AMALRICO II di Lusignano, re di Cipro e di Gerusalemme
Figlio cadetto di Ugo VIII, il Bruno, di Lusignano: famiglia di piccoli feudatarî del Poitou. Seguendo il padre, che, venuto in Palestina nel 1163, aveva combattuto e vi era morto nel 1165, A. comparve sui vent'anni a Gerusalemme, in cerca di fortuna, nel 1168. Non il valore in guerra, ma l'abilità pratica lo innalzò, nel 1179, alla dignità di connestabile del regno di Gerusalemme; in tale ufficio seppe procurare al fratello maggiore Guido la mano della sorella del re, Sibilla, vedova di Guglielmo di Monferrato. Allorché Guido diventò re, nel 1186, lo servì fedelmente, e con lui combattè e cadde prigioniero del Saladino a Ḥiṭṭīn (1187). Liberati dal Sultano, non mantennero la promessa di ritornare in Europa, e organizzarono la riconquista di San Giovanni d'Acri. Nel 1194 però, A. abbandonò il regno per succedere al fratello Guido, allora morto, nella signoria di Cipro, a lui ceduta da Riccardo Cuor di Leone. In Cipro, il nuovo signore sistemò la colonizzazione feudale dei nobili latini esuli dalla Siria, e organizzò con chiarezza di idee e metodicità uno stato simile a quello di Gerusalemme, applicandovi le stesse Assise, e organizzando la Chiesa latina. L'imperatore di Germania Enrico VI gli conferì la dignità regia, ed inviò l'arcivescovo di Hildesheim a incoronarlo (1195). Vedovo di Eschiva di Gibeletto, da cui aveva avuto tre figli, Guido, Giovanni, Ugo, sposò nel 1197, per invito dei baroni di Siria, la regina Isabella, vedova prima di Corrado di Monferrato ed ora di Enrico di Champagne, da cui gli nacquero Amalrico, Sibilla e Melisenda. Incoronato re di Gerusalemme (1198), utilizzò prudentemente le forze di Cipro per rinsaldare le poche terre che formavano il regno gerosolimitano: Giaffa, Cesarea, Caifa, Acri, Tiro, Sidone, e riuscì, ricuperando Beirūt e Giubail (Gibeletto), a stabilire una comunicazione terrestre con Tripoli ed Antiochia. Quando, nel 1202, incominciarono ad arrivare i crociati, mossi dai proclami di Innocenzo III, A. non permise che con azioni impulsive si rompessero i momentanei buoni rapporti con l'Egitto, e stette ad aspettare l'arrivo dell'esercito fiammingo-monferrino. Gli avvenimenti della IV crociata diedero ragione alla sua prudenza di voler salvaguardare la pace. Morì a San Giovanni d'Acri il 1° aprile 1205.
Bibl.: Per l'attività di A. come signore, e re di Cipro, v. L. De Mas Latrie, Histoire de l'île de Chypre, Parigi 1852-55; per la riorganizzazione di Gerusalemme R. Röhricht, Gesch. des Königr. Jerusalem, Innsbruck 1898.