TESTONI, Alfredo
Commediografo e poeta dialettale bolognese, nato l'11 novembre 1859 a Bologna, ivi morto il 17 dicembre 1931. Nei Ricordi di teatro (Bologna 1925), libro agile e vivo, raccontò egli stesso gran parte della sua vita letteraria. Cominciò giornalista, nel Capitan Fracassa di Roma, e poi nel Resto del Carlino di Bologna, in Ehi! ch'al scusa, dialettale bolognese; ma presto cominciò a dare al teatro in italiano e in dialetto una lunga serie di lavori, tra i quali registriamo almeno Il cardinale Lambertini, commedia rappresentata la prima volta nel 1905 e poi rimasta nel repertorio; Gioacchino Rossini (1908); La spada di Damocle (1916); L'Ordinanza, bozzetto della vita militare; due volumi di Teater bulgneis (1886); e altre scene di maggiore o minore importanza ma sempre gradite al pubblico e talvolta applauditissime. Senza pretendere di rifare il mondo né sul palcoscenico né fuori, il T. ebbe una forza comica, un brio, una felicità di mano che lo rendono singolare di una cara italianità e di una sagace umanità.
In una prosa Dietro le quinte, del 1910, il T. dimostrò come egli, oltre al pubblico, conoscesse a fondo gli attori dei quali si valse (diresse per un triennio una compagnia): e certamente una parte del buon successo delle sue commedie si fondava sopra codesta esperienza pratica. L'arte drammatica del T. è confermata dall'invenzione del personaggio la Sgnera Cattareina, fatta monologare in serie di sonetti, che rappresentano lei stessa nei varî atteggiamenti da lei assunti, spontaneamente o per suggestione, davanti ai casi e alle persone che le si offrono, e nei giudizî, ora di buon senso e satirici, ora d'ignoranza o latente immoralità, ch'ella va spifferando in un saporito bolognese. Dall'Ordinanza, scritta dal T. poco più che ventenne e tenutagli a battesimo da Paolo Ferrari, fino ai più recenti lavori, neppure il continuo e copioso produrre avvezzò malamente il T. a fidarsi delle innate facoltà; anzi si deve ammirarne il progressivo elevarsi a un'arte più pura e però meglio durevole. La sua Cattareina, che è già popolare, forse resterà proverbiale; e indubbiamente apparirà un curioso documento del vivere regionale italiano, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, nella bassa borghesia emiliana, ma non soltanto in quella.
Così il Teatro italiano come molta parte del Teatro bolognese, e le Poesie (I Sonetti della Sgnera Cattareina e del Fiacaresta e I nuovi sonetti della Sgnera Cattareina e le narcisate della guerra) sono editi dalla casa Zanichelli.
Bibl.: O. Trebbi, A. T., Roma 1926, con bibl.; A. Galletti, Il Novecento, Milano 1935, pp. 357, 423; C. Levi, Il teatro, Roma 1919; N. Pascazio, Un'ora con A. T., in La fiamma, ivi, gennaio 1912.