RONCINOTTO, Alvise
Viaggiatore veneziano. Vissuto nel sec. XVI, figlio di un tale Giovanni, sappiamo di lui quello soltanto ch'egli ce ne dice in un suo scritto El viazo de Colocut (stampato a Venezia 1539, poi ancora nel 1543 e nel 1545). Dimorò a lungo in Alessandria d'Egitto come agente di Domenico Priuli, con frequenti viaggi a Beirut, finché, com'egli narra, poté saziare il suo desiderio di viaggi più estesi, salpando per Calicut, centro dei traffici portoghesi nell'India. Dopo aver visitato il Cairo e Pelusio (dove egli vede le schiere di operai intenti a riattare l'antica fossa tra il Nilo e il Mar Rosso), narra di essersi unito dapprima a una comitiva di mercanti che aveva per meta Rida (Gidda?); di qui egli avrebbe poi percorso tutta l'Arabia Felice e raggiunto per il Golfo Persico l'India e Taprobana (Ceylon); nel ritorno sarebbe passato per la Persia e per Baghdād (dov'ebbe dimora tre mesi), finché per il paese dei Tatari arrivò in Polonia, costretto poi di qui a ritornare sui suoi passi accompagnando in Persia un'ambasceria polacca. Queste peregrinazioni che sarebbero durate tre anni, sono narrate in modo disordinato e confuso, tanto da lasciare parecchi dubbî sull'autenticità del racconto. Nel 1532 poi, trovandosi a Lisbona, il R. avrebbe salpato di qui un'altra volta per l'India il 17 marzo su una nave guidata da un Andrea Colombo, nipote del grande Genovese; avrebbe fatto sosta al Capo, poi per tre mesi a Madagascar, indi in altre località dell'Africa e dell'Asia meridionale. Questo secondo viaggio è però narrato con incongruenze, ripetizioni ed errori più ancora che non se ne incontrino nella narrazione del viaggio precedente. Nell'insieme il racconto, benché in qualche particolare sull'Egitto, sull'Arabia, sulla Persia, sembri avere sufficiente carattere di veridicità, lascia non pochi dubbî e può tutt'al più meritare considerazione come un documento di più a dimostrazione dell'attività ancora perdurante nel sec. XVI dei Veneziani sulle vie dell'Oriente.