AMALECITI (ebraico ‛Ămālēq[ī]; la Vulgata come nome di popolo Amalec, come nome di persona Amalech)
Tribù nomade di razza probabilmeme araba, dimorante nel deserto della Palestina meridionale, a sud del Negeb e della penisola sinaitica centrale (l'odierno et-Tih). Il nome della tribù portato anche da un figlio di Eliphaz figlio di Esau (Genesi, XXXVI, 12, 16), che fu in realtà un capo-gruppo di famiglie; ma nulla ci dice che da lui discendessero gli Amaleciti: il suo gruppo anzi doveva essere una ristretta sottospecie della tribù degli Edomiti discendenti da Esau, ben distinti dagli Amaleciti, dato che la stessa Bibbia parla degli Amaleciti molto prima dell'epoca di Esau.
Già ai tempi di Abramo la Bibbia parlando della spedizione di Chodorlahomor nomina e collega Cades, a sud della Palestina, col "territorio degli Amaleciti" (Genesi, XIV, 7); e il tenore del testo, piuttosto che far pensare ad una terminologia anticipata, sembra implicare la reale dimora di quel popolo. Nel celebre vaticinio di Balaam (v.) si dice che gli Amaleciti sono "primizia delle nazioni" (Numeri, XXIV, 20): la quale espressione, se s'interpreta, come sembra naturale, in senso vagamente cronologico, rappresenta una conferma del precedente testo del Genesi. Gl'Israeliti usciti da poco dall'Egitto, trovarono negli Amaleciti il primo popolo che ostacolò a mano armata il loro inoltrarsi nella penisola sinaitica; lo scontro avvenne a Rephidim, pianura a nord-ovest del monte Sinai; fu diretto per gl'Israeliti da Giosuè, mentre Mosè su una collina vicina pregava assistito da Aronne e Hur, e si conchiuse con la sconfitta degli Amaleciti (Esodo, XVII, 8 segg.; cfr. Deuteronomio, XXV, 17-19). Alcuni mesi più tardi, volendo gl'Israeliti penetrare in Palestina dal sud, si avvicinarono al Negeb abitato dagli Amaleciti e mandarono esploratori a visitare quello e il circostante territorio: ma la loro relazione fu scoraggiante (Numeri, XIII, 29-33) Ciò nonostante alcuni di propria iniziativa e contro il volere di Mosè mossero all'attacco degli Amaleciti e dei Cananei, ma ne furono sconfitti e messi in fuga fino a Horma (Num., XIV, 43-45). Entrati che furono gli Israeliti in Palestina, troviamo al tempo dei giudici gli Amaleciti uniti più volte con altri popoli circostanti ostili ai nuovi arrivati: ma in queste azioni ostili gli Amaleciti appaiono come in sottordine e ausiliarî agli altri popoli (Giudici, III, 13; VI, 3 33; VII, 12); la ragione probabilmente e che doveva trattarsi di bande vaganti, staccatesi dal corpo della tribù che stava molto più a sud. È probabile che una di queste bande prendesse stabile dimora nel territorio della tribù di Efraim, su un'altura chiamata il "monte degli Amaleciti" (Giudaici, XII, 15; cfr. l'oscuro V, 14). Stabilito in Israele il regno, il re Saul (v.) intraprese una regolare campagna contro gli Amaleciti (I Re [Samuele], XIV, 48; XV, 1-33), che risultò disastrosa per costoro. Poco dopo troviamo che David (v.), profugo in Siceleg, faceva delle incursioni depredatorie nelle contrade degli Amaleciti (I Re [Sam.], XXVII, 8) e alla sua volta ne ebbe a soffrire da essi (I Re [Sam.], XXX). Ma da questo tempo in poi perdono ogni importanza nella storia del popolo d'Israele, quantunque sembri che in mezzo ad esso vivessero qua e là pacificamente famiglie di Amaleciti (cfr. II Re [Sam.], I, 8 segg.). Nella Bibbia essi sono ricordati per l'ultima volta ai tempi del re Ezechia (I Cronache, IV, 43). Dai documenti extrabiblici non si hanno notizie sugli Amaleciti. Gli storici arabi che ne parlano in tempi relativamente tardi dipendono, come ha dimostrato il Nöldeke, dai dati della Bibbia o da leggende incoerenti e infondate.
Bibl.: Oltre ai varî commenti al Genesi nei passi citati cfr. Nöldeke, Über die Amalekiter und einige andere Nachbarvölker der Israeliten, Gottinga 1864; id., in Encycl. Bibl, I, col. 128 segg.; Encycl. Jud., II, coll. 544-46.