AMBROGIO di Baldese
Pittore fiorentino, nato nel 1352 e attivo a Firenze e a Prato. Scarsissime sono le sue opere sicuramente documentate; un tentativo fatto da O. Sirèn per ricostruirne la personalità artistica, con l'attribuzione di un polittico della Yale Collection, non è stato accettato (Offner, Procacci).
Nella sua produzione si rivela indipendente da Niccolò di Pietro Gerini, col quale lavorò prevalentemente.
Circa nel 1386 lavorava a fresco col Gerini a Firenze, all'esterno del palazzo della Compagnia del Bigallo. Una frammentaria parte di questi dipinti, con i Capitani della Misericordia che restituiscono alle madri i fanciulli smarriti (trasferito nel 1777 nella sala del Consiglio dello stesso palazzo), presenta un colore dolce, quasi da senese, e una attenta individuazione di costumi e fisionomie. Da documenti risulta che nel 1403, sempre a Firenze, dorava il tabernacolo dei maestri di pietra e legname su un pilastro dell'oratorio di Orsanmichele; sempre per Orsanmichele riceveva (nel 1406, nel 1407 e nel 1409) dei pagamenti per una Visitazione, forse su tavola, e gli si ordinava di dipingere l'ornamento di un organo (1413). Nel 1410 lavorava a Prato - vi era già stato nel 1392 per giudicare alcune pitture del palazzo Datini - con il Gerini, Lippo d'Andrea ed altri, a una serie di Storie della vita di Francesco Datini nel palazzo Datini, poi nella casa Pia dei Ceppi. Morì il 30 ottobre 1429.
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le Vite..., con nuove annotazione e documenti di G. Milanesi, I, Firenze 1878, pp,. 633 n. 3, 640 n. 4; II, ibid. 1878, p. 8 n. 1; O. Gamba, Giovanni da Ponte,in Rassegna d'Arte, IV (1904), pp. 178 s.; G. Poggi, La Compagnia del Bigallo, in Rivista d'Arte, II (1904), pp. 208, 229-32; O. Sirèn, Trecento Pictures in American Collections, in The Burlington Magazine, XIV (1908-1909), p. 326; Id., A descriptive Catalogue of the Pictures in the Jarves Collection, New Haven 1916, pp. 57 ss.; R. Henniker-Heaton, An early Fiorentine Madonna, in Art in America, XII (1924), pp. 211-215; R. van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, III, The Hague 1924, pp. 612, 617, 618; IX, ibid. 1927, pp. 33, 86, 117, 192, 209; R.Offner, Italian Primitives at Yale University, New Haven 1927, p. 20; R. Piattoli, Un mercante del Trecento e gli artisti del tempo suo, in Rivista d'Arte, XI (1929), p. 557; XII (1930), pp. 119 ss.; U. Procacci, Opere d'arte inedite alla Mostra del tesoro di Firenze sacra, in Rivista d'Arte, XV (1933), pp. 240 s.; G. Pudelko, The minor Masters of the Chiostro Verde, in The Art Bulletin, XVII (1935), pp. 83 ss.; A. Badiani, Il palazzo Datini in Arch. stor. pratese, XIX (1941), pp. 3-9; P. Toesca, Storia dell'Arte Italiana, II, Il Trecento,Torino 1951, pp. 646, 654; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 391.