AMBROSINO o Ambrogino
Dalla effigie di S. Ambrogio, che vi era impressa, ebbero questo nome le monete del comune milanese (1250-1310), ricordate dagli statuti di Brescia nel 1257. L'ambrosino piccolo d'argento valeva un soldo di denari terzuoli, pari a mezzo soldo di denari imperiali, e aveva da un lato la croce a braccia uguali, dall'altro S. Ambrogio in abiti episcopali, seduto e benedicente: l'ambrosino grande o grosso, pure d'argento, con le identiche figurazioni, valeva invece un soldo e mezzo di terzuoli, o 3/4 del soldo imperiale. Le monete emesse sotto l'imperatore e re d'Italia Enrico VII di Lussemburgo (1310-1313), conservarono il nome di ambrogini; e si ebbe allora quello grandissimo d'argento, del valore di due soldi imperiali o quattro di terzuoli; però la figurazione era variata, e all'effigie di S. Ambrogio, da un lato, vanno unite, dall'altro, quelle dei Ss. Gervasio e Protasio ivi poste in memoria della vittoria riportata dai ghibellini il 19 giugno 1311, ricorrenza festiva di quei due santi. Questa denominazione di ambrogini alle monete milanesi pare durasse fino ai tempi di Galeazzo e Bernabò Visconti, in cui cominciò a prevalere quella di grosso.
Un documento del 1303 ci porge la notizia certa che il comune coniò anche l'ambrogino d'oro, equivalente al fiorino o ducato. Però non si è ancora d'accordo sull'identificazione di tale moneta. Quanti trattarono delle monete milanesi, ultimo il Corpus Nummorum Italicorum, credettero riconoscerla nel fiorino d'oro senza nome di principe, che ha da un lato S. Ambrogio e dall'altro i Ss. Gervasio e Protasio: tale attribuzione però non è senza obiezioni precipue quelle della rarità estrema (se ne conoscono soli tre esemplari) e del tipo, adottato nella monetazione milanese soltanto dopo il 1311. A questo supposto ambrosino si dà per compagno il mezzo ambrosino, del valore di mezza lira imperiale o di una lira di terzuoli, che ha, da un lato, il busto di S. Ambrogio e, dall'altro, la lettera M gotica, posta in un ornato di semicerchi, mentre si attribuisce ancora alla Repubblica ambrosiana (1447-1450) l'ambrosino intero con le stesse figurazioni. Veramente parrebbe che ambedue queste monete, l'intero e il mezzo, così somiglianti fra di loro, dovessero appartenere al medesimo periodo, che potrebbe benissimo essere tanto quello del Comune quanto quello della Repubblica ambrosiana, non essendo inverosimile che questa, volendo emettere monete d'oro, avesse adottato i tipi del comune.
Bibl.: S. Ambrosoli, L'Ambrosino d'oro, Milano 1905; Corpus nummorum italicorum, V; A. Mazzi, Per una vecchia questione, l'Ambrosino d'oro della Prima Repubblica milanese, in Riv. it. di Numismatica, XXIV (1911); G. Mulazzani, Studî economici sulle monete di Milano, ibidem, I (1888).