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FOSCARI, Alvise

di Giuseppe Gullino - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 49 (1997)
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FOSCARI, Alvise

Giuseppe Gullino

Nacque a Venezia il 26 ott. 1665, primogenito di Francesco di Alvise, del ramo a S. Pantalon, e Maria Contarini.

Intrapresa la carriera politica, fu savio agli Ordini dal 5 luglio al 21 ag. 1691 e poi ancora dal 9 febbraio al 30 giugno 1692, quindi camerlengo di Comun dal 22 ag. 1692 al 21 dic. 1693. Poi più nulla, inspiegabilmente. Il suo nome ricompare, con effimero rilievo, soltanto sedici anni dopo, nella corrispondenza intercorsa tra l'ambasciatore in Germania, Lorenzo Tiepolo, e gli inquisitori di Stato.

Il 23 dic. 1709, infatti, il Tiepolo informava il magistrato che il residente polacco a Vienna, "Wesnick", gli aveva consegnato una lettera in cui il re Augusto II chiedeva al Senato di accettare per il F. il titolo di cavaliere ch'egli aveva in animo di conferirgli, in deroga alle leggi patrie che vietavano ai sudditi di ricevere benefici da altro principe. Il monarca palesava di far gran conto della presenza a Dresda del F., figlio del defunto, stimato senatore Francesco Foscari, e accennava a un precedente rifiuto del F., proprio a motivo dell'insuperabile ostacolo rappresentato dalle leggi della Repubblica. La risposta degli inquisitori fu immediata: il 10 genn. 1710 inviavano una staffetta al Tiepolo, ordinandogli "d'ispedir… per espresso… a ritrovare lo stesso Foscari", al quale si intimava il rientro in patria entro un mese, ordine al quale il F. obbedì.

Neppure dal carteggio intercorso col Tiepolo nella circostanza è possibile ricavare le ragioni della permanenza in Sassonia: il F. accenna solo in termini generici a "qualche accidente natogli sei anni sono" a Venezia, che l'aveva risolto a trasferirsi "a codesta Corte per liberarsi da un impegno glorioso, contratto con Sua Maestà". Rimpatriato, il F. fu eletto savio di Terraferma per il primo semestre del 1712, ma questa sorta di pubblico riconoscimento per il sacrificio compiuto non ebbe seguito ed egli non rivestì altre cariche.

Il F. morì a Venezia, nel suo palazzo sul Canal Grande, il 10 sett. 1720.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Misc. Codd., I, Storia Veneta, 19: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de' patrizi veneti…, III, p. 511; Ibid., Segretario alle voci, Elezioni in Maggior Consiglio, reg. 24, c. 17; ibid., Elezioni in Pregadi, regg. 20, c. 32; 21, c. 18; Ibid., Inquisitori di Stato. Lettere degli ambasciatori a Vienna, b. 494, cc. 131-140; ibid., Lettere agli ambasciatori a Vienna, b. 173, nn. 254, 256; Ibid., Senato dispacci, Germania, f. 194, nn. 154, 159, 161, 165; Ibid., Archivio privato Tiepolo (seconda consegna), b. 11, cc. 256v-264r, 269v-270r, 272r-273v, 277r, 280v-281r; Ibid., Giudici di Petizion, Inventari…, b. 417/28. Cfr. inoltre E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, VI, Venezia 1853, p. 798.

Vedi anche
pregadi (o pregai) Nella Repubblica Veneta, i cittadini che costituivano il Senato veneziano, pregati dal doge di dare il proprio parere al Maggior Consiglio sulle più gravi questioni. Augusto II re di Polonia Figlio (Dresda 1670 - Varsavia 1733) del principe elettore di Sassonia Giovanni Giorgio III ed egli stesso principe elettore di Sassonia col nome di Federico Augusto; soprannominato il Forte per la grande prestanza fisica; ottenne, dopo essersi convertito al cattolicesimo, la corona polacca (giugno 1697). ... cameràrio cameràrio Termine che, nel Medioevo, designava in genere la persona addetta alla custodia del tesoro, all'amministrazione dei beni del sovrano, di una comunità civile o religiosa, ecc. (detto anche camerlengo); nella costituzione comunale era il tesoriere del comune. Nella monarchia normanna e sveva, ... senato In Roma antica, il supremo consiglio dello Stato, costituito, almeno in origine, da persone anziane. Il nome è attribuito, per analogia, anche ad altri consessi di anziani del mondo antico, che avevano funzioni affini. Nel Medioevo senato fu nome di varie magistrature. Nel diritto pubblico moderno, è ...
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