ALPI MARITTIME
MARITTIME Con questo nome si sono designate: 1° la provincia augustea delle Alpi Marittime; 2° un dipartimento francese.
Provincia romana.
La provincia delle Alpi Marittime fu costituita nell'epoca augustea: quando, l'anno 121 a. C., fu stabilita la provincia Narbonese, questa, verosimilmente, era separata dall'Italia (provincia Cisalpina) dalla sommità della catena alpina, quel confine cioè tra Italia e Transalpina, che, dal punto di vista geografico, ritroviamo ancora conservato presso Plinio (III, 4, 31) e presso Strabone (IV, 1, 3, p. 179). Al tempo di Augusto, se non prima, il confine dell'Italia venne portato al Varo. Tuttavia tra la reg. IX augustea (Liguria) e la Gallica Narbonese, l'anno 14 a. C. Augusto, dopo aver domato i Ligures, denominati in modo generico Montani, Capillati (gli Acitavones, Brigiani, Sogiontii, Turii, Oratelli, ecc. nominati nell'iscrizione del monumento della Turbia), abitanti le Alpi Marittime, per probabile ragione di sicurezza vi costituì la provincia Alpium Maritimarum, retta da un praefectus di ordine equestre, così come nelle valli segusine costituì la provincia Alpium Cottiarum (v. alpi cozie).
Attraverso la provincia, non lungi dal mare, Augusto stesso sistemò una via già anteriormente frequentata, conducendo da Vada Sabatia (Vado) la via, da lui detta Iulia Augusta, fino al Varo. Lungo questa via, al sommo dell'Alpe, fu eretto il grande trofeo commemorativo della vittoria augustea su tutti gli Alpini vinti, del quale restano avanzi notevoli nella località detta oggi La Turbia.
La provincia delle Alpi Marittime confinava ad oriente con la reg. IX augustea (Albintimilium, Augusta Bagiennorum, Pollentia). Questi confini sono bene segnati dalle stazioni doganali della legione quadragesima Galliarum, attestate da iscrizioni di Pedone (Borgo S. Dalmazzo) e di Piasco (presso Saluzzo). I confini a nord colla provincia Alpium Cottiarum sono indeterminati; ad occidente giungeva al Varo, e forse si estendeva in qualche parte alla destra di questo fiume con le civitates di Vintium, Salinae, Sanitium (Tolomeo, III, 1, 41-43).
Le civitates aventi sede in questo territorio dapprima furono nella condizione di stipendiariae come nelle altre provincie, poi, forse sotto lo stesso Augusto, ebbero in parte diritto latino (Plinio, Nat. hist., III, 10, 135), che in seguito (anno 64 d. C.) fu da Nerone esteso anche alle civitates che prima non l'avevano avuto (Tacito, Ann., XV, 32). Alla testa della provincia rimase a lungo il praefectus. Dal tempo di Vespasiano in poi, in relazione certamente con la completa pacificazione della regione, troviamo un procurator, anch'egli di ordine equestre, e un presidio. Per il primo secolo dell'Impero vi è attestata da iscrizioni la cohors Ligurum.
Capoluogo era Cemenelum (Cimiez) nelle vicinanze di Nicaea (Nizza). Vi esisteva verosimilmente l'ara della provincia. Vi aveva infatti sede il flamen provinciae (Corp. inscr. lat., V, 7907). A Cimiez restano notevoli avanzi della città romana. Il territorio di Cemenelum, quando il diritto romano fu esteso dappertutto, ci appare assegnato alla tribù Claudia. Le condizioni delle città di origine greca lungo la costa, e cioè Monoecus (Monaco) e Nicaea (Nizza) non sono ben determinate. Ancora ai tempi di Tiberio Monoecus e Nicaea erano territorio massaliota. In età posteriore forse Nizza fu sottratta ai Massilienses, ed ebbe un proprio procurator, ma non sembra che abbia mai avuto propria res publica. Altri centri importanti aventi propria res publica erano la nominata Pedo (tribù Quirina) e il discusso Forum Germanorum (tribù Pollia), che un'iscrizione (Corp. inscr. lat., V, 7832) sembra collocare a S. Damiano (valle di Stura). In tutte queste valli alpine, numerose rimasero le iscrizioni romane.
Con l'ordinamento di Diocleziano (Notitia Galliarum) la provincia delle Alpi Marittime comprendeva unicamente il versante occidentale alpino; era stata estesa però verso nord, ed aveva per capitale Ebrodunum (Embrun), già nella provincia delle Alpi Cozie. Il versante italiano era stato assegnato alla Liguria.
