ALICUDI (A. T., 27-28-29)
Isola dell'arcipelago delle Lipari nel Tirreno a circa 38°32′ di lat. N. e 1°54′ di longitudine E., estesa circa kmq. 5,10. Considerando Ustica come facente parte del gruppo delle Eolie, Alicudi è il secondo dei vulcani dell'allineamento che va da Ustica a Lipari, procedendo da Ovest verso Est. Sorge su un grande cono sottomarino ben distinto da quello di Ustica e in parte risaldato, verso E., a quello di Filicudi; distaccato, fin quasi dalla base, dal massiccio siculo. Sembra che vi si possano distinguere due centri eruttivi: uno basaltico antico e uno andesitico più recente, riferibili rispettivamente al Pliocene recente e al Quaternario, (Sahariano inferiore) secondo il Bergeat. Le forme primitive dei due vulcani sono molto distrutte, e l'isola si presenta come una massa subconica culminante a 666 m. s. m. a pareti ripide, che divengono spesso verticali presso il mare. Dove non è coltivata o sterile, è coperta di boscaglia di eriche, da cui l'antico nome di Ericusa. V'è una sola sorgente di acqua fredda e nessuna traccia di attività vulcanica recente o attuale. Coltivazione principale è la vite. Le non numerose case sono distribuite sui pendii orientali e meridionali dell'isola e abitate da una popolazione (686 ab. nel 1921) relativamente assai densa (134 ab. per kmq.), il che spiega la notevole emigrazione, diretta soprattutto verso l'Australia. Probabilmente l'isola è stata abitata stabilmente solo in tempi recenti: gli avanzi archeologici vi sono rarissimi.
Bibl.: O. De Fiore, Bibliografia delle Isole Eolie, in Bull. Volcanilogique Intern., Napoli 1925, nn. 3-4.