alternative rock
<ooltë'ënëtiv ròk> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Termine con il quale si identifica un orientamento della musica rock affermatosi negli Stati Uniti tra gli anni Ottanta e Novanta del 20° secolo. Tra le principali caratteristiche musicali: il suono aspro e potente della chitarra elettrica distorta, il ricorso al rumore come risorsa espressiva, la centralità dell’aspetto ritmico, la ricerca di timbri e soluzioni armoniche non convenzionali; non è possibile tuttavia delineare in maniera esauriente i tratti di una tendenza musicale ricca di sfaccettature e non riconducibile a un unico modello. Sotto la categoria di a. r. si possono infatti ordinare molteplici correnti del rock contemporaneo come ad esempio l’indie rock, il crossover, il post-punk ed il lo-fi rock (lett. rock a bassa fedeltà, caratterizzato da registrazioni volutamente poco attente alla qualità del suono, talvolta di livello amatoriale). Seppur non omogeneo da un punto di vista musicale, l’a. r. si caratterizza per il rifiuto delle convenzioni musicali e discografiche del mainstream, per la ricerca di soluzioni musicali originali e per l’atteggiamento provocatorio dei suoi protagonisti, espressione del disagio giovanile nella società dei consumi. Sorto come sviluppo delle esperienze punk caratteristiche della seconda metà degli anni Settanta, l’a. r. conosce una prima diffusione con l’affermazione del grunge: l’album Nevermind (1991) degli statunitensi Nirvana segna l’uscita del movimento dalla scena underground in direzione di una piena affermazione presso il grande pubblico. Nello stesso anno si tiene la prima edizione del festival itinerante Lollapalooza, che nel corso della sua storia ospita le principali formazioni dell’a. r. (Jane’s Addiction, Nine Inch Nailes, Perl Jam, Soundgarden, Smashing Pumpkins, Sonic Youth). Il fenomeno richiama l’attenzione del mercato discografico e numerosi artisti (come R. E. M., Beck, Rage Against the Machine) firmano contratti con le principali major. L’iniziale rifiuto delle logiche commerciali e l’antagonismo nei confronti dei meccanismi dello showbiz cede dunque il passo a un atteggiamento realista e talvolta cinico cui si contrappone l’ala radicale dell’indie rock, non disposto a compromessi artistici ed economici. Ciò non comporta necessariamente un inaridimento dal punto di vista musicale: al contrario, alcune formazioni realizzano lavori validi e di successo. I protagonisti dell’a. r. del decennio 2000-2010 presentano rilevanti differenze stilistiche: accanto alle influenze elettroniche e progressive (Coldplay, Radiohead, The Muse) si ritrovano le radici punk (Green Day), le ritmiche funky (Red Hot Chili Peppers) e gli innesti hip hop (Linkin Park). Contemporaneamente in Italia si distinguono Afterhours, Verdena e Marlene Kuntz; influenze a.r. caratterizzano inoltre alcune produzioni di Elisa, Negramaro e Rezophonic. Persa una precisa connotazione discografica, l’a. r. rappresenta dunque l’incarnazione contemporanea del rock e dello spirito di contestazione giovanile che lo contraddistingue sin dalle origini; non essendo possibile indicarne con precisione le specificità musicali, l’identificazione di tale tendenza va operata in opposizione al pop e al pop rock. La progressiva istituzionalizzazione dell’a. r. ha generato come reazione il post-rock, genere musicale sperimentale che a sua volta si propone come superamento delle convenzioni musicali ormai accettate.