AUSTRO-GERMANICA, ALLEANZA (1879)
ALLEANZA Fino a dopo la guerra mondiale, non erano ben note le vicende attraverso le quali fu conchiusa nel 1879 l'alleanza tra l'Impero tedesco e la monarchia austro-ungarica: né era ben conosciuto il valore stesso dell'alleanza. Tanto che, comunemente, si è creduto fosse stata essa un preludio alla Triplice alleanza, conchiusa nel 1882 tra i due imperi e il regno d'Italia, e fosse rimasta, in certo qual modo, assorbita in un secondo tempo nella più vasta Triplice alleanza. Oggi, grazie ai documenti pubblicati, dagli archivi di Vienna specialmente, e agli studî compiuti recentemente - notevole tra gli altri quello del Přibram - non solo si riconosce che le due alleanze sono assolutamente distinte e diverse, e che la prima ha continuato a esistere insieme con l'altra, ma si possono ritrovare agevolmente tutte le ragioni e i motivi che portarono Austria e Germania a stringere quel patto come si possono ricostruire le varie fasi attraverso le quali è passata la diplomazia.
Le ragioni immediate vanno cercate nei risultati del congresso di Berlino del 1878 dal quale la Russia rimase ferita nelle sue più vitali aspirazioni. Ma in realtà bisogna risalire alquanto più indietro, e cioè alla situazione determinatasi dopo il 1870-71 con la vittoria della Germania sulla Francia e la nuova posizione da essa raggiunta in Europa. Liberata definitivamente dalla tutela austriaca, anzi a sua volta divenuta quasi tutrice dell'Austria stessa, la Germania andava rapidamente acquistando una preponderanza politica, che doveva fatalmente modificare i suoi rapporti verso la Russia. In un primo tempo l'imperatore Guglielmo I e il principe Ottone di Bismarck, suo cancelliere, preoccupati del rapido rialzarsi della Francia, dovettero pensare a premunirsi contro un possibile non lontano tentativo di revanche: donde un avvicinamento dell'Impero tedesco a quello russo, che prese forma concreta con l'accessione dell'Austria, in un accordo segreto - senza forma di vero trattato - conchiuso nel 1872 e che è conosciuto col nome di Dreikaiserbund, ossia di "lega dei tre imperatori". Esso impegnava reciprocamente i tre contraenti a mantenere lo statu quo territoriale creato dagli avvenimenti del 1866 e del 1870-71, a risolvere pacificamente le possibili controversie, e infine a combattere i movimenti rivoluzionarî. Una specie di Santa Alleanza in apparenza: in realtà, una carta di sicurezza per la Germania che, garantendosi in tal modo verso l'Occidente, già preparava i motivi d'intervento e i mezzi per predominare negl'inevitabili conflitti che dovevano sorgere tra la Russia e l'Austria, oramai divise di fatto per la politica orientale. Contro questa tendenza, parve voler essere garanzia una specie d'intesa sopravvenuta pochi anni dopo tra Austria e Russia circa eventuali modificazioni nei Balcani, nel senso di non danneggiare gl'interessi austriaci: ma alla prova della realtà, il patto non ha retto.
Prima ancora che il congresso di Berlino si risolvesse a vantaggio dell'Austria, che assumeva una posizione eminente con l'occupazione della Bosnia-Erzegovina, e, insieme, aprisse alla Germania le vie dell'espansione economica e politica in Oriente, l'accordo dei tre imperatori aveva subito una scossa mortale, quando, nel 1875, la Germania, desiderosa d'invadere nuovamente la Francia, troppo presto rifiorita, trovò recisa opposizione nella Russia. Opposizione più che giustificata, in quanto era precisamente interesse russo (e si può dire europeo) che non fosse turbato l'equilibrio in Europa. Da quella data, il Dreikaiserbund perdette ogni valore di fatto: onde Bismarck, prevedendo la naturale, se non vicina, evoluzione della Russia verso la Francia, cominciò a formare il disegno di sostituire qualche cosa di più concreto al vecchio patto e di legare nello stesso tempo le mani alla Russia. Questo disegno si precisò meglio durante il congresso di Berlino quando era evidente che la Russia avrebbe subito di mala voglia decisioni così contrarie alle sue aspirazioni. Prima ancora che in Russia stampa e partiti gridassero al tradimento di Bismarck e della Germania e invocassero punizioni e rappresaglie, Bismarck aveva oramai delineato il suo programma: unire con un vincolo saldo l'Austria-Ungheria alla Germania, e opporre una ferma barriera alle velleità militari del governo russo. Gorčakov, ministro russo degli esteri, quando vide praticamente finita, col congresso di Berlino, la direttiva politica instaurata nel 1872, non esitò a dichiarare oramai distrutta l'intesa, e andata in pezzi ogni relativa convenzione.
Il prologo della nuova alleanza con l'Austria-Ungheria è rappresentato dalla convenzione firmata a Vienna l'11 ottobre 1878 dal principe di Reuss (Germania) e dal conte Andrássy: con la quale furono abrogate alcune disposizioni del trattato di pace del 23 agosto (art. V) relative alla clausola - non desiderata dalla Germania - concernente l'obbligo della cessione delle provincie settentrionali dello Schleswig, che avessero desiderato unirsi alla Danimarca. Nell'esordio della convenzione era detto che l'imperatore d'Austria voleva dare, così facendo, una prova del suo desiderio di stringere "sempre più i vincoli d'amicizia esistenti tra le due potenze". Quello che nel 1878 era, peraltro, semplicemente una preparazione e che poteva anche non aver frutti, se Bismarck avesse potuto ottenere maggior docilità dalla Russia, divenne invece necessità, quando la Russia, sotto la spinta anche dell'opinione pubblica, cominciò a mobilitare. Anzi essa giunse a porre il principe di Bismarck, quasi dinnanzi a una specie di alternativa, invitandolo a dichiararsi apertamente in sostegno delle rivendicazioni russe. Fu necessario al ministro germanico di prendere posizione decisa: ed egli allora non poteva se non continuare per la via che già in precedenza si era aperta.
L'impresa non era facile, non tanto per parte dell'Austria quanto per la riluttanza dell'imperatore di Germania. Imbevuto delle tradizionali idee di colleganza monarchica che risalivano ai tempi della sua gioventù, ossia alla prima metà dell'800, Guglielmo I non poteva sacrificare la vecchia amicizia della Casa russa, con la quale anzi i legami famigliari erano molto stretti. Onde, e prima di decidersi, accettò un convegno con l'imperatore russo. Un vivo scambio di telegrammi direttamente tra l'imperatore e il conte di Manteuffel precedette questa decisione che fu improvvisa, e probabilmente senza l'assenso immediato del principe di Bismarck: e fu notato che l'imperatore tedesco si adattò, il 3 e 4 settembre, a recarsi ad Aleksandrovo, in territorio russo, mentre spettava ad Alessandro II, di vent'anni più giovane di lui, di venirgli incontro. Certamente, quel colloquio doveva avere per iscopo di chiarire la situazione e di produrre qualche intervento personale del sovrano tedesco. Ma Bismarck rispose subito andando egli stesso a Vienna, dal 21 al 24 settembre, e combinando con Andrássy, ministro austriaco, alcuni punti di base che poi divennero il trattato d'alleanza austro-germanica, del 7 ottobre 1879.
Nell'esordio del trattato i due monarchi affermano di voler dare al loro accordo un carattere puramente difensivo: ma negli atti precedenti il trattato stesso (questi sono noti solo ora, mentre il testo del trattato divenne pubblico già nel 1889), è chiaramente indicata la Russia, come la potenza contro la quale uno degli alleati avrebbe dovuto aiutare l'altro, ove fosse attaccato. La stessa affermazione è ripetuta nell'articolo 1° del trattato, mentre nel 2° si prevede il caso d'un'altra potenza che volesse attaccare l'uno o l'altro degli alleati, e in questo caso il non attaccato si limitava a una benevola neutralità. Infine, nell'articolo 3°, le parti contraenti si obbligavano a mantener segreto il testo del trattato. Andrássy, che aveva condotto fino ad allora, per parte austriaca, tutte le pratiche, il giorno dopo la conclusione diede le sue dimissioni e fu sostituito dal ministro Haymerle, il quale peraltro, con circolare 9 ottobre, si affrettò subito a comunicare ch'egli intendeva continuare l'opera del suo predecessore, e specialmente di vigilare sulla severa e piena stipulazione del trattato di Berlino. In tal modo dei tre ministri che nel 1872 avevano assistito al Dreikaiserbund, e cioè Bismarck, Andrássy e Gorčakov, Andrássy era il primo ad allontanarsi, seguito a non molta distanza dal ministro russo. Ma l'allontanamento del ministro austriaco, dovuto a tutt'altre cause, non era così grave come fu quello del Gorčakov, che portò il disorientamento nella politica estera russa e le aprì nuove vie.
Nel trattato del 7 ottobre (art. 3), si fa espressa menzione del colloquio di Aleksandrovo e dei sentimenti pacifici espressi dall'imperatore Alessandro: ma insieme non si nasconde il timore che gli armamenti russi avevano inspirato. Onde, evidentemente, il trattato austro-germanico mirava a impedire nel momento ogni velleità aggressiva, che pareva quasi inevitabile, della Russia. Poiché esso ha ottenuto lo scopo che si è prefisso ed è stato il primo grande atto da cui la situazione europea si è venuta chiarendo e assestando definitivamente, e poiché, così facendo, l'alleanza austro-germanica con tutte le sue conseguenze, tanto della Triplice alleanza quanto dell'alleanza franco-russa, ha determinato le direttive generali della politica europea per quasi quarant'anni, è logico dare a questo trattato un'importanza capitale nella modernissima storia d'Europa. Le due alleanze che ne sono scaturite e che hanno diviso l'Europa, sino al 1914, in due campi opposti, non potevano che essere una logica conclusione, sia del congresso di Berlino, sia dell'alleanza austro-germanica. Priva dell'aiuto della Germania, sulla quale la Russia aveva potuto o creduto di far assegnamento, e ormai sola contro l'Austria-Ungheria, contro la quale, prima o poi, a causa dei Balcani, si sarebbe dovuti venire ad una risoluzione cruenta, era logico che la Russia, libera anch'essa dai vecchi legami tradizionali, si rivolgesse verso altre potenze. E poiché specialmente al principe di Bismarck non poteva passare inosservato che tra queste potenze vi doveva essere fatalmente la Francia, ecco sorgere il disegno di attirare un terzo alleato al blocco austro-tedesco: questo alleato, evidentemente, non poteva essere che l'Italia.
Se non che, tale piano non ha avuto compimento con una adesione dell'Italia al trattato del 7 ottobre 1879 o con un semplice allargamento del trattato stesso. Il trattato, anzi i successivi trattati della Triplice alleanza stanno compiutamente a sé. La miglior dimostrazione di questo sta nel fatto che l'alleanza austro-germanica fu ripetutamente rinnovata. Conchiusa una prima volta per 5 anni, essa fu infatti nuovamente stipulata nel 1883, e poi per termini fissi altre volte ancora sino al 1902, nel quale anno, con atto speciale (protocollo del 1° giugno 1902, Archivio di stato in Vienna), fu stabilito che il rinnovamento s'intendesse tacito ed automatico sino a che l'una delle due parti non lo avesse denunziato, due anni prima dell'eventuale scadenza. Non essendo mai stata fatta alcuna denunzia, per parte di nessuno dei due alleati, l'alleanza acquistò di fatto quel carattere che le aveva voluto imprimere il principe di Bismarck, ossia di alleanza duratura.
Se, allora, le due alleanze sono state anche formalmente ben distinte (la confusione durata sino ad oggi sulla loro vicendevole dipendenza è stata naturalmente prodotta dal segreto diplomatico), si può dire che il valore pratico dell'alleanza austro-germanica è stato in complesso quello di rappresentare per le potenze centrali una base comune per la politica estera, ma più specialmente di regolare la loro condotta verso la Russia. Infatti, in nessuno dei trattati della Triplice alleanza si fa mai allusione alla Russia, come alla potenza che, aggredendo, senza essere provocata, uno degli alleati, provochi il casus belli per tutti quanti. Gli obblighi del trattato del 1879 riguardavano solo la Germania e l'Austria direttamente nei riguardi della Russia. Tanto è vero che nelle clausole della Triplice alleanza, l'Italia, alla quale Germania e Austria dovevano porgere aiuto se attaccata dalla Francia, non era tenuta verso l'Austria, nel caso di attacco della Russia, se non ad una benevola neutralità. Per la Germania poi, il trattato della Triplice non parla di obblighi verso l'Austria, in caso di attacco russo, poiché questi obblighi esistevano già per l'altro trattato del 7 ottobre 1879.
Bibl.: Die grosse Politik der europäischen Kabinette, III, Berlino 1920; A. F. Přibram, Die politischen Geheimverträge Österreichs-Ungarns, 1879-1914, I, Vienna e Lipsia 1920; Plehn, Bismarcks auswärtige Politik nach der Reichsgründung, 1920; Becker, Bismarcks Bündnispolitik, 1923: U. Noack, Bismarcks Friedenspolitik, Lipsia 1928.