ALWAR (A. T., 93-94)
Stato indigeno dell'India britannica situato nella parte NE. del Rājputāna, con oltre 8000 kmq. di superficie, in forma di quadrilatero allungato da nord a sud. Alcune catene parallele di ripide colline, che sono il seguito nord-orientale dei M. Arāvalli (v.), attraversano il paese, aperto però verso il nord e verso l'est. Il versante O. delle colline s'erge quasi muraglia inespugnabile dalla pianura circostante, e presso Baragoan si eleva la cima più alta dello stato con 1960 m. sul mare. Il suolo è composto di quarziti bene stratificate, zone di trappi e poche altre rocce, riposanti sul vecchio sistema centrale degli Arāvalli (scisti, ardesie e calcari cristallini, gneiss). Vi si trovano giacimenti di piombo e di rame, alcuni dei primi anticamente sfruttati.
Il clima in generale può considerarsi secco e salubre. Nella parte N. dello stato si hanno, nei mesi più caldi, temperature più basse che non nella parte collinosa con le sue rocce infocate, nonché nelle zone E. ed O., dove esistono suoli più forti. La media delle piogge di tutto l'Alwar è di circa 560 mm. all'anno, dei quali i 4/5 cadono dal luglio al settembre. La zona ad E. riceve di solito meno pioggia di quella ad O., e il centro è più beneficiato per l'influenza del rilievo montano. I principali fiumi sono il Sāhibi e il Rūparel.
La flora è assai ricca di essenze arboree sui monti, di arbusti e d'erbe al piano. I generi più in vista sono: Boswellia, Odina, Diospyros, Anogeissus, Acacia, Eugenia, Cassia, Zizyphus, i bambù. La fauna è pure abbondante e varia: oltre a quella minore dell'India centrale, vi si trovano tigri, leopardi, iene, lupi, cinghiali crestati, antilopi, varî rettili velenosi.
La capitale dello stato, Alwar, è situata nella parte NE. del Rājputāna a 129 km. a SO. di Delhi. Varie sono le ipotesi sull'origine del nome, facendosi derivare da Alpur "città forte"; Arbalpur "città degli Arāvalli"; Salwapura, Salwar, indi Alwar. Popolazione 760 (1921), dei quali il 70% hindù, il 28% maomettani e il 2% tra cristiani e altre religioni. Possiede varî monumenti di qualche interesse; fra questi: il palazzo o reggia, costruito nella prima metà del sec. XIX da Mahārao Rājā Banni Singh, il cenotafio di Mahārao Rāiā Bakhtāwar Singh, magnifico esemplare di uno stile non comune; una tomba del 1393, moschee, un'armeria del Mahārājā.
Storia. - Lo stato fu fondato nel 1771 dal Mahārājā Pratāp Singh dei Narüka di Uniāra, scotendo il dominio dei sovrani di Jaipur. Morto nel 1791, gli succedette il figlio Bakhtāwar Singh, che seppe accrescere il proprio dominio. All'inizio della guerra dei Marathi egli si alleò con gl'Inglesi, e dopo la sconfitta dei primi concluse nel 1803 un formale trattato coi vincitori, e nel 1805 furono fissati definitivamente i confini attuali dello stato. Però, nel 1812 Bakhtāwar Singh s'impossessava di certi forti appartenenti a Jaipur, costringendo gl'Inglesi a fare contro di lui una spedizione punitiva. Morì nel 1815 senza un erede diretto, lasciando uno strascico di lotte intestine. Dal 1824 al 1857 regnò Banni Singh, il quale inviò i suoi soldati ad Agra in difesa del regime inglese nella famosa rivolta dei Sepoy. Gli succedette il figlio Sheodān Singh, minorenne sino al 1863, periodo durante il quale funzionò un reggente inglese. Sheodān morì nel 1874 senza eredi, e allora subentrò nuovamente il governo dell'India; ma poi si decise d'innalzare al trono un parente, Thākur Mangal Singh di Thāna, morto nel 1892. Gli succedette il figlio Jai Singh, l'attuale Mahārājā.