BÉRENGER, Alphonse
Giurista e uomo politico francese, nacque a Valenza, nell'attuale dipartimento della Drôme, il 31 maggio 1785. Suo padre, procuratore del re nel Delfinato, fu poi membro dell'Assemblea costituente. Avviato alla magistratura, B. divenne avvocato generale alla corte d'appello di Grenoble durante il primo Impero, e, al ritorno di Napoleone dall'isola d'Elba, fu eletto dal suo dipartimento membro della Camera dei rappresentanti. Dopo la seconda abdicazione di Napoleone, egli fu uno dei più tenaci sostenitori della designazione del piccolo Napoleone II ad imperatore, invocando una dichiarazione che rendesse responsabile il governo provvisorio della trasmissione della sovranità al giovanissimo principe. Fino all'ultimo il B. tentò di opporsi alla seconda restaurazione, e allorché questa si effettuò egli si dimise dall'alta carica che occupava nella magistratura del Delfinato. Consacratosi esclusivamente alla giurisprudenza, pubblicò nel 1818 un libro sulla Justice criminelle en France, in cui reclamava l'istituzione della giuria a garanzia della libertà individuale. Pertanto alla fine del 1827 la sua elezione a deputato del dipartimento della Drôme ebbe un reciso carattere di opposizione al ministero Villèle, opposizione ch'egli mantenne di fronte ai tentativi reazionarî ancor più avventati del principe di Polignac. Fu uno dei 221 deputati che negarono clamorosamente la loro fiducia al nuovo gabinetto, e, sciolta la Camera, fu rieletto nei comizî del giugno 1830. Partecipò con ardore alla rivoluzione del luglio, firmando la protesta contro le ordinanze di Carlo X, e assumendosi l'onere del rapporto presentato dalla commissione parlamentare per porre in stato d'accusa i ministri che avevano firmato quelle ordinanze. Nel 1831 il B. rientrò nella magistratura come consigliere di cassazione, continuando a sedere nella Camera dei deputati fino al 1839, quando Luigi Filippo lo nominò pari di Francia. Le sue opinioni erano diventate gradatamente più conservatrici ed egli era considerato uno dei più caldi sostenitori della monarchia di luglio. Divenne presidente di sezione della Corte di cassazione e conservò la carica anche dopo la rivoluzione del 1848. Il rapido ristabilimento di un potere forte, come reazione alle agitazioni comuniste, fece sì che il B. fosse prescelto a dirigere i dibattiti dell'alta corte di Bourges che giudicò i responsabili dei tumulti del 15 maggio 1848, poi quelli dell'alta corte sedente a Versailles ed alla quale furono deferiti i ribelli del 13 giugno 1849. Nel 1852 stampò una Appréciation du système pénitentiaire en Angleterre et en France. Morì a Parigi il 9 marzo 1866.
Bibl.: Duvergier de Hauranne, Histoire du gouvernement parlamentaire en France, voll. 10, parigi 1859-1872.