ALMUCANTARAT
. Si chiamano così i circoli minori paralleli all'orizzonte; essi hanno il loro centro nella verticale del luogo, e lungo di essi rimane costante la coordinata del primo sistema chiamata altezza e quindi il complemento di questa, cioè la distanza zenitale. Questi circoli hanno scarsa importanza per i problemi di astronomia sferica, ma sono invece fondamentali nella costruzione e nell'uso degli astrolabî. Il loro nome, che un tempo si scriveva anche almicantarath, viene dall'arabo al-muqanṭarāt "[le linee] fatte ad arcata"; esso si riferisce alla forma che questi circoli vengono ad assumere nella loro proiezione stereografica sulla lamina dell'astrolabio, ove quelli fra essi che non siano molto vicini allo zenit non possono essere rappresentati da circoli completi, ma soltanto da archi tanto più aperti quanto più si accostano alla proiezione del circolo dell'orizzonte, cosicché somigliano ad arcate di edifici o di ponti. Il nome compare in Europa già prima della metà del sec. XI, in Ermanno Contratto (cfr. C.A. Nallino, in Rivista degli studi orientali, VIII, Roma 1919, 396-400).