ambiguita
ambiguità Situazione in cui l’informazione a disposizione di un decisore sulla probabilità del verificarsi di un certo evento è vaga e imprecisa. Tipico esempio di tale situazione è il paradosso di Ellsberg (➔ Ellsberg, paradosso di). È quindi una situazione in cui la descrizione della realtà è caratterizzata da uno stato di incertezza non quantificabile oggettivamente, come quando, per es., ci si trovi a considerare un’urna in cui qualcuno ha collocato 90 palline di colore o bianco o nero, scegliendo secondo criteri completamente sconosciuti. Non avendo alcuna informazione sulla composizione dell’urna, oltre al colore certamente bianco o nero delle palline, non vi sono motivi per riporre maggior fiducia in una fra le possibili composizioni (in generale, b palline bianche e 90 - b nere). Al contrario, una situazione di incertezza oggettivamente quantificabile è quella in cui si ha notizia certa che l’urna è composta da un numero fissato (per es. 45) di palline bianche, mentre le rimanenti sono sicuramente palline nere (in questo caso 45). La necessità di distinguere fra le due situazioni fu difesa dall’economista F. Knight, il quale sostenne l’applicabilità delle regole del calcolo delle probabilità solo alle situazioni di incertezza probabilizzabile, da lui definite situazioni di rischio. Si voglia valutare la probabilità di estrarre pallina bianca in una singola estrazione effettuata in modo completamente casuale, ovvero dal classico bambino bendato. Secondo i fautori di questa teoria, essa sarebbe 45/90 nella situazione di rischio sopra descritta, mentre non si potrebbe calcolare nell’altra condizione di incertezza. La distinzione è invece contestata dai fautori della teoria della probabilità soggettiva. Per costoro non ha senso parlare di probabilità oggettiva: ogni giudizio probabilistico deve essere interpretato semplicemente come l’attribuzione di un grado di fiducia soggettivo. Nell’esempio, tale fiducia è 45/90, non perché si ritenga questa come la sicura composizione dell’urna, ma piuttosto perché in condizioni di completa ignoranza e dunque (almeno fino a prova contraria) di simmetria, questa è la fiducia media che si può riporre nell’uscita della pallina bianca. I cultori della teoria delle decisioni, restii a schierarsi su motivazioni per qualche verso filosofiche, preferiscono affrontare il problema da un punto di vista operativo. In coerenza con tale approccio, hanno costruito esperimenti pratici, chiedendo a un certo numero di soggetti cavia in quale situazione preferirebbero scommettere (essendo obbligati a farlo e ovviamente a parità di posta) sull’uscita di pallina bianca. Essi ritengono sufficientemente probante l’evidenza sperimentale che gran parte dei soggetti preferisce scommettere nella situazione di rischio (urna contenente certamente 45 palline bianche) rispetto a quella di a. (nessuna informazione e nessuna opinione asimmetrica sul modo in cui sono state inserite le palline bianche e nere nell’urna). Tale atteggiamento viene definito di avversione all’a. e va accuratamente distinto da quello di avversione al rischio (➔ rischio).