ALOISI Galanini, Baldassarre, detto Galanino
ALOISI (Aloisio) Galanini, Baldassarre, detto Galanino.- Pittore, nato a Bologna nel 1577, morto a Roma nel 1638, studiò da prima lettere, poi pittura nella scuola dei Carracci suoi cugini, collaborando quindi alla decorazione del chiostro di S. Michele in Bosco con una Storia di S. Tiburzio oggi perduta, ed eseguendo una delle allegorie per i funerali fatti ad Agostino dall'Accademia degli Incamminati. Di questo periodo rimangono dell'A., in Bologna la Visitazione nella chiesa della Carità, e la Madonna coi Ss. Giovan Battista e Francesco, già all'Osservanza e ora in Pinacoteca; a Correggio, in S. Sebastiano, la Madonna della neve coi Ss. Sebastiano, Rocco e Giovan Battista (1607). Recatosi quindi a Roma, l'A. vi si stabilì e vi rimase fino alla morte improvvisa, salvo un breve soggiorno nell'estate del 1609 a Napoli, ove aveva o condotto o chiamato Annibale Carracci a guarire dell'ipocondria. A Roma l'A. si dedicò particolarmente al ritratto, tenendone il primato dopo la morte di Ottavio Leoni, e meritando d'essere chiamato all'Accademia di San Luca; ma eseguì anche dipinti di soggetto sacro, quale l'Incoronazione della chiesa di Gesù e Maria, a lui data dal Baglioni e dal Titi (altri la dice di G. Brandi). L'A. trattò anche l'incisione all'acquaforte, pittorescamente ma negligentemente, e pubblicò una serie di cinquanta stampe con la Bibbia di Raffaello, riproducendo però, invertita, la serie stessa già incisa dal Badalocchio e dal Lanfranco; e pubblicò anche un S. Rocco che distribuisce le elemosine, copia pure invertita dell'incisione del Reni dal dipinto di Annibale Carracci. Tra i minori e meno personali dei carracceschi, l'A. fu, a dir del Baglione, di natura piacevole ed ebbe "gran gusto a ragionare di cose di virtù". Dei figli dell'A., Elena sposò il pittore G.F. Grimaldi; e furon pittori Vito Andrea e Giuseppe Carlo A., di umore bizzarro, amico del Reni ed aiuto del Colonna e del Mitelli nelle decorazioni del palazzo Spada.
Bibl.: G. Baglione, Vite de' pittori, Roma 1642; C. C. Malvasia, Felsina pittrice, Bologna 1678, I e II; A. Bartsch, Le peintre graveur, ed. Heller, Würzburg 1920, XVIII; L. Ciaccio, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907.