BAISTROCCHI, Alfredo
Nato a Rimini il 20 sett. 1875 da Achille e Elvira Santamaria, entrò nella marina percorrendone la carriera fino ai massimi gradi. Partecipò alla campagna d'Africa del 1895 e a quella di Cina del 1899, a bordo di unità della flotta; in Mar Rosso comandò la stazione navale italiana, facendosi ben valere nella difficile missione. Durante la guerra italo-turca (1911-1912) fu capo dell'ufficio Marina in Cirenaica, da dove fu inviato, quale comandante superiore navale, in Tripolitania. In tale funzione diresse personalmente le operazioni di sbarco a Misurata l'8 luglio 1912, coordinando nella delicata fase iniziale l'azione delle unità navali con quella delle forze d'attacco terrestri. Il comportamento del B. fu particolarmente abile, anche quando si dovettero tener presenti esigenze di carattere politico-diplomatico. Di queste sue qualità la marina si valse soprattutto durante la prima guerra mondiale, inviando il B. a rappresentarla alle conferenze navali interalleate di Taranto (ottobre 1916), di Londra (gennaio 1917) e di Corfù (maggio 1917). In quest'ultima conferenza, dedicata all'assillante problema del controllo e della difesa del traffico marittimo contro l'insidia dei sottomarini, fu approvato il progetto di Regolamento per la protezione dei traffici marittimi, presentato dalla delegazione italiana, studiato e redatto soprattutto dal Baistrocchi. Le proposte del B. ricevettero un caloroso riconoscimento dall'ammiraglio francese Froget, noto esperto in arte navale del tempo, il quale nel 1919 attribuiva ai principî preconizzati dal B., per la difesa della navigazione commerciale, non piccolo merito nella vittoria dell'Intesa, minacciata gravemente dai sommergibili. Sulle vicende della difesa dei traffici durante la prima guerra mondiale il B. stesso scrisse un volume: Un periodo della grande insidia (Tripoli 1920). Successivamente, quando si prospettarono le operazioni nella Somalia settentrionale, in seguito al decreto del 10 luglio 1925, allo scopo di procedere all'occupazione dei sultanati di Obbia e di Migiurtini, nonché dei territorio di Nogal, il B. prese parte con la sua nave "Taranto" alle operazioni del 1926 lungo la costa e contribuì efficacemente alla resa del sultano di Migiurtini.
Il B. svolse anche una rilevante attività didattica al servizio della marina. Allievo prediletto dell'ammiraglio Bettolo, fu da questo chiamato ad insegnare, a più riprese, presso l'Accademia navale di Livorno, e compilò ad uso dei giovani ufficiali due trattati sull'attrezzatura e sull'arte navale (Elementi di attrezzatura e manovra navale, Livorno 1907; Elementi di arte navale, ibid. 1921; 3 ediz., ibid. 1934, con prefaz. del grande ammiraglio Thaon di Revel), i quali furono tradotti in varie lingue e adottati nelle accademie e nelle scuole di marina della Spagna e dell'America meridionale.
Lasciata la marina nel 1928, con il grado di ammiraglio, il B. svolse una difficile missione nella Cina meridionale, per conto del ministero degli Affari Esteri, fino al 1930. Al suo ritorno, fu nominato consigliere di stato.
Il 1° luglio 1935 successe all'ammiraglio senatore G. Sechi nella presidenza del Registro italiano navale ed aeronautico.
Nel nuovo incarico il B. svolse una importante attività per valorizzare e migliorare il Registro italiano, propugnando in campo internazionale una conferenza tra i vari registri riconosciuti, allo scopo di raggiungere un accordo per assicurare alle regole della convenzione internazionale di Londra sul Bordo Libero del 5 luglio 1930 un'applícazione uniforme presso tutti gli stati. Nel maggio del 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale, un congresso riunì a Roma i delegati degli otto registri navali operanti nel mondo, i quali raggiunsero importanti intese preventive - che sarebbero state riprese dopo il conflitto - in relazione alla collaborazione tecnica internazionale per accrescere la sicurezza della vita umana in mare.
Sempre sotto la presidenza del B., in attuazione del decreto legge dei 24 nov. 1938, n. 1912, che istituiva il Registro aeronautico italiano, si operò la delicata operazione di ridimensionamento del precedente registro, che tornando ai suoi compiti originari, diventava Registro Italiano Navale: in pochi mesi la suddivisione dei due rami era operata, e quello relativo agli aeromobili era messo in grado di vivere autonomamente in relazione agli sviluppi dell'aviazione civile.
Il B., cessato dal suo ufficio con la guerra, morì a Roma il 19 nov. 1954.
Delle sue opere vanno anche ricordate: Un programma di pacificazione e di valorizzazione della Libia, Tripoli 1920; Per la pace dei nostri figli ricordiamoci della guerra, con prefazione del maresciallo Cadorna, Livorno 1922 (2 ediz., Napoli 1923); Per l'efficienza d'Italía, ibid. 1924.
Fonti e Bibl.: Ministero della Difesa-Marina, Archivio dell'Ufficio storico della Marina militare, cassetta 1334, fasc. 30; C. Manfroni, Guerra italo-turca. Cronistoria delle operazioni navali, II, Roma 1926, pp. 160 s.; Giornale d'Italia, 2 luglio 1935; Corriere della Sera, 2 luglio 1935; Il Registro Italiano, luglio 1935, p. 11; F. Leva, Storia delle campagne oceaniche della R. Marina italiana, II, Roma 1938, pp. 412-33; S. Salza, La Marina italiana nella grande guerra, Firenze 1939, V, pp. 11-30; G. Giacchero, Il Registro italiano navale, Genova 1961, pp. 150-60.