allora (allore)
La larga varietà degli usi (sia grammaticali che sintattici e stilistici) del termine è presente nella sua quasi totalità nelle opere di D., anche con peculiarità popolareggianti oltre ovviamente agli aspetti di tipo letterario e a quelli correnti.
1.1. Come avverbio, presenta i diversi valori di uso più comune, accanto a quelli meno frequenti.
Ricorre con il significato, secondo un impiego normale, di " in quel momento " o " in quell'istante ", in Vn III 1 mi salutoe molto virtulosamente, tanto che me parve allora vedere tutti li termin i de a beatitudine; XXXV 3 io senti' allora cominciare li miei occhi a volere piangere; e ancora in V 3, VIII 2, XI 1 e 3, XIV 5, XXII 3, XXIII 8, XXXV 2. E da notare la posizione dell'avverbio collocato prima della proposizione principale, ma da riferirsi alla secondaria, nella stessa Vita Nuova: XIV 4 Allora dico che io poggiai la mia persona simulatamente ad una pintura la quale circundava questa magione; XIX 2 Allora dico che la mia lingua parlò quasi come per se stessa mossa; XXIV 2 Allora dico che mi giunse una imaginazione d'Amore: tale uso col ‛ dico che ' costituisce una formula, uno stilema narrativo (cfr. § I. 5.).
Ancora coi significati sopra dichiarati, in Vn XIX 12 53 De li occhi suoi, come ch'ella li mova, / escono spirti d'amore inflammati, / che feron li occhi a qual che allor la guati; XXXV 5 Allor m'accorsi che voi pensavate...; IX 12 13, XV 6 9, XIX 5 7, XXI 2 6, XXIII 22 35, 26 63 e 28 84, Rime CXVI 43, Rime dubbie XI 12, XIII 12, XIV 12, XVI 17; nella Commedia: in If I 19 Allor fu la paura un poco queta, / che nel lago del cor m'era durata; X 52 Allor surse a la vista scoperchiata / un'ombra; XXV 5 Da indi in qua mi fuor le serpi amiche, / perch'una li s'avvolse allora al collo; XXXI 109 Allor temett'io più che mai la morte; I 136, V 77, XIV 61, XV 97, XIX 40, XXIX 28 e 97, XXXIV 22 e 91; in Pg XXVI 27 io mi fora / già manifesto, s'ionon fossi atteso / ad altra novità ch'apparve allora; XXXII 62 qui non si canta / l'inno che quella gente allor cantaro; II 86 e 113, IV 112 e 115, XIV 140, XVII 24, XX 148, XXIX 43, XXIV 105, XXV 122, XXVIII 75 e 145, XXIX 7 e 64, XXXI 89; in Pd III 88 Chiaro mi fu allor come ogne dove / in cielo è paradiso; XXVII 30 Di quel color che per lo sole avverso / nube dipigne da sera e da mane, / vid'io allora tutto 'l ciel cosperso; XVIII 8, XXV 28; e in Fiore XXXV 5 Allor tornò a me, che lungi m'era, / Ragion la bella; XLVII 9 Allor sì piacque a Dio che ritornasse / Amico a me; LVI 6, LX 3, CLXXI 5, CLXXX 6, CLXXXVII 4, CXCVIII 1, CCI 5, CCIII 13, CCIV 7, C CV 7, CCXI 10.
1.2. Vale, estensivamente, " in quel tempo " (o anche talora " in quel periodo "), con più precise determinazioni contestuali, in Vn XLI 2 e in Cv III V 16; in If XXVII 82 Quando mi vidi giunto in quella parte / di mia etade... / ciò che pria mi piacëa, allor m'increbbe; in Pg III 125 Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia / di me fu messo per Clemente allora, / avesse in Dio ben letta questa faccia, / l'ossa del corpo mio sarieno ancora / in co del ponte presso a Benevento (nei due esempi della Commedia va rilevata la correlazione pria... allor e allora... ancora); in Pd XVI 26 ditemi de l'ovil di San Giovanni / quanto era allora; e in Fiore CL 7 ch'i' era allora di sì grande attorno / che tutto quanto il mondo mi' parea; CXCIII 3 ch'i' era allor sì bella e sì piacente / che 'n ogne parte novelle ne gia. Un caso riferito al futuro, in Pd XXX 143 E fia prefetto nel foro divino / allora tal, che palese e coverto / non anderà con lui per un cammino.
