Capo religioso e uomo politico iraniano (n. Mashhad 1940). Membro del Consiglio rivoluzionario islamico, che assunse la guida del paese dopo la rivoluzione del 1979 e fu sciolto nel 1980, Kh. fu segretario generale del Partito rivoluzionario islamico (1980-87). Venne eletto presidente dell'Iran nel 1981, in seguito alla destituzione di Bani-Sadr, diventando il primo religioso a ricoprire tale carica, e riconfermato per un ulteriore mandato quadriennale nel 1985. Dopo la morte di Khumainī (1989), lo ha sostituito come suprema autorità politico-religiosa del paese ed ha esteso i poteri di tale ruolo, in modo che ogni decisione degli organi governativi fosse sottomessa alla sua approvazione, come anche l'elezione presidenziale. Espressione del conservatorismo islamico, dopo gli anni Novanta, caratterizzati da governi di orientamento riformista, dal 2000 Kh. ha rilanciato una politica estera radicalmente anti-occidentale, promuovendo il programma di arricchimento dell'uranio e mantenendo l'intransigenza nei confronti della comunità internazionale, in particolare degli USA e di Israele. Si è mosso per fermare la riforma della legge sulla stampa (2000) e, in piena sintonia con la politica interna del presidente M. Aḥmadīnizhād, per riportare all'interno dell'osservanza religiosa islamica molti aspetti della società iraniana, in particolare limitando i diritti delle donne e controllando le attività degli intellettuali e degli studenti universitarî.