ALOPECIA (dal greco ἀλώπηξ "volpe"; fr. alopécie; sp. alopecia; ted. Haarausfall; ingl. baldness)
Significa mancanza di peli in qualunque regione del corpo che ne sia abitualmente provvista e qualunque sia la causa che l'ha provocata.
Si osserva negli animali, ed in parte anche nell'uomo, una muta fisiologica di peli, dovuta alla caduta spontanea di quei peli che hanno compiuto il loro ciclo di vita: nell'animale tale muta può essere periodica; nell'uomo è continua, con momenti d'intensificazione in rapporto alle stagioni o a cause generali varie. Ma nella grande maggioranza dei casi l'alopecia è legata a cause patologiche. Nell'uomo l'alopecia può essere congenita od acquisita. La congenita è rara, per lo più generale, solo talvolta parziale; sovente tale alopecia ha carattere familiare. Di gran lunga più frequente è l'acquisita, la quale può essere dovuta ad un processo distruttivo del tessuto cutaneo, oppure ad un semplice arresto nella formazione del pelo. Nel primo caso si hanno le cosiddette alopecie cicatriziali dovute ad azioni traumatiche profonde, a cause fisiche disorganizzatrici dei tessuti (scottature profonde, radiodermiti, ecc.), ad ascessi, cancrene, ulcerazioni (forme terziarie di sifilide, tubercolosi, ecc.), ad infiammazioni croniche della cute con esito in atrofia (tigna favosa, lupus eritematoso, sclerodermia, certe follicoliti, le pseudo-aree): in tutte queste forme i peli cadono definitivamente per distruzione irreparabile del follicolo.
Nel secondo caso si hanno le alopecie propriameme dette, non legate a distruzione od atrofia, almeno nei primi periodi, del tessuto cutaneo. Anche queste alopecie possono essere dovute a cause meccaniche, ad altre cause fisiche o a cause chimiche, a infezioni generali o a malattie locali, spesso a cause ignote. Un trauma del cuoio capelluto, ad es., può determinare nella zona circostante, dove il tessuto non è direttamente leso, una caduta di capelli: lo stesso effetto può avere l'uso di copricapo pesanti. Là dove gl'indumenti provocano ripetuti e prolungati attriti sulla superficie cutanea, come p. es. ai polsi, ai polpacci, alla cintura, i peli possono essere alterati. Nella maggior parté però di questi casi si tratta di semplice usura della parte libera del pelo, mentre la radice rimane intera e non si potrehbe quindi, a rigor di termini, parlare di vera alopecia. Una vera temporanea alopecia si provoca colla depilazione meccanica (pinze, cerotti di pece). L'applicazione di una determinata dose di raggi X o di radio sulla cute provoca, a distanza di 12-20 giorni, una completa caduta di peli sulla zona irradiata. Tale alopecia è tuttavia transitoria: può a ogni modo diventare definitiva, sia in casi di eccesso di dosi, sia per ripetute applicazioni.
L'uso interno di determinate sostanze chimiche, come l'acetato di tallio, può dar luogo ad alopecie. Se somministriamo ad un bambino da 7 a 9 mmgr. di acetato di tallio per kg. di peso, noi assistiamo dalla 9a alla 15a giornata ad una caduta, di regola completa, dei capelli: l'alopecia si limita al capillizio, la rinascita dei peli è più rapida che nell'alopecia dovuta ai raggi X. Il tallio è tossico specialmente per gli adulti. Nei bambini è di solito, alla dose accennata, ben tollerato; talora dà algie e tumefazioni articolari, febbre, deperimento generale, ecc. Della possibilità di ottenere alopecie con mezzi chimici o fisici i medici moderni traggono profitto nella cura della tigna.
Sostanze chimiche applicate sulla cute (depilatorî) possono provocare un'apparente alopecia: la radice del pelo non viene però in questi casi intaccata. Si osservano alopecie, di solito diffuse, nel corso delle malattie infettive. Così sogliono cadere profusamente i peli dopo il tifo, la polmonite, l'influenza, l'eresipela, ecc. La caduta avviene di regola nel periodo della convalescenza, circa due mesi dopo l'inizio della malattia. Abitualmente si determina solo una più o meno intensa rarefazione dei peli: raramente si hanno alopecie complete. La prognosi di queste forme è favorevole, poiché si ha, si può dire costantemente, rinascita dei peli. Anche nel corso di malattie croniche si possono avere alopecie. Tale è p. es. l'alopecia che si verifica nel periodo secondario della sifilide, caratterizzata da una rarefazione generale dei capelli, con chiazze piccole irregolari di deglabrazione più accentuata, la quale colpisce specialmente la regione occipitale e le temporali. Anche altre malattie croniche (cancro, diabete, leucemia, tubercolosi, morbo di Basedow, ecc.) possono essere causa di alopecie solitamente diffuse. Nella lebbra l'alopecia, che ha localizzazioni di predilezione al sopracciglio e ai peli della barba, è di solito un buon elemento di diagnosi.
Per malattie locali si possono determinare cadute di peli; così attorno ad un foruncolo o ad un ascesso si può avere, oltre alle alopecie definitive dei punti più profondamente lesi, un'alopecia temporanea nelle zone circostanti alle lesioni. Talora eczemi cronici determinano rarefazioni di capelli; si possono verificare alopecie nei punti direttamente colpiti da una eresipiela.
