AMADOR DE LOS RÍOS, José
Nacque a Baena il primo maggio 1818. Studiò nel seminario di San Piélago di Còrdova. Nel '39 passò a Madrid, dov'ebbe agio di riformare e allargare la sua cultura, seguendo i corsi che nell'Ateneo scientifico letterario teneva don Alberto de Lista. Tentò dapprima l'arte dei versi; e, nel '39, in collaborazione con don José Bueno, pubblicò un volume di Poesías recogidas (rist. nel 1841 e nel 1880). Più tardi, nel '45, si provò anche al teatro, facendo rappresentare a Madrid tre drammi. Meglio attese alle ricerche artistiche, archeologiche e storiche, e nel campo della critica e dell'erudizione l'operosità sua fu svariatissima e toccò argomenti molteplici. Nel '44 pubblicò Sevilla pintoresca (Siviglia 1844); successivamente, Toledo pintoresca ó descripción de sus más celebres monumentos (Madrid 1845) e, più tardi, in collaborazione con Juan de Diós de la Rada, Historia de la villa y corte de Madrid, in quattro volumi (Madrid 1861-1875). Negli anni '41 e '42, pubblicò, corredandola di aggiunte e note, la Hist. de la literatura española del Sismondi, che aveva cominciato a tradurre don José Lorenzo de Figueroa (Siviglia 1842). Dette quindi alle stampe i suoi Estudios históricos políticos y literarios sobre los Judíos de España (Madrid 1848) che attirarono l'attenzione sopra di lui e gli valsero la cattedra di letteratura nella Facoltà di lettere e filosofia. Fu deputato del partito conservatore nel 1863 e nel 1864. Alla morte di don Pedro Felipe Monlau fu nominato capo del Museo archeologico nazionale, carica che sostenne fino all'anno 1868, in cui gli fu tolta la cattedra che riebbe dal governo della Restaurazione e tenne poi fino agli ultimi giorni della sua vita. Morì il 17 febbraio 1878. Appartenne all'accademia de la Historia e a quella de Bellas Artes de San Fernando. Per incarico della prima pubblicò la Historia general y natural de las Indias di don Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés (Madrid 1851-1855). Non possiamo enumerare tutti gli studî e pubblicazioni sue, per una ragione o l'altra pregevoli tutte, anche se non sempre alla ricchezza dell'erudizione va congiunta una prosa agile e vivace. Segnaleremo le principali, oltre quelle già menzionate: Obras del Marqués de Santillana (1852); El Arte mudéiar (1859); El Arte latino-bizantina en España (1861); Romances tradicionales de Asturias (1861); Memorias histórico-críticas de las Treguas celebradas en 1439 entre los Reyes de Castilla y Granada (1871); Historia social, politica y religiosa de los Judíos de España y Portugal (1875-1876, in tre volumi); Estado de la crítica literaria durante el siglo XIX. Discurso pronunciado en la Universidad Central, en la apertura del curso, 1850-1851; e un numero infinito di articoli e memorie sparsi in riviste e atti accademici. Ma l'opera sua più notevole è la Historia crítica de la literatura española, in sette volumi (Madrid 1861-1865), che abbraccia l'antichità e il Medioevo, ed è frutto d'infinite e pazienti indagini. Instauratore del buon metodo storico nelle ricerche della letteratura spagnuola, l'Amador ebbe il merito di averne trattato per il primo in modo veramente scientifico i primi secoli, congiungendo all'erudizione copiosa dei particolari, osservazioni e giudizî spesso personali; e anche oggi, dopo gli studî posteriori che hanno spesso corretto o completamente modificato alcune sue conclusioni, la sua Historia crítica può essere consultata con profitto.
Bibl.: A. Elias de Molins, Bibliogr. liter. de España, in Revista crítica de hist. y liter. españ., portuguesa e hispano-americana, gennaio-febbraio 1899, pp. 22-26; J. Valera, nota bibl. in Florilegio de poesías castellanas del siglo XIX, Madrid 1904, V, pp. 301-307.