BACCARINI, Alfredo
Uomo politico, nato a Russi (Ravenna) il 6 agosto 1826, morto ivi il 3 ottobre 1890. Compiuti nella sua città natale gli studî letterarî, s'iscrisse nella facoltà matematica dell'università di Bologna. Nel 1848, fu tra quelli che partirono per Modena per liberare la città dal duca, e poi per Ferrara, per unirsi alle milizie volontarie, e da Ferrara per il Veneto col battaglione di volontarî della provincia di Ravenna. Combatté valorosamente a Vicenza e poi a Treviso. Caduta Venezia, tornò a Bologna a studiare, e, proclamata la repubblica romana, appartenne al comitato democratico degli studenti; poi, quando gli Austriaci invasero il territorio pontificio e la citta si armò per resistere, il B. riprese le armi, e, destinato al corpo degli ingegneri, fu alla difesa di Porta Galliera, guadagnandosi il grado di ufficiale. Restaurato il governo, gli fu interdetto di laurearsi; dovette cercare impiego negli uffici tecnici locali, e poi, conseguiti i gradi accademici, fu ingegnere del comune a Ravenna. Nel 1859 il Farini lo chiamò nel Ministero dei lavori pubblici, e più tardi lo Iacini lo ammise nella Commissione per la ferrovia delle Alpi elvetiche. Il ministro De Vincenzi conobbe il valore del B., e lo nominò direttore generale delle opere idrauliche, dove diede saggi della sua dottrina, specie con il libro Le acque e le trasformazioni idrauliche in Italia (Roma 1872). Nel 1875, il Depretis lo destinò, come tecnico, presso Garibaldi che voleva regolare il Tevere urbano e bonificare l'Agro romano. Nel 1876 fu eletto deputato al parlamento (collegio di Ravenna) e si fece notare per valore ed eloquenza. Costituito il primo ministero di sinistra, fu sottosegretario col ministro Zanardelli ai Lavori pubblici; e nel 1878 fu ministro nel gabinetto Cairoli. Tornato nel 1879 col ministro Cairoli e poi nel ministero Depretis-Cairoli, continuò a dare opera alle riforme tecniche e legislative, fra le quali le leggi sulle bonifiche, sulle opere idrauliche, ecc. Con l'avvento del trasformismo, il B. si ritirò dal ministero; e fu con Crispi e Zanardelli dei capi della cosiddetta pentarchia. Prese tuttavia parte notevole nelle discussioni parlamentari con discorsi tecnici, densi d'idee, chiari, precisi. Carattere forte, austero, oratore mirabile, preciso, sicuro, liberale, di caldo italiano sentimento, modesto di espressioni, curatore assiduo dei bisogni del popolo che lavora, assertore di uno stato forte. Così iniziò la legislazione sociale, ed espose, in tema di pressione tributaria, la formula ardita: "Minimo dalla mercede sudata e massimo dalla ricchezza speculata", che ebbe molte critiche, e in Vilfredo Pareto un fervido e competente difensore