Lorenzetti, Ambrogio
Pittore senese del quale è incerta la data di nascita; mori probabilmente in Siena durante la pestilenza del 1348. Quale nota preponderante del suo linguaggio si può individuare la tendenza a fondere preziosismi cromatici di netta ascendenza senese con una visione umanamente terrena, nella quale è chiaramente riscontrabile un influsso fiorentino e giottesco. Questo aspetto umano, pur nell'esaltazione mistica della di lei figura, evidenzia il Rowley nella Vergine dell'Annunciazione del 1344 (Siena, Galleria dell'Accademia) e proprio in questa fusione di umano e di divino riscontra un accordo tra la poesia di D. e quella di Ambrogio. L'accostamento diviene ancor più pertinente se, poi, si considera che l'angelo nunziante porta la palma " of martyrdom which she will win at the foot of the cross ". È chiaro il riferimento al Paradiso (XXXII 112-114) anche se per D. la palma è simbolo di vittoria e non di martirio.
Lo stesso Rowley pensa a un influsso, o almeno a un'ispirazione dantesca, per quanto riguarda la Maestà di Massa Marittima; fissa i termini di questa ispirazione in quattro punti: una sorta di " ambiguity " tra mondo terreno e mondo celeste, la sistemazione gerarchica, l'attiva adorazione degli angeli, la presenza delle virtù teologali. Egli non accetta, invece, la tesi della presenza di D. tra i ventiquattro magistrati nella raffigurazione del Buon Governo in città nel palazzo pubblico di Siena. E invero in nessuno dei personaggi che si accompagnano alla simbolica figura del vecchio incoronato è riscontrabile una sia pur vaga e generica parentela con i tradizionali ritratti del poeta. Che il L. ci abbia lasciato nell'affresco in questione un ritratto di D. è, del resto, sostenuto solo da vecchie fonti non sempre attendibili (cfr. Ranalli e Ferrazzi).
Bibl. - F. Ranalli, Storia delle belle arti in Italia, I, Firenze 1845, 12; G.J. Ferrazzi, Manuale dantesco, II, Bassano 1865, 393; G. Rowley, A.L., Princeton 1958, 12, 59-60, 102 (con bibliografia).