Oriani, Alfredo
Scrittore (Faenza 1852-presso Casola Valsenio 1909). Esordì giovanissimo col romanzo Memorie inutili (1876), seguito da altre opere che rivelano il fermento ideologico e sentimentale di un epigono della letteratura romantica. Dal 1883 la sua vena narrativa e polemica si rivolse alla rappresentazione dell’umanità moderna, all’opera dei popoli e delle nazioni, allo sforzo dell’uomo che si dà una patria e una missione; e, accanto ai romanzi, nacquero scritti storico-politici (Fino a Dogali, 1889; La lotta politica in Italia, 1892). Le ultime opere furono caratterizzate da una più intima spiritualità, spesso però compromessa da un velleitario «titanismo spirituale» (La rivolta ideale, 1908; Punte secche, postumo, 1921). O. fu indicato da Mussolini fra gli ispiratori del fascismo; in effetti espresse il fermento attivistico diffuso presso vari settori della società italiana al principio del secolo, individuando chiaramente la crisi di una certa borghesia di fine sec. 19°, e riprese miti politici (il nazionalismo, l’imperialismo) già affermati in Europa, inserendoli in una cultura d’impronta hegeliana.