ALTENBURG (A. T., 53-54-55)
Divenuta città della Turingia dopo la scomparsa del ducato di Sassonia, Altenburg, che ne era la capitale, è posta a 70 chilometri a sud di Lipsia, in una regione collinosa, molto fertile.
Ricordata per la prima volta nel 976, è cresciuta ai piedi d'un castello (la costruzione presente è però dei secc. XVII e XVIII), posto su una ripida roccia porfirica (m. 229), e si è allargata regolarmente nelle diverse direzioni, a partire dal secolo XII, conservando per centro l'Obermarkt e il Municipio. La stazione ferroviaria è a 180 metri sul mare. Abbastanza lontana dalla paludosa valle del Pleiss, la città giace in una zona dove si è ammucchiato molto loess: questo terreno, con la sua fertilità, ha reso possibile il tipo del ricco contadino di Altenburg. I duchi di Sassonia hanno contribuito non poco ad abbellire l'aspetto della città, che si orna del Mauritianum (museo di storia naturale e raccolte storiche della Turingia orientale) e del caratteristico Skatbrunnen, una fontana dove sono rappresentati quattro cittadini intenti al gioco delle carte. Altenburg è anzi spesso soprannominata die Stadt des Skates, perché in essa è stato trovato ed è in gran voga questo giuoco. Ha anche cinque chiese protestanti e una chiesa cattolica.
Tra gli edifici più notevoli di Altenburg sono le cosiddette punte rosse, cioè le torri romaniche, avanzi di un'antica chiesa; il palazzo comunale, nobile esempio di Rinascimento tedesco; il grande castello, che sporge sull'alto di una roccia di porfido. Ivi si trovano svariate collezioni d'armi, di ceramiche (vasi greci, ecc.), di oggetti preistorici, di antiche carte da giuoco, ecc. Nella chiesa del castello si notano gli stalli gotici del coro. Importante il museo Lindenau con una bella galleria di quadri italiani, raccolti nel secolo passato da Bernard von Lindenau: Simone Martini, Lippo Memmi, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Bartolo di Fredi, Taddeo Bartoli, Francesco di Giorgio Martini, Matteo di Giovanni, Filippo Lippi, Botticelli, Giovanni Santi e altri.
Gli abitanti da 29.000 nel 1885 si sono accresciuti a 37.000 nel 1910 e a 42.570 nel 1925. L'industria si occupa della fabbricazione di guanti, strumenti musicali, drappi; il commercio si basa sull'attività agricola ed è importante per quanto riguarda il bestiame, i cereali, il legname, i cuoi.
Storia della città e del ducato. - La regione circostante, abitata dal principio dell'èra volgare da tribù germaniche, fu invasa, forse nel sec. VI, da popoli slavi e precisamente dai Serbi. Per difendersi contro di essi Carlomagno, riunite diverse contee confinanti, le eresse in marca. Tuttavia, non prima di re Enrico I (916-36), questa marca, detta di Turingia, si poté considerare soggetta al dominio tedesco. Nulla si sa di preciso sull'origine del "castello vecchio" che più tardi diede il nome alla città. Solo è certo che questo presto crebbe d'importanza, specialmente al tempo del Barbarossa, quando Altenburg divenne città dell'Impero. Due famiglie si distinguevano per potenza nell'amministrazione del distretto, detto Pleissenland dal fiumicello Pleiss: i burgravî di Leising e quelli di Altenburg. Ma verso la metà del sec. XIII, durante i disordini del cosiddetto interregno, la vallata della Pleiss, compresa la città fino allora imperiale di Altenburg, cadde nelle mani del margravio Enrico III l'Illuminato (der Erlauchte) di Meissen, del casato dei Vettini (1247), il quale nel 1265 divise i proprî possedimenti fra i suoi figli, dando al maggiore, Alberto il Degenerato (der Entartete), la Turingia, compreso il Pleissenland con Altenburg. Scoppiate nella casa dei Vettini le contese per l'eredità, Rodolfo d'Asburgo ottenne nel 1290 il Pleissenland, probabilmente per danaro, dal suddetto Alberto: ma, nel 1311, Enrico VII restituì e confermò ereditariamente il Pleissenland ai Vettini, assurti poi a grande potenza con Federico il Bellicoso (der Streitbare), che nel 1423 ottenne la dignità di principe elettore. Ma grave danno portarono all'ulteriore sviluppo della città l'invasione degli Ussiti nel 1430 e la susseguente guerriglia entro la casa regnante. Episodio notevole e caratteristico per quei tempi fu il ratto dei principi Ernesto e Alberto, figliuoli di Federico, dal castello di Altenburg; ratto eseguito dal cavaliere Kunz von Kaufungen. Nella divisione dei possedimenti fra quei due principi, effettuata nel 1485, toccò ad Ernesto la regione occidentale, corrispondente approssimativamente all'attuale Turingia, di cui fa parte Altenburg; ad Alberto quella orientale, corrispondente presso a poco alla provincia prussiana e al regno di Sassonia.
La riforma luterana fu introdotta ad Altenburg specialmente per l'influenza di Giorgio Spalatin, amico personale di Lutero. Dopo che l'elettore Giovanni Federico, nella guerra smalcaldica, perdé il suo territorio insieme col diritto elettorale, Altenburg passò per il trattato di Naumburg, del 1554, dal ramo albertino a quello ernestino. Durante la guerra dei Trent'anni assai soffrì per le violenze delle truppe imperiali del Wallenstein e per la peste. Il territorio del principato di Altenburg si accrebbe nel 1640 dell'eredità di quello di Coburgo; ma, estintosi nel 1672 il ramo maggiore di Sassonia-Altenburg, Altenburg col suo distretto toccò per diritto ereditario, nonché per patto, al duca Ernesto il Pio di Gotha. Dal 1707 data l'esistenza del ducato di Gotha-Altenburg, il cui ramo regnante si spense nel 1825. Nel 1826 il duca di Hildburghausen ebbe quasi l'intiero ducato, diventando fondatore del ramo minore di Sassonia-Altenburg. Come ai tempi della riforma luterana, così pure durante i moti del 1830 e 1848 si destò nell'Altenburg lo spirito rivoluzionario. Nella guerra austroprussiana, si trovò a fianco della Prussia. Alla fine della guerra mondiale, il 10 novembre 1918, vi si costituì il primo ministero rivoluzionario, che dopo tre giorni obbligò all'abdicazione il duca Ernesto II. Il 1° maggio 1920 vi si costituì la repubblica. Ora Altenburg fa parte della repubblica di Turingia.
Bibl.: Braun, Die Stadt Altenburg in den Jahren 1350-1525, Altenburg 1872; Erinnerungsblätter aus der Geschichte Altenburgs, 1525-1826, ivi 1876; K. Schneider, Geschichte der Stadt Altenburg und ihrer nächsten Umgebung, ivi 1923; A. Gessner, Die Entwicklung der Stadt Altenburg bis zum Ausgange des Mittelalters, ivi 1925.