Accanto alle forme finora descritte si hanno alopecie essenziali, nelle quali la caduta del pelo costituisce tutta o quasi la malattia. Ricorderemo fra queste l'alopecia ptiriasica e la seborroica che portano alla comune calvizie (v.) e l'alopecia areata o area Celsi, dal nome del medico di Roma imperiale che ce ne ha lasciato una esatta descrizione (pelade dei Francesi). Essa è caratterizzata dalla comparsa nelle regioni pelose (capillizio, barba, sopracciglia, ecc.) di chiazze tonde, completamente glabre, con cute pallida, lievemente atrofica, un po' avvallata, che si solleva facilmente in larghe pieghe. Le chiazze sono, di solito, molteplici; possono confluendo, se localizzate al margine del capillizio, dar luogo ad una specie di tonsura anulare (ofiasi di Celso). In alcuni rari casi la estensione del processo può portare ad un'alopecia completa diffusa (porrigo decalvans). Talora sulle chiazze permangono peli tronchi a qualche millimetro dall'uscita dal follicolo (alapecia areata a capelli fragili). Il pelo che cade, o che è destinato a cadere, ha una radice assottigliata, chiara, che termina con un piccolo rigonfiamento (pelo a forma di punto d'esclamazione). L'alopecia areata non è contagiosa. La patogenesi non è nota: sembra da escludere l'intervento di microrganismi: così non si può ammettere, se non per un numero limitato di casi, un rapporto coll'inflazione sifilitica. Più probabile è un legame con disturbi funzionali delle ghiandole a secrezione interna ed in modo particolare con disfunzioni della tiroide e dell'apparato genitale.
La prognosi è per alcune forme (p. es. le cicatriziali) decisamente sfavorevole. Nelle altre forme i peli abitualmente tendono a rinascere coi caratteri precedenti, o depigmentati.
La terapia deve essere diretta a togliere, quando è nota o supposta, la causa determinante. Come mezzi di cure locali si usano le lozioni stimolanti (soluz. idroalcooliche di sublimato corrosivo 0,5 a 1%, di cloralio 4%, di acido fenico 10 a 50%, di tintura di capsico, di cantaride, ecc.) o le cure fisiche (massaggi, alta frequenza, elioterapia, lampada di quarzo, ionizzazione, ecc.).
Zooiatria. - Negli animali le cause determinanti l'alopecia sono varie. Talvolta è congenita: si sono infatti visti dei puledri, dei vitelli e dei cuccioli completamente sprovvisti di peli; questi animali generalmente non sopravvivono che pochi giorni o poche settimane. Raramente invece l'alopecia è primaria: in tali casi si tratta o di forme parziali, irregolari, più o meno estese su cute apparentemente sana (alopecia areata, area Celsi), o di forme simmetriche, probabilmente riferibili a disturbi nervosi. Infine l'alopecia può essere sintomatica, e precisamente in quei casi nei quali l'alterata nutrizione della cute e della papilla del pelo è in rapporto con disturbi generali della nutrizione.
I sintomi variano notevolmente a seconda della causa. Riferendoci senz'altro all'alopecia sintomatica, come quella più frequentemente osservabile, diremo come le depilazioni possano aver sede in varie regioni del corpo, con estensione più o meno grande, senza essere accompagnate da prurito. In taluni casi la depilazione è generale e nei cavalli resta soltanto risparmiata la criniera, la coda e il tratto inferiore degli arti. Sui tratti di pelle depilati si osserva, alle volte, un leggero strato di prodotti seboepidermici con rari peli lunghi, sottili, scolorati. Ciò non pertanto la cute rimane elastica, pieghevole e di normale spessore.
La comparsa di queste depilazioni è preceduta dalla presenza di sintomi che denotano alterazioni funzionali dell'apparato digerente o circolatorio. Nell'alopecia areata si osservano, nelle diverse specie animali, piccole aree rotonde che si allargano sempre più fino a confluire, assumendo allora un aspetto del tutto irregolare.
Sopra queste aree alopeciche, che non si diffondono mai a tutto il corpo, si vede una pelle sovente più pigmentata e alle volte ricoperta da una finissima peluria.
Le diverse forme di alopecia sopra considerate e brevemente descritte si diagnosticano con relativa facilità, poiché si mostrano sopra una cute microscopicamente sana, assumono estensione notevole e non provocano prurito.
Nella sua forma iniziale l'alopecia areata si differenzia dall'erpete tonsurante, sia perché sulle zone depilate troviamo dei monconi di vecchi peli, sia perché la cute si presenta come ricoperta da piccole squame, sia infine perché l'esame microscopico permette di individuare facilmente peli con spore e micelî. Si differenzia ancora dalla rogna sarcoptica, poiché in questa forma il prurito è intenso, la cute non normale e l'esame microscopico, fatto con diligenza, assicura la messa in evidenza dell'acaro della rogna. La cura dell'alopecia sintomatica è subordinata alla cura della causa prima della malattia.
In tali casi basterà un leggiero massaggio locale e una pulizia bene accurata della cute per aumentare il suo ricambio materiale. Invece, nella cura dell'alopecia areata, si detergerà la cute con opportune soluzioni disinfettanti e si favorirà la comparsa dei nuovi peli con frizioni leggermente stimolanti e, particolarmente raccomandabili, a base di alcool canforato.