GIROSI, Alfredo
Nacque a Napoli il 24 nov. 1860 dal pittore Giovanni e da Almerinda Spedalieri. Ricevette la prima formazione artistica dal padre, il quale in principio ostacolò la sua vocazione, convinto che il lavoro del pittore fosse poco remunerativo (Giannelli). Così, dopo la licenza liceale classica, il G. frequentò il Reale Istituto di belle arti di Napoli risultando ammesso alla prima classe il 23 nov. 1881 e passando alla seconda il 21 luglio 1882. Nel 1882 ottenne la patente d'abilitazione per l'insegnamento del disegno nelle scuole tecniche e normali. Doveva avere già una buona preparazione artistica quando entrò nel Reale Istituto, poiché fin dal 1881-82 ebbe un incarico di assistente per l'insegnamento del disegno geometrico e diede inizio alla sua carriera espositiva. Più tardi divenne insegnante di geometria descrittiva e di disegno di macchine nel Real Arsenale marittimo di Napoli, nonché professore di ornato e figura nelle scuole municipali della città e presso le scuole del convitto Pontano. Fratello di Gustavo, che operò a lungo nel campo della pittura sacra e del restauro, sposò Marianna Cossovich ed ebbe otto figli, tra cui il pittore Franco. Oltre che alla pittura a pastello e ad acquerello si dedicò alla miniatura, principalmente su pergamena, tecnica, divenuta sempre più rara, che gli procurò un notevole successo di pubblico e di mercato. Nel 1900 Scalinger ricordava che le sue "pergamene sono armonizzate e alluminate col gusto e la pazienza di un maestro antico". Aveva, infatti, a lungo studiato gli esempi degli antichi manoscritti, guidato, tra l'altro, dall'amico e illustre paleografo Alfonso Miola, già bibliotecario dell'Università di Napoli.
Il G. espose assiduamente alle mostre della Società promotrice di belle arti di Napoli dal 1881 fino al 1913-14, presentando numerosi ritratti, pastelli e dipinti a olio. Nel 1897 alla XXXI Esposizione si presentò finalmente come miniaturista tout court con Et intrantes domum, invenerunt puerum cum Maria Matre e L'inno a Maria di Dante, realizzate su pergamena alla maniera antica.
Espose ancora nel 1906, quando la Società promotrice Salvator Rosa dopo una lunga pausa riprese le esposizioni con la XXXIII edizione: in catalogo sono enumerati i suoi dipinti a olio Estasi soave! e Ritratto della baronessa Bellini-Fornari. Alla mostra del cinquantenario della Salvator Rosa del 1911, la XXXIV, presentò I bevitori (miniatura su avorio da D. Velásquez), mentre alla XXXV del 1912 propose Danae (miniatura su avorio da Tiziano). Entrambe queste opere, di ubicazione ignota, attestano una ricerca colta del pittore e una committenza raffinata, amante delle citazioni e dei revival. Ancora e per l'ultima volta il G. prese parte all'esposizione della Società promotrice nel 1913-14, la XXXVI, con il dipinto Aspettando l'introduzione.
Non espose solo a Napoli: nel 1886 prese parte alla mostra della Società promotrice di Genova con Tra un ballo e l'altro; e sue opere si videro anche a qualche mostra di più vasto respiro, come le nazionali di Milano, Venezia e Torino. A quest'ultima del 1898 presentò due miniature su pergamena a imitazione delle opere del secolo XV, come recita il catalogo: L'adorazione dei magi e L'inno a Maria di Dante, già esposta l'anno prima.
Ebbe molti incarichi pubblici per eseguire pergamene commemorative e celebrative (Giannelli), fra le quali si può menzionare il Ricordo del II Congresso provinciale del 1905 (presso la Provincia di Napoli, sala del Consiglio in S. Maria la Nova), che palesa la grande maestria tecnica del G.: un cartiglio pergamenaceo con una lunga scritta commemorativa e timbro in ceralacca si staglia tridimensionalmente su uno sfondo prezioso, dove sono rappresentati come su un'antica tappezzeria tutti gli stemmi araldici delle province italiane convenute; la miniatura è racchiusa entro una pregevole cornice lignea, quasi una microarchitettura intagliata e decorata.
Ritrattista di qualità, riuscì a raggiungere anche attraverso l'acquerello e il pastello effetti virtuosistici di resa della verità fisiognomica attraverso una materia morbida e pastosa, carica di effetti luministici, come attesta il ritratto del Senatore Tommaso Senise, olio su tela, conservato presso la Provincia di Napoli. Anche il ritratto di Enrico De Nicola in abito militare ad acquerello (Roma, Presidenza della Repubblica), firmato e datato 1920 denota la medesima ricerca di effetti pittorici morbidi e sfumati nella resa dei tratti somatici. Alcuni ritratti, piccole miniature di pregevole fattura con personaggi di famiglia, si trovano in collezione Mannaiuolo a Napoli; le fonti ricordano inoltre la presenza di sue opere presso l'ex ministero della Marina. Nel 1916, durante il primo conflitto mondiale, eseguì la copertina a colori di una Strenna per l'assistenza ai bambini dei richiamati, con scritti di S. Di Giacomo, F. Russo, B. Croce, R. Bracco e altri letterati e intellettuali napoletani.
Profondo conoscitore delle tecniche artistiche e delle regole del disegno, tra il 1894 e il 1895 pubblicò a Napoli presso G. Tipaldi un fortunato ed erudito manuale di disegno geometrico in due parti dal titolo Gli elementi del disegno geometrico lineare, con parti teoriche e numerose tavole che vide una ristampa nel 1910.
Il G. morì a Napoli il 22 marzo 1922.
Fonti e Bibl.: Napoli, Arch. stor. dell'Accademia di belle arti, fascio Alunni, f. 4154; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi: pittori, scultori, architetti, Firenze 1889, p. 232; E. Giannelli, Artisti napoletani viventi: pittori, scultori, architetti, Napoli 1916, pp. 271 s.; G. Ceci, Bibliografia per la storia delle arti figurative nell'Italia meridionale, II, Napoli 1937, ad indicem; G.M. Scalinger, I pittori a Napoli, in Napoli d'oggi, Napoli 1990, p. 327; M. Picone Petrusa, L'arte nel Mezzogiorno d'Italia dall'Unità alla seconda guerra mondiale, in Storia del Mezzogiorno, XIV, La cultura contemporanea, a cura di G. Galasso, Napoli 1991, p. 191; G. Di Genova, Storia dell'arte italiana del '900. Generazione maestri storici, II, Bologna 1994, pp. 1006, 1012; Arte rubata. Il patrimonio artistico napoletano disperso trovato, a cura di A. Schiattarella, Napoli 1999, p. 66; G. Cassese, Franco Girosi, in Arte a Napoli dal 1920 al 1945. Gli anni difficili (catal., Napoli-Roma), a cura di M. Picone Petrusa, Napoli 2000, p. 335; Id., in Il patrimonio della Provincia di Napoli, Napoli 2001, ad nomen; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 191; A.M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori… moderni e contemporanei, II, p. 868; Diz. encicl. Bolaffi dei pittori… italiani, VI, pp. 87 s.