Algeri
Un'antica città libera
Antico e glorioso porto di mare, Algeri ha il doppio volto delle città improvvisamente investite dalla modernizzazione, dove il centro storico dalle architetture tradizionali è circondato da estesissimi quartieri all'europea. In questo Algeri ben rappresenta il paese di cui è capitale, tentando di conservare le sue tradizioni senza rinunciare allo sviluppo economico e sociale
Algeri (in arabo al-Giaza'ir "le isole"), una delle grandi città capitali del Mediterraneo, fu fondata dai Fenici come scalo marittimo, in una bella baia falcata. Ma nell'antichità la città non si sviluppò molto per la concorrenza di altri centri urbani. Intorno al Mille, invece, dopo l'arrivo degli Arabi e della religione islamica, Algeri diventò un centro importante della popolazione berbera, venne fortificata e sviluppò una notevole attività commerciale e portuale. La città crebbe soprattutto a partire dal 1492, quando vi si trasferì parte della popolazione islamica di Granada, appena conquistata dagli Spagnoli.
Come le repubbliche marinare italiane, nel tardo Medioevo Algeri era una potente città-Stato, punto d'arrivo di commerci tra il Mediterraneo e il Golfo di Guinea per via di terra e tra le regioni mediterranee meridionali per via marittima. Per le regioni mediterranee settentrionali abitate da popolazioni cristiane, Algeri diventò invece sinonimo di pirateria: qui era una delle basi principali dei pirati detti 'barbareschi' (Barberia era il nome che gli Europei davano all'Africa mediterranea). La flotta algerina esercitava tanto il commercio pacifico quanto la guerra di corsa contro le navi e i porti degli Stati europei, arrivando spesso a saccheggiare le coste spagnole e italiane e a fare schiavi gli abitanti catturati; identica cosa, chiaramente, facevano le navi cristiane sulle coste abitate da musulmani: gli schiavi catturati da una parte e dall'altra, poi, venivano o scambiati o riscattati. Algeri venne perciò attaccata parecchie volte, tra 16° e 18° secolo, dalle flotte europee, ma sempre senza risultato.
La città invece si ingrandì (aveva probabilmente 100.000 abitanti già nel Seicento) e si rafforzò, fino a controllare un lungo tratto di costa e l'entroterra corrispondente: di questo territorio, che dalla città prese il nome, Algeri diventò la capitale, anche se ufficialmente dipendeva dall'impero ottomano.
Dopo aver resistito per tanti secoli, nel 1830 Algeri fu conquistata dai Francesi, che ne fecero una città moderna. La parte antica di Algeri, la casba racchiusa nelle mura e famosa per le abitazioni bianche, addossate le une alle altre, percorsa da scalinate e vicoli ripidi e strettissimi, venne conservata, ma tutto intorno, specie lungo la costa, si sviluppò la città 'europea', con strade larghe e dritte (boulevards), grandi edifici, quartieri residenziali e industriali, strutture portuali. In tutta l'Algeria, la colonizzazione provocò l'immigrazione anche di molti Francesi (per esempio, il grande scrittore Albert Camus nacque ad Algeri e vi ambientò alcuni suoi romanzi). Algeri, così, diventò una città in gran parte francese anche per popolazione.
Quando il popolo algerino cominciò a richiedere l'indipendenza, fu proprio ad Algeri che si sviluppò più duramente la lotta ‒ dando luogo alla cosiddetta battaglia di Algeri (1957) e poi ad anni di guerriglia ‒ e che prese avvio l'insurrezione finale che portò all'indipendenza (1962). Dopo l'indipendenza sono stati costruiti anche quartieri nell'entroterra, dove trasferire parte degli abitanti della casba e, soprattutto, quelli provenienti dalle regioni rurali, che hanno fatto aumentare rapidamente la popolazione da nemmeno 400.000 abitanti alla fine degli anni Cinquanta a oltre 1.500.000 alla fine del secolo (più di 2.500.000, compresi i sobborghi). Nella città antica sopravvivono monumenti importanti, come alcune moschee dell'11° secolo e i palazzi degli antichi signori di Algeri; i quartieri moderni lungo il mare occupano più di 20 km di costa.