POLLEDRO, Alfredo
POLLEDRO, Alfredo. – Nacque a Torino il 24 aprile 1885 da Stefano (nato nel 1856).
Studiò giurisprudenza nella sua città, laureandosi nel 1904; accostatosi all’ala massimalista del Partito socialista italiano (PSI), militò nel sindacalismo rivoluzionario (nel 1905 fu in contatto epistolare anche con Benito Mussolini). Più volte inquisito e condannato a causa dell’attività politica, si rifugiò all’estero insieme alla compagna Rachil’ (Rachele) Gutman (1885-1944, un’ebrea russa trapiantata in Italia, docente di russo dapprima in istituti privati, poi all’Istituto commerciale Quintino Sella), che aveva incontrato nel 1905 e che sposò tre anni dopo, quando nacquero i due gemelli Alessandro e Luigi.
Iniziato allo studio del russo dalla sua compagna, che tra l’altro tradusse con lui opuscoli di propaganda dopo la rivoluzione del 1905, fu ostile alla guerra di Libia, ma allo scoppio della Grande Guerra divenne interventista, collaborò al Popolo d’Italia e in seguito abbracciò il fascismo.
Negli anni della guerra aveva compilato insieme alla moglie una grammatica di russo (Grammatica russa teorico-pratica, Torino 1917; più volte ristampata, su di essa studiarono la lingua molte generazioni, da Piero Gobetti e sua moglie, Ada Prospero, a Vittorio Strada); nel primo dopoguerra l’impegno dei coniugi Polledro per la diffusione della lingua e della letteratura russa (cui poi si affiancò il fratello di lui, Silvio) si intensificò, dando infine luogo all’impresa editoriale alla quale soprattutto è legato il suo nome, la casa editrice Slavia, fondata nel gennaio del 1926 con sede a Torino, al n. 22 di via Pietro Micca.
Sin lí, la cultura italiana aveva conosciuto la grande letteratura russa in maniera disordinata e casuale (anche se non erano mancate, già nel XIX secolo, traduzioni eseguite direttamente dal russo); ma dopo la guerra e la rivoluzione d’Ottobre l’esigenza di un approccio più sistematico e consapevole diede luogo a un’attività di tipo accademico (cui diede voce soprattutto l’opera di Ettore Lo Gatto) e a una di genere divulgativo, ma con una forte consapevolezza culturale, della quale l’editrice Slavia dei Polledro è stata la manifestazione più cospicua (accanto, si intende, ad altre importanti iniziative editoriali, come la V.O.L.G.A di Corbaccio editore, curata da Osip Felyn, o la Biblioteca russa, curata per la casa editrice Bietti da Rinaldo Küfferle; senza dimenticare, naturalmente, le collezioni della Anonima romana Editoriale, per cura di Ettore Lo Gatto).
Le edizioni della Slavia, con le loro versioni integrali tradotte direttamente dal russo (cui si affiancarono poi altre del ‘genio slavo’, dal ceco e dal polacco), rimangono con 57 volumi prodotti la più rilevante iniziativa nella cultura italiana del XX secolo per la conoscenza della grande letteratura russa: e non solo dell’Ottocento, perché il ‘genio russo’ pubblicò un buon numero di testi contemporanei, sia sovietici (Pil′njak, Fedin, Leonov) che dell’emigrazione (Bunin, Remizov, Merežkovskij). Attorno alla Slavia, e accanto a Polledro – traduttore non molto prolifico – si raccolse una rilevante compagine di ottimi traduttori, sia italiani sia di origine russa, fra cui Renato Poggioli e Leone Ginzburg: e il nome di quest’ultimo rende conto tra l’altro di come e perché, dopo che l’impresa editoriale di Polledro (rivelatosi più abile come uomo di cultura che come imprenditore) tacque dal 1934, molte delle traduzioni da lui volute vennero riproposte (e talora riviste) dalla casa editrice Einaudi.
Durante la seconda guerra mondiale per «un crudele destino» perì l’amata compagna della sua vita, cosicché il Dizionario russo-italiano che avevano compilato insieme apparve – parzialmente – solo nel 1949, mentre, a far tempo dal secondo dopoguerra e poi con l’inverarsi della guerra fredda, si stava aprendo ormai una stagione nuova negli scambi letterari e culturali tra Italia e Russia, entro la quale il suo nome ricorse solo nelle ristampe delle sue traduzioni.
Alfredo Polledro – dopo aver incarnato con intelligenza e originalità non solo il tipo del ‘russista militante’ nel XX secolo, ma insieme un intellettuale dai vasti interessi che fu giornalista, traduttore ed editore – morì, quasi dimenticato, a Torino il 28 ottobre 1961.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale pubblica sicurezza, Casellario polizia centrale, b. 4067, ad nomen; un Quaderno di Polledro databile probabilmente al 1945 è conservato nell’archivio privato Bianca Polledro; alcune pagine in R. Alessio, Le traduzioni dal russo a Torino negli anni Venti del nostro secolo, tesi di laurea, Università degli studi di Torino, a.a. 1987-88; F. Rocci - L. Béghin, Slavia. Catalogo storico, Torino 2009.
A. Polledro - R. Gutman Polledro, Antologia russa, Torino 1919; V.G. Galati, Un catecumeno dell’editoria: A. P., in L’Italia che scrive, 12 dicembre 1926; A. Polledro - R. Gutman Polledro, Dizionario russo-italiano, Torino 1949; P. Cazzola, La casa editrice ‘Slavia’ di Torino, La traduzione letteraria dal russo nelle lingue romanze e dalle lingue romanze in russo, Milano 1978, pp. 506-515; C.G. De Michelis, Russia e Italia, in Storia della civiltà letteraria russa, a cura di M. Colucci - R. Picchio, II, Torino 1997, pp. 689-709; S. Adamo, La casa editrice Slavia, in Editori e lettori. La produzione libraria in Italia nella prima metà del Novecento, a cura di L. Finocchi - A. Gigli Marchetti, Milano 2000, pp. 53-98; L. Béghin, Emigrazione russa e editoria italiana fra le due guerre, in Archivio russo italiano, V, Europa Orientalis, Salerno 2009, pp. 291-302.