche del Lasca, Firenze 1882, pp. LXXXV, XC; O. Dini, Il Lasca tra gli Accademici, Pisa 1896, pp. 25-29; C. Zacchetti, Dal poema epico al poema eroicomico, Melfi 1898, p. 23; G. Pedrotti, Alfonso de' Pazzi, accademico e poeta, Pescia 1902, pp.17-22, 57ss., 81; F. Flaniini, Il Cinquecento, Milano s. d. [ma 1902], pp.157, 544; O. Secchi, recensione a G. Pedrotti, Alfonso de' Pazzi accademico e poeta, in Giorn. stor. d. letter. ital., XLI (1903), p. 396; Encicl. Italiana, II, p. 833; XVII, p. 160.