almo
In If II 20 alma Roma è inteso " eccelsa " (Boccaccio), " alta " (Buti), " santa " (Anonimo, Benvenuto); questa interpretazione preferisce ultimamente il Mazzoni, richiamandosi all'autorità dei lessici medievali (v. infatti Papia: " Almus.ma.mum. sanctus. pulcher. excelsus. ab ‛ alendo ' dicitur "), di alcuni " scrittori prima e dopo Dante " e soprattutto a D. stesso, richiamando Ep V 1 senatoribus almae urbis accanto a Mn II V 12 ab urbe sancta, e Cv IV V 6; ma con diretto e forse più persuasivo riferimento all'etimologia (alere, " nutrire "), l'aggettivo è da intendere più probabilmente " nobile, veneranda come la madre " (Chimenz; cfr. Landino: " Roma... creò e nutrì tale Imperio e sacerdozio"). Analogamente in Pd XXIV 138 voi che scriveste / poi che l'ardente Spirto vi fé almi: mentre la maggior parte dei commentatori propende per un generico significato di " santi " (Lana, Buti, Vellutello, Lombardi, Casini, Torraca; " ‛ fecit vos sanctos ' ", et bene dicit, quia ante infusionem Spiritus sancti apostoli nihil scripserant tamquam rudes et ignari litterarum ", Benvenuto), con più pregnante valore si intende " nutritori della fede nel mondo " (Tommaseo; dopo di lui Scartazzini). L'Andreoli spiega: " dopo che lo Spirito Santo... vi ebbe illuminati "; cfr. anche Porena: " gli apostoli, ispirati dallo Spirito Santo, divennero voci divine ".