1.3. Con il valore quindi di " in tal caso ", " in tale circostanza ", in Cv I IV 6 invidia è cagione di mal giudicio, però che non lascia la ragione argomentare per la cosa invidiata, e la potenza giudicativa è allora quel giudice che ode pur l'una parte; I II 13, III VI 8, VIII 11, X 2, IV XIX 10; in If XXIII 124 Allor vid'io maravigliar Virgilio / sovra colui ch'era disteso in croce / tanto vilmente ne l'etterno essilio; in Fiore XLII 9.
1.4. Con il significato di " a quel punto ", in If II 75 Tacette allora, e poi comincia ' io; VI 91, XII 113, XIII 91 e 130, Pg XIV 23, Fiore V 14, LXVI 14, CXL 12, CLXXIII 9, CLXXXIV 12.
1.5. In contrapposizione o correlazione con ‛ ora ': Vn III 15 Lo verace giudicio del detto sogno non fue veduto allora per alcuno, ma ora è manifestissimo a li più semplici; in If XXVI 19 Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio / quando drizzo la mente a ciò ch'io vidi, e in Pd XV 127 Saria tenuta allor tal maraviglia / una Cianghella, un Lapo Salterello, / quale or saria Cincinnato e Corniglia.
1.6. Tre casi della locuzione ‛ d'a. innanzi ': in Vn II 7 D'allora innanzi dico che Amore segnoreggiò la mia anima (in posizione anticipata rispetto a dico); XXXIX 3 E dico che d'allora innanzi cominciai a pensare di lei sì con tutto lo vergognoso cuore, che li sospiri manifestavano ciò molte volte (qui in posizione posticipata rispetto a dico), e, poco oltre, XXXIX 5 sì che d'allora innanzi non potero mirare persona che li guardasse sì che loro potesse trarre a simile intendimento.
2.1. Con valore congiunzionale, di senso più o meno preciso, indeterminato, spesso quasi come un puro e semplice modo di legame o di passaggio tra le varie parti della narrazione o di un dialogo riferito, mentre talora risulta meglio evidente il significato consequenziale-conclusivo di " e così ", " [e] pertanto ", " [e] perciò ", " quindi ", " di conseguenza ", e simili: in Vn XIV 2 Onde io... dissi a lui: " Perché semo noi venuti a queste donne ? ". Allora quelli mi disse: " Per fare sì ch'elle siano degnamente servite ", e 7-8 onde lo ingannato amico di buona fede mi prese per la mano, e traendomi fuori de la veduta di queste donne, sì mi domandò che io avesse. Allora io... dissi a questo mio amico queste parole; XII 4, 5, 6 e 17,XVIII 4, 5 e 7, XXIII 6, 15 e 18 13 Allor lassai la nuova fantasia, XXXIX 2, XLI 5; in Rime LXI 13, LXVIII 21, CIII 44, 50 e 65; così anche in Cv IV XXVIII 14. Nella Commedia: in if III 79 Ed elli a me: " Le cose ti fier conte / quando noi fermerem li nostri passi / su la trista riviera d'Acheronte ". / Allor con li occhi vergognosi e bassi, / temendo no 'l mio dir li fosse grave, / infino al fiume del parlar mi trassi; VIII 40 e 88, X 109, XIII 31, XIV 95, XVII 121 (si noti la correlazione con per che e però che), XVIII 124, XIX 61, XX 106, XXI 25 e 85, XXIV 58, XXVII 106, XXVIII 94, XXIX 22 e 54, XXX 124, XXXII 97 e XXXIII 64; in Pg 149 e 86, III 64, VII 9 e 61, XII 127, XIII 46, XVI 37 e XXV 19; in Pd IX 83, e XXIV 67 e 79 (il passo di Pd I 22-27, così nella '21: O divina virtù, se mi ti presti / tanto che l'ombra del beato regno / segnata nel mio capo io manifesti, / venir vedra 'mi al tuo diletto legno, / e coronarmi allor di quelle foglie / che la matera e tu mi farai degno, è dato ora nell'edizione Petrocchi:... vedra 'mi al piè del tuo diletto legno / venire, e coronarmi de le foglie / che la materia e tu mi farai degno).
