ALTIMETRO (II, p. 704)
L'altimetro barometrico consente la misura dell'altezza rispetto al livello del mare. Per la navigazione aerea, invece, ed in particolare per la manovra di atterraggio, è di grande utilità uno strumento che indichi la quota rispetto al suolo sottostante; tale apparecchio, detto impropriamente altimetro assoluto, è prezioso durante il volo e l'atterraggio in assenza di visibilità, nonché per l'impiego bellico degli aerei.
Il funzionamento di un altimetro assoluto si basa sulla misura del tempo necessario ad un segnale, emesso dal velivolo, per raggiungere il suolo e ritornare indietro dopo riflessione (altimetri acustici e radioelettrici), oppure su sistemi telemetrici (altimetro ottico).
Gli altimetri acustici si sono rivelati di scarsa efficacia a causa della forte attenuazione subìta, nel tragitto, dall'impulso sonoro e dal forte livello di disturbi esistente a bordo del velivolo. Quelli ottici sono inutilizzabili in presenza di nebbia o di nuvole, cioè proprio quando sarebbe più necessario il loro funzionamento. I radioaltimetri, invece, sono di gran lunga più efficienti e quindi più usati.
Un radioaltimetro è composto di un trasmettitore, un ricevitore e un complesso di modulazione, rivelazione e misura che automaticamente dà la misura della quota su uno strumento posto nel cruscotto (v. radar, in questa App.).
Lo schema di funzionamento di un tipo molto diffuso di radioaltimetro è il seguente. Il trasmettitore emette un segnale (onde decimetriche), la cui frequenza varia periodicamente e linearmente tra due valori fissi (v. fig.). Il ricevitore capta contemporaneamente il segnale diretto e quello riflesso dal suolo, quest'ultimo, evidentemente, tanto più sfasato in ritardo quanto maggiore è la quota sul terreno. Il battimento tra i due segnali è perciò di frequenza media proporzionale alla quota del velivolo, frequenza che, opportunamente misurata, viene letta su uno strumento direttamente tarato in metri di quota.