alma
Probabile provenzalismo per " anima " (cfr. Migliorini, Lingua 137), presente solo in poesia. Come appellativo dei defunti che D. incontra nell'oltretomba, pare condizionato dalla misura della dignità primigenia (una suggestione dell'aggettivo almus che nel linguaggio cristiano era spesso riferito a Dio, alla Vergine, ai santi?) poiché ha la maggioranza delle attestazioni nel Paradiso (IV 75 non fuor quest 'alme per essa scusate, e 95, IX 119, XVIII 50, XXI 91, XXX 136 e XXXII 110) e due nel Purgatorio (VIII 8 a mirare una de l'alme / surta, che l'ascoltar chiedea con mano, e XXI 63). In If VIII 44 basciommi 'l volto e disse: " Alma sdegnosa, / benedetta colei che 'n te s'incinse!... ", si riferisce a D., nell'accezione di " animo " caratterizzato da certe virtù.
Significa ancora " anima ", ma secondo il gusto figurativo e analitico dello stilnovismo, in Vn III 10 1 A ciascun 'alma presa e gentil core /... salute in lor segnor, cioè Amore, in XV 6 10, e, con più scoperta provenienza scolastica, in VIII 6 13 e riguardava ver lo ciel sovente, / ove l'alma gentil già locata era.
È decisamente termine filosofico (v. ANIMA) in Vn XX 3 4 com'alma razional sanza ragione, e Pg XXV 74 e fassi un 'alma sola, / che vive e sente e sé in sé rigira (" l'anima umana, come spirituale, è sussistente ed ha essere proprio indipendente dal corpo, a cui però lo comunica, sicché risulta in esso un 'alma sola ", Busnelli, in " Bull. " XIII [1906] 178); così ancora in Pg XXV 96, Pd II 133 e IV 52.