Numerosi i casi di questo tipo nel Fiore: I 7, II 12, III 9, V 9, VI 5, XVI 9, XX 12, XXVI 9, XXXIII 9, XLVII 5, LVI 12, LXXIII 3, LXXIV 5, LXXVI 2, LXXXVIII 2, CXXVII 12, CXXXVI 9, CXLI 6 e 10, CXLIII 9, CXLIV 1, CLXXVI 9, CXCIX 1, CCIII 3, C CV 1, CCVIII 13, CCIX 9, CCX 1 e 7, CCXII 13, CCXIV 6 e 11, CCXV 7, CCXVI 6, CCXXV 1, CCXXX 9; e in Detto 23. Questo uso di a. come mezzo di collegamento narrativo e con valore consequenziale e conclusivo, è naturale che sia presente in misura larga, in particolare, nell'Inferno (e così dicasi anche del Fiore), per diminuire nel Purgatorio e scomparire quasi nel Paradiso.
2.2. A sé, per quanto con uso analogo e gli stessi significati del sottoparagrafo precedente, poniamo i casi seguenti, numerosi, di Vita Nuova, usati, diremmo come formula fissa, a enunciare la composizione di un sonetto o di una canzone, a introdurli: III 9 E cominciai allora questo sonetto, lo quale comincia: " A ciascun' alma presa "; III 14 e disse allora uno sonetto; VII 2 E allora dissi questo sonetto, che comincia: " O voi che per la via "; XXVII 2 e non credendo potere ciò narrare in brevitade di sonetto, cominciai allora una canzone, la quale comincia: " Sì lungiamente "; XXXIX 6 E dissi allora: " Lasso! per forza di molti sospiri "; e così pure, pressoché uguali: VIII 3, XIII 7, XIV 10, XX 2, XXI 1, XXVI 4 e 9, XXXI 1, XXXII 3, XXXIV 3 e XLI 1.
3. A un'ascendenza, a un'influenza retorica si fanno risalire o, per converso, sono dovuti a ragioni emotive, questi casi di correlazione (quando... allora, se... allora, come... allora, ecc.), o di ripresa, che hanno una loro forza enunciativa ed espressiva o valore rafforzativo, intensivo: Vn XXVII 4 7 Però quando mi tolle sì 'l valore, / che li spiriti par che fuggan via, / allor sente la frale anima mia / tanta dolcezza, che 'l viso ne smore; Cv I VIII 17 Onde acciò che nel dono sia pronta liberalitade e che essa si possa in esso notare, allora, s[e] conviene esser netto d'ogni atto di mercatantia, conviene esser lo dono non domandato; II Voi che 'ntendendo 59 Onde, se per ventura elli addivene / che tu dinanzi da persone vadi / che non ti paian d'essa bene accorte, / allor ti priego che ti riconforte, / dicendo lor, diletta mia novella: / " Ponete mente almen com'io son bella! "; IV XVI 7 Questa perfezione intende lo Filosofo nel settimo de la Fisica quando dice: " Ciascuna cosa è massimamente perfetta quando tocca e aggiugne la sua virtude propria, e allora è massimamente secondo sua natura; onde allora lo circulo si può dicere perfetto quando veramente è circulo ", cioè quando aggiugne la sua propria virtude; e allora è in tutta sua natura, e allora si può dire nobile circulo (correlazione, polisindeto, subordinazione si intrecciano efficacemente nell'articolata struttura ritmica che si accompagna e si compenetra); ancora in Cv IV XXV 12 E quando elli [il corpo] è bene ordinato e disposto, allora è bello per tutto e per le parti; in Pg IV 94 quand'ella ti parrà soave / tanto, che sù andar ti fia leggero / com'a seconda giù andar per nave, / allor sarai al fin d'esto sentiero; in Pd I 79 Quando la rota che tu sempiterni / desiderato, a sé mi fece atteso / con l'armonia che temperi e discerni, / parvemi tanto allor del cielo acceso / de la fiamma del sol; e anche in Fiore XCIV 2 Come Falsosembiante sì parlava, / Amore sì il prese allora a 'rragionare; CLXXVII 5 E se la donna punto s'avedesse / che quel dolente fosse ravvisato / che troppo largamente l'ha donato, / e che di sua follia si ripentesse, / allora in presto domandar dovesse (= dovrebbe); CCXXVI 3 Quando 'l castello fu così imbraciato / e che le guardie fur fuggite via, / allor si v'entrò entro Cortesia.
