DINARICHE, ALPI (A. T., 77-78)
Nel concetto strettamente corografico le Alpi Dinariche (Dinara Planina) sono date dalla serie dei rilievi più esterni degli altipiani bosniaci ed erzegovinesi, che precipitano sul bassopiano dalmata, dal ramo sorgentifero della Zermagna (Zrmanja) a nord fino alla conca di Imoschi a sud. Esse fanno seguito alle Alpi Bebie (o Velebiti, Velebit Planina), che sull'orlo degli altipiani croati scendono al Golfo del Quarnaro, mentre, oltre la Narenta, seguono alle Alpi Dinariche gli altipiani del Montenegro. Ma, dal punto di vista orografico, si parla di una Zona dinarica con significato molto più vasto, estesa cioè alla zona di altipiani dai quali s'innalzano linee di creste dirette da NO. a SE., che comprende gli altipiani della Croazia, della Bosnia, dell'Erzegovina e del Montenegro, dal Passo di Vrata (m. 879), a contatto con le Alpi Giulie, fin oltre S. Giovanni di Medua, nelle Alpi Albanesi. Geologicamente parlando, infine, la fascia delle Dinaridî comprende una serie di pieghe di sollevamento terziario, prevalentemente calcaree, che, dall'Epiro alle Alpi Giulie, sono parallele alla costa dalmata e si prolungano a occidente nelle Alpi Carniche, Dolomitiche, Lombarde, contro la fascia più interna delle Alpidi, per andare a morire al Lago Maggiore.
Le Alpi Dinariche propriamente dette rappresentano, più che una vera catena o una dorsale, l'aspro fianco rilevato esterno degli altipiani bosniaci ed erzegovinesi, che separa nettamente, quasi muraglia inaccessibile, la regione dalmata dal retroterra balcanico. A partire dalla zona sorgentifera della Zermagna e del Cherca, dove una breve depressione (m. 796) le separa dalle Alpi Bebie, le Alpi Dinariche si ergono a 1831 m. al Dinara, a 1790 al Janski Vrh, per poi raggiungere al Troglav (m. 1913) la massima elevazione di tutta la catena. Poco oltre, la nuraglia si attenua in un'ampia zona pianeggiante nettamente carsica, attorno ai 1150 m., da cui si passa alla conca di Livno in Bosnia. Quindi il rilievo si rialza nuovamente sopra i 1800 m., per degradare poi lentamente al disotto dei 1000 deprimendosi con gli altipiani stessi verso il solco vallivo trasversale della Narenta; cosicché termina verso la conca di Imoschi, mentre le linee dei rilievi massimi si spostano lungo il mare, al M. Biokovo (m. 1762). L'aspetto dirupato e selvaggio del fianco occidentale delle Alpi Dinariche è reso più sensibile dalla mancanza di contrafforti verso il mare; mentre, viste da E., le Dinariche appaiono come il ciglio esterno, alquanto più rilevato, di una grande zona carsica di altipiani, che attraverso la Bosnia degrada lentamente verso la Sava. Le pieghe affiancate e rovesciate verso il mare, che geologicamente ne costituiscono la struttura, sono date nelle parti più interne da calcari compatti giura-liassici, mentre i fianchi impervî e la linea uniforme delle massime altezze sono costituite da calcari fessurati del Cretacico, cui sono sovrapposti i calcari miocenici pure carsici, che si presentano nelle conche di Livno e di Imoschi ricoperti da depositi di degradazione recente. Mancando, per lo sviluppato carsismo, di acque superficiali, le Alpi Dinariche hanno solo rare e grosse sorgenti alla base dei loro fianchi, che dànno origine all'Una, al Sana, al Vrbas, alla Narenta, sugli altipiani interni; alla Zermagna, al Cherca e al Cettina, sul pendio occidentale dalmata.
Le condizioni climatiche delle Alpi Dinariche sono poco conosciute: certo le temperature invernali, che sono miti nella sottoposta fascia dalmata, si fanno rigide salendo sul pendio e sugli altipiani di cresta, dove si ha una media di quasi − 20 in gennaio, con estese coperture di nevi; d'estate invece si hanno temperature assai elevate relativamente all'altitudine (19-21°). Le piogge sono più abbondanti sul fianco occidentale, sovraincombente all'Adriatico (1500-2000 mm. di pioggia all'anno, con massimi che superano i 2000 mm. sulle vette), mentre verso l'interno, sugli altipiani bosniaci, si degrada rapidamente sotto i 1000 mm. annui. Quindi, anche dal punto di vista climatico, le Alpi Dinariche costituiscono una fascia limite nettissima fra il clima mediterraneo dalmata e quello pannonico bosniaco.
Questa distinzione si riflette sulla flora: mediterranea a occidente, pontica a oriente; mentre alle falde occidentali si ha la zona della quercia, più in alto prevale la faggeta e sulle vette la zona alpina, con i pini mughi. Anche rispetto alla fauna le Alpi Dinariche esercitano la loro funzione di diaframma verso la retrostante Balcania; mentre ad esse e alle Alpi Bebie si deve il netto isolamento di tutta la vita dalmata rispetto a quella balcanica.
Bibl.: G. Dainelli, La regione balcanica, Firenze 1922; id., Fiume e la Dalmazia, Torino 1925; O. Maull, Länderkunde Südeuropas, in Enzyklopädie der Erdkunde, Vienna 1930.