Per la storia della regione nell'età medievale e moderna, v. alpi: Storia delle Alpi Occidentali, e nizza.
Bibl.: Corp. inscr. lat., V, p. 902 segg.; G. Oberziner, Le guerre di Augusto contro i popoli alpini, Roma 1900.
Dipartimento francese.
Il dipartimento delle Alpes-Maritimes ha per capoluogo Nizza (184.441 ab.) e comprende la sottoprefettura di Grasse (20.000 ab.). Dipende dall'accademia, dall'arcivescovado e dalla corte d'appello d'Aix e dalla XV regione militare (Marsiglia).
Questo dipartimento, su una superficie di 3200 kmq., ha una popolazione di 435.253 ab., di cui 140.648 stranieri (popolazione relativa, 136 abitanti per kmq.). Costituito in gran parte dalla Contea di Nizza, esso presenta tutte le zone climatiche, dal clima mediterraneo a quello delle grandi altezze. L'olivo, l'arancio e il limone prosperano in piena terra su una spiaggia dove ben di rado soffia il maestrale; mentre su le Alpi Marittime si offrono al nostro sguardo foreste di abeti, di larici, di picee, e nel medesimo tempo nevi perpetue.
La fisionomia del litorale e della montagna varia dall'ovest all'est. Al di là dei porfidi dell'Esterel, attraverso le pianure alluvionali di Vallauris e del Biot, si sale ai terrazzi ciottolosi di Grasse e di Vence, fino ai piedi delle barres e dei baon calcarei che precedono i plans di Provenza, altipiani assai aridi, vere causses, più desolati di quelli del Massiccio Centrale. Oltre il Varo, la pianura cede il posto alla montagna, che giunge fino al mare. La costa è un succedersi di promontorî cadenti a picco per l'erosione delle onde, e d'insenature naturali. Qui la struttura del rilievo è meno semplice: le pieghe, più fitte, pare quasi vogliano sovrapporsi le une alle altre. I torrenti, per giungere al mare, scavano profonde forre, che sono le più belle di tutte le Alpi (forre di Daluis, della Mescla, del Cians).
Tale barriera di monti è un ostacolo difficile a superarsi; e la Costa Azzurra, serrata tra il mare e le Alpi, per molto tempo ha avuto una sola ferrovia che la riallacciava a Marsiglia e a Genova; da poco vi si è aggiunta la linea internazionale Nizza-Cuneo-Torino.
Tra Nizza e Digne è stata costruita una linea a scartamento ridotto alla quale fanno capo alcune linee secondarie che si addentrano nelle alte valli; e lungo queste linee si attende all'allevamento del bestiame bovino, essendo il latte il prodotto più importante delle valli (Var, Tinée, Vésubie); mentre i plans di Provenza sono il territorio preferito per le pecore transumanti. Nelle pianure e sui terrazzi tende a scomparire l'olivo; invece, vi è in pieno sviluppo la coltivazione del limone e dell'arancio, specialmente sui terrazzi di Mentone. Giardini di fiori (rose, viole, garofani e mimose) occupano migliaia di ettari intorno a Vallauris e a Grasse, e quest'ultima, si può dire, ha il monopolio dell'industria dei profumi.
Il sottosuolo è povero di minerali (un po' di rame e di piombo e qualche affioramento di lignite). I calcari detti della Turbia forniscono una bella pietra da taglio.
Il dipartimento ha conservate alcune delle sue vecchie industrie (terraglie di Vallauris, paste alimentari di Nizza); ma alla grande industria si prepara un bell'avvenire. Già qualche stabilimento al limite delle Alpi (Siagne, Loup, Varo inferiore, Roia) utilizza la forza motrice dei torrenti; e tra poco qualche altro, ora in costruzione, utilizzerà le cascate delle alte valli (per il solo stabilimento della Tinée si prevedono 80.000 cavalli).
Ma la vera ricchezza della Costa Azzurra è il suo clima, la mitezza dei suoi inverni. Soltanto le spiagge ciottolose alla foce del Varo interrompono la serie delle ville, degli alberghi, dei giardini e dei parchi, che si susseguono dal golfo della Napoule alla Roia. Nel 1870 Cannes aveva appena 3000 abitanti; oggi essa ne ha 30.000 d'estate e 60.000 d'inverno. Vengono costruiti nuovi quartieri al di là delle fortificazioni di Antibo e attorno alla rada di Villafranca. Nizza è diventata il gran centro cosmopolita della Riviera francese; ma essa è anche "figlia delle Alpi", e la sua industria e il suo porto commerciale trarranno certamente vantaggio da rapporti resi più regolari con un retroterra ch'è pieno di promesse per un prossimo avvenire.