4.1. Casi di correlazione, anche se alcuni di essi presentano minor forza intensiva degli altri (per cui vedi oltre, 2.), sono pure da considerarsi tutti i seguenti, in cui si ha a. che precede ‛ quando ': Cv I VII 6 allora è la obedienza interamente comandata e da nulla parte spontanea, quando quello che fa chi fa obediendo non averebbe fatto sanza comandamento, per suo volere, né tutto né in parte; VIII 15 E allora sì guarda lo dono a quella parte, quando si dirizza al bisogno de lo ricevente; IV XIII 14 Allora è buona la pecunia, quando, transmutata ne li altri per uso di larghezza, più non si possiede; XXVII 12 però che allora si conviene la cosa quando più satisface al debito de la sua natura, e 16 imperò che allora è buono ragionare lo bene, quando esso è ascoltato; IV XXX 5 Allora si troverà questa donna nobilissima quando si truova la sua camera, cioè l'anima in cui essa alberga.
4.2. Un solo caso si può dare della congiunzione composta ‛ a. quando ' (con grafia non unita); alcuni esempi di 4.1. potrebbero ritenersi inquadrabili in questo sottoparagrafo, considerando a. e ‛ quando ' disgiunti solo formalmente da un gruppo di parole interposte, fatto non raro con le congiunzioni composte, nella lingua antica: Cv IV V 7 poi che esso cielo cominciò a girare, in migliore disposizione non fu che allora quando di là su discese Colui che l'ha fatto e che 'l governa (il senso non muta sostanzialmente anche se si vuole fare uno stacco tra a. e quando, dando a che allora il significato di " come ", " di quel tempo ", e facendo seguire una virgola; cfr. l'esempio che subito segue, che può essere analogamente interpretato).
4.3. Anche la congiunzione composta ‛ a. che ' è rappresentata dagli editori di D. con grafia non unita: oltre al passo - appena sopra accennato quanto all'interpretazione - di Cv IV V 8 Né 'l mondo mai non fu né sarà sì perfettamente disposto come allora che a la voce d'un solo, principe del roman popolo e comandatore, fu ordinato, ecco i casi riscontrati: If XIX 78 Là giù cascherò io altresì quando / verrà colui ch'i' credea che tu fossi, / allor ch'i' feci il sùbito dimando; XXII 105 per un ch'io son, ne farò venir sette / quand'io suffolerò, com'è nostro uso / di fare allor che fori alcun si mette; Pg II 27 allor che ben conobbe il galeotto, / gridò; XVIII 80, XXVII 39; Pd XIII 15 qual fece la figliuola di Minoi / allora che sentì di morte il gelo. Va rilevato infine che se in quest'ultimo caso riportato a. non presenta troncamento, nel seguente di Pd VII 147-148 la congiunzione composta è divisa su due versi conseguenti: E quinci puoi argomentare ancora / vostra resurrezion, se tu ripensi / come l'umana carne fessi allora / che li primi parenti intrambo fensi, mentre in questi altri è separata da uno o più gruppi verbali interposti: Cv IV XXV 11 la nostra anima conviene grande parte de le sue operazioni operare con organo corporale, e allora opera bene che 'l corpo è bene per le sue parti ordinato e disposto; Fiore XLVIII 12-14 Allor foss'egli stato in Normandia, / nel su' paese ove fu strangolato, / che sì gli piacque dir ribalderia!
Per queste e anche per altre modalità d'uso presenti nei passi riferiti nelle diverse parti di questo paragrafo è, naturalmente, da considerarsi, oltre alle ragioni di formazione storica, la rilevanza data ai fattori prosodici e ritmici.
5. ‛ Allore ' è probabile francesismo o forma per analogia con avverbi in -e, che si trova usato in antico in luogo di ‛ allora '. In D. due volte, in rima, che è l'impiego usuale (cfr. per es. Chiaro Quando mi membra 3, Amoroso meo core 4): in un caso come avverbio col valore di " in quel momento ", in Vn XIV 12 13 ond'io mi cangio in figura d'altrui, / ma non sì ch'io non senta bene allore / li guai de li scacciati tormentosi; nell'altro caso come locuzione, ‛ d'a. ', nel significato di " in quella circostanza ", in Rime XL 12 dico, pensando l'ovra sua d'allore. Quanto all'uso della parola in rima, cfr. tra l'altro Iacopone O iubelo del core 7 " Quanno iubel è acceso... / lo cor d'amore è appreso... / stridenno el fa gridare, e non virgogna allore ", e O amor, devino amore 8 e 23; Intelligenza 138 5 (" Cesar si partio di Roma fuore, / poi ch'ebbe i gran' tesori dispogliati. / Dipinto v'è, come a Marsiglia allore / que ' mandar vecchi a lui, i più assennati "); 156 8, 297 2. Tuttavia un caso se pur dubbio, di Dante da Maiano, in rima al mezzo, riportato dal Nannucci citato in bibliografia (" ma eo mi sforzo, e mostro gran baldore / allore ch'aggio più noioso stato "), ma non confermato nell'edizione delle Rime a cura di G. Bertacchi (Bergamo 1896): " ma eo mi sforzo e mostro gran baldore / allhora c'haggio più dollioso stato " (son. XX 8), che però dà allhore nell'apparato (dalla Giuntina del 1527 in cui le Rime sono per la prima volta stampate); inversamente, poi, l'edizione Bettarini (Firenze 1969), che conferma pertanto allore. V. anche ALLOTTA.
Bibl. - V. Nannucci, Teorica dei nomi della lingua italiana, Firenze 1847, 438-439; U.A. Canello, Gli allotropi italiani, in " Arch. Glottol. Ital. " III (1878) 403; B. Terracini, Analisi dei toni narrativi nella " Vita Nuova " e loro interpretazione, in Pagine e appunti di linguistica storica, Firenze 1957, 264-272; A. Vallone, La prosa della " Vita Nuova ", ibid. 1963, 41 ss.; C. Segre, La sintassi del periodo nei primi prosatori italiani - Guittone, Brunetto, D., in Lingua, stile e società, Milano 1963, 79-270 (particolarm. 185-186 e 215-216); E. Mazzali, Appunti sul ritmo e sui modi narrativi dell'" Inferno" (canti I-VIII), in "Convivium" 1-4 (1966) 185 e 194; M. Dardano, Note sui " Bestiario toscano ", in " Italia dialettale " XXX (1967) 96-97 e 103.