Guy, Alice
Regista, soggettista e produttrice cinematografica francese, nata a Saint-Mandé (Parigi) il 1° luglio 1873 e morta a Mahwah (New Jersey) il 24 marzo 1968. Riconosciuta come prima regista donna nella storia del cinema e tra gli ideatori delle prime forme di finzione cinematografica, la G., dapprima nel cinema francese e successivamente negli Stati Uniti come cineasta indipendente, contribuì all'evoluzione tecnica e artistica del cinema delle origini. Realizzò numerose commedie, melodrammi per lo più di origine letteraria e di impostazione teatrale, film basati sui trucchi, féeries e horror, con l'uso di dettagli, mascherini e doppie esposizioni che accrescevano l'effetto drammatico del racconto. Ignorata e sottovalutata dagli storici e dai critici cinematografici per molto tempo, la G. ottenne solo in tarda età i meritati riconoscimenti grazie all'interessamento dimostrato per il suo operato dalla Cinémathèque française, nella persona di Henri Langlois, dall'Association Musidora (che creò nel 1974 il primo Festival de films de femmes in Francia) e, a partire dagli anni Settanta, dagli studi del movimento femminista. Nel 1953 fu insignita in Francia della Légion d'honneur e trascorse gli ultimi anni della sua vita scrivendo l'autobiografia (Autobiographie d'une pionnière du cinéma ‒ 1873-1968, pubblicata postuma nel 1976) e prodigandosi affinché l'importanza della sua attività venisse alla luce attraverso una corretta ricostruzione storica.
Proveniente da un'agiata famiglia borghese, più volte minacciata da collassi finanziari, fu educata nel convento Sacré Cœur (al confine franco-svizzero). Dopo la morte del padre, decisa ad assicurarsi la propria indipendenza, la G. studiò stenodattilografia e fu assunta come segretaria da Léon Gaumont. Il crescente interesse per l'invenzione dei fratelli Lumière, la decisione di modificare l'apparato produttivo degli stabilimenti e di promuovere la diffusione del cronophotographe (uno dei primi modelli di proiettori economici), indusse Gaumont ad aumentare le responsabilità della G., che oltre a dirigere il settore dei film a soggetto iniziò la carriera di regista. Tra i primi lavori diretti, La fée aux choux (1896), un'illustrazione animata ‒ 20 metri di pellicola per la durata di 1 minuto e 30 secondi ‒ raffigurante una donna che alleva bambini in un orto di cavoli. Girato a Belleville, con metodi artigianali, pochi mezzi e l'aiuto di alcuni amici, il film presenta elementi di magia e venature di ironia e umorismo, caratteristiche queste comuni al lavoro di Georges Méliès e di altri pionieri del cinema fantastico francese. Dotata di grande entusiasmo e di notevole eclettismo, la G. si cimentò in tutti i generi sperimentando numerose soluzioni narrative e tecniche: la breve commedia La première cigarette (1904), per es., è incentrata su un unico personaggio, inquadrato in piano ravvicinato, ma ripreso in modo da suggerire l'idea della soggettiva di un altro personaggio fuori campo. L'immaginazione e la sensibilità di questa pioniera del cinema si espressero con particolare efficacia nei racconti per l'infanzia quali La baptême de la poupée, Les petits peintres e soprattutto il commovente Les petits coupeurs de bois vert, tutti realizzati nel 1904. L'ampliamento della produzione di film a soggetto indusse la G. a cercare nuovi collaboratori (Ferdinand Zecca, Victorin Jasset e Louis Feuillade) con una personalità e una sensibilità artistica che, il più delle volte, si rivelarono però molto distanti dalle sue. La G. iniziò quindi a realizzare progetti più ambiziosi tra i quali La Esmeralda (1905), un adattamento da Notre-Dame de Paris di V. Hugo, e il notevole La vie du Christ (1906), un soggetto religioso in 25 tableaux già portato sugli schermi dalla Pathé Frères, per il quale la G. ebbe a disposizione circa 300 comparse e in cui sperimentò l'uso della profondità di campo. Dopo il matrimonio (1906) con l'operatore inglese Herbert Blaché (in seguito al quale iniziò a essere conosciuta anche come Alice Guy-Blaché), si trasferì negli Stati Uniti con il marito, chiamato a dirigere la sede newyorkese della compagnia Gaumont. Dedicatasi per tre anni interamente alla famiglia, la G. tornò al suo lavoro, decidendo di fondare una propria casa di produzione, la Solax Company, che fu registrata il 7 settembre 1910 e della quale divenne presidente. La Solax, con sede a Long Island e poi a Fort Lee, iniziò a produrre film interpretati da attori statunitensi e i cui soggetti erano espressamente pensati per il pubblico americano. I primi realizzati negli Stati Uniti, A child's sacrifice (1910) e Falling leaves (1912), riproposero le atmosfere commoventi del melodramma, mentre nel satirico In the year 2000 (1912) la G. prefigurò con senso dell'umorismo l'ascesa al potere delle donne. In seguito si orientò verso la ricerca di un maggior realismo ma anche di effetti sensazionali, affrontando vari generi: avventuroso, fantastico, western e poliziesco. In questo periodo si rivelò indispensabile la collaborazione con lo scenografo Henri Ménessier, in grado di offrire sempre nuove soluzioni all'immaginazione dell'artista. Nell'ottobre del 1913 la Solax interruppe la produzione: la G. continuò a realizzare film come indipendente fino al 1917 facendoli produrre prima dalla Blaché Features, Inc., e in seguito dalla U.S. Amusement Corporation, società fondate dal marito e delle quali fu vicepresidente. Molti di essi furono centrati su figure femminili (per es. The woman of mistery, 1914) e rivelarono anche l'interesse della G. per le tematiche horror come The vampire (1915), prodotto dalla Popular Plays and Players, Inc. con cui la regista realizzò anche lavori basati su opere teatrali o romanzi. Con l'affermarsi delle majors, la sopravvivenza degli indipendenti divenne impossibile: prima di ritirarsi definitivamente dalle scene la G. diresse i suoi ultimi due film The great adventure (1918) e Tarnished reputations (1920) per la Pathé Exchange. Nel 1922, dopo il divorzio, partì per la Francia, dove però non riuscì più a lavorare nel mondo cinematografico. Nel 1964 fece ritorno negli Stati Uniti, dopo aver vanamente tentato di far pubblicare la sue memorie. In venticinque anni di carriera la G. realizzò più di duecento film, anche se quantificarli appare difficile dal momento che, a eccezione di un numero minimo, sono andati distrutti o risultano introvabili.
F. Lacassin, Out of oblivion: Alice Guy-Blaché, in "Sight and sound", summer 1971, 3, pp.151-54.
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