AMBROGIO
Figlio di Faustino, milanese, parente di Ennodio, iniziò i suoi studi a Milano, trasferendosi poi nel 511 a Roma per frequentare i maestri della capitale, accompagnato dalle raccomandazioni per alcuni illustri cittadini da parte del vescovo di Pavia, che gli aveva dedicato alcune opere. In seguito divenne oratore e avvocato. Nel 526,forse vivente ancora Teodorico, fu nominato "comes rerum privatarum" e, conforme all'indirizzo generale della politica del re, di salvare la forma della tradizione per superarla nella sostanza, adattando uomini e istituti alle contingenze, gli furono attribuiti compiti eccedenti i limiti della carica. Poco dopo, alla fine del 526, Atalarico lo nominava "quaestor palati".
Siamo al momento del nuovo corso, quando l'eliminazione di Cipriano e degli altri più accesi sostenitori dei Goti testimonia, nel governo di Amalasunta, reggente per il figliolo, un tono più moderato nei riguardi del mondo romano di quello che aveva caratterizzato gli ultimi tempi di Teodorico: questa nomina è perciò indubbiamente un tentativo di conciliare al nuovo governo la simpatia di quei circoli milanesi che avevano sostenuto la politica teodoriciana e potevano appoggiare le tendenze moderate ed equilibratrici di cui si faceva interprete Cassiodoro.
Nel 533,dopo il 1 settembre, Cassiodoro, nominato prefetto del pretorio, lo richiamò di nuovo dalla sua professione di avvocato al compito di "vicarius praefecti praetorio". In questa qualità egli procedette a una "frumentatio" a favore dei Romani, quasi a dimostrare che, anche per questa via, con la scelta dei funzionari e con i donativi si cercava il favore popolare. Ad A. si rivolse ancora Cassiodoro perché prendesse provvedimenti contro i danni della siccità (Var.XIII, 25).Appare così il profilo di un romano favorevole ai Goti, ma non ostile alle correnti conservatrici del Senato, legato a Cassiodoro e a lui vicino nella cultura e negli atteggiamenti morali.
Fonti e Bibl.: Magni Felicis Ennodi Opera, a cura di F. Vogel, in Mon. Germ. Hist., Auctores antiquissimi,VII, Berolini 1885, pp. 201, 294, 295, 310; Cassiodori senatoris Variae,a cura di T. Mommsen, ibid.,XII, Berolini 1894, pp. 245-246, 334, 381-382; J. Sundwall, Abhandlungen zur Geschichte des ausgehenden Römertums,Helsingfors 1919, p. 89.