alta sicurezza
loc. s.le f. inv. Regime di detenzione carceraria particolarmente severo.
• Era un’ex spia australiana del Mossad infiltratasi in Iran e Siria il misterioso «Prigioniero X» detenuto in un carcere israeliano di alta sicurezza, ritrovato impiccato nella sua cella alla fine del 2010. Lo ha rivelato l’emittente australiana Abc, squarciando in parte il segreto di Stato che per due anni aveva coperto la notizia. (Tempo, 14 febbraio 2013, p. 13, Cronache) • Chissà se ne nascerà un capolavoro come è accaduto quando i fratelli [Paolo e Vittorio] Taviani sono entrati nel carcere romano di Rebibbia per raccontare i detenuti della sezione Alta sicurezza alle prese con il Giulio Cesare di Shakespeare. Certo, quando in una sola settimana, sessanta scrittori si mettono a disposizione dei detenuti di tutta Italia, scegliendo ciascuno la propria prigione da visitare, qualcosa, almeno statisticamente, deve accadere. (Maria Grazia Gerina, Unità, 6 maggio 2014, p. 21, Culture) • Per cinque volte, tra il giugno 2011 e l’aprile 2012, [Antonio] Pelaggi chiede di essere interrogato, ma i pm non lo ricevono: in compenso, il 5 febbraio 2013 chiedono il suo arresto, che viene eseguito quasi un anno dopo, il 24 gennaio 2014, e Pelaggi finisce in un carcere di alta sicurezza. I suo avvocati, Antonio Bana e Valerio Spigarelli, chiedono di spostarlo almeno in un carcere ordinario, ma il pm rifiuta a causa delle pericolosità del soggetto. Per cinque volte gip e tribunale del Riesame di Milano rifiutano la scarcerazione; e anche a Roma, dopo il trasferimento del fascicolo, per due volte il gip rifiuta gli arresti domiciliari. (L[uca] F[azzo], Giornale, 30 giugno 2015, p. 10, Interni).
- Composto dall’agg. alto e dal s. f. sicurezza.
- Già attestato nell’Unità del 12 agosto 1983, p. 3, Oggi.