CONTARINI, Ambrogio
Viaggiatore italiano del sec. XV (morto a Venezia nel 1499). Nato da famiglia del patriziato veneziano, il C. fu avviato alla marineria, nella quale trascorse tutta la sua giovinezza. Nel 1474 fu spedito ambascitore ad Ūzun Ḥassān, sovrano della Persia, per confortarlo alla guerra contro gli Ottomani. Partito da Venezia nel febbraio, si condusse, attraverso il Brennero, l'Austria, la Polonia e l'Ucraina, a Caffa in Crimea e di qui, per l'Eusino, nella regione caucasica, che attraversò, giungendo nell'agosto dell'anno successivo a Tabrīz. Essendone partito da poco Ūzun per domare la ribellione di uno dei suoi figli, il C. lo raggiunse ad Iṣfahān, dove s'incontrò con Josaphat Barbaro, spedito in Persia l'anno innanzi per lo stesso scopo. Ricevuto dapprima benignamente, sembra che non riuscisse poi troppo caro al re persiano, che nel giugno del 1476 lo congedava in brusco modo. Sulla via del ritorno, incontrò varie peripezie, e fu a un pelo di perdere, se non la vita, la libertà, volendo i Tartari ridurlo in schiavitù. Dopo aver peregrinato dalla Mingrelia a Tiflis e a Derbent, riuscì, da Astrachan, a condursi in Russia e poi in patria (apr. 1477).
La sua relazione di viaggio, senza avere l'importanza di quella del Barbaro, ne rappresenta un opportuno complemento: meno ricca di notizie sulla Persia, si diffonde soprattutto sulla Mingrelia, la Georgia, il Caspio e la Russia meridionale. In generale esatto e veritiero, il C. manca della perspicacia del suo contemporaneo e di rado sa sollevarsi sopra la forma un po' asciutta del diario di viaggio. Edita a stampa per la prima volta nel 1486, questa relazione ebbe notorietà attraverso la raccolta ramusiana, nel cui secondo volume è inserita.
Bibl.: N. Di Lenna, A. C. polit. e viagg. nel sec. XV, Padova 1921.