AMBROSIA (gr. ἀμβροσία "[cibo] immortale")
Nella mitologia omerica è indicato con questo nome non solo il nutrimento degli dei (Odyss., V, 93; IX, 359), ma anche un unguento destinato a detergere impurità, medicare ferite, preservare cadaveri dalla corruzione (Il., XIV, 170). Esso è di pertinenza esclusiva degli dei, che solo eccezionalmente ne fanno parte ai mortali; e chi ne gusta acquista l'immortalità. Oggetto di viva discussione sono stati i rapporti di questa sostanza col nettare, menzionato da Omero insieme con l'ambrosia quale bevanda divina, mentre in altri autori, come Alcmane e Saffo, l'ambrosia è invece bevanda e il nettare cibo. Il Roscher la considera una specie di miele, poiché il miele fu appunto il primo nutrimento di Zeus; ma questa identificazione è da altri respinta. Recentemente è ritornato sull'argomento il Dumézil, il quale, studiando il ciclo dell'ambrosia presso tutti i popoli indoeuropei, mette in relazione l'ambrosia con le feste e i riti primaverili, quale simbolo dell'immortalità.
Bibl.: Roscher, in Lexicon d. gr. u. röm. Mythol., I, coll. 280-82; Wernicke, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, coll. 1809-1811; Dumézil, Le festin d'immortalité, Parigi 1924 (Annales du Musée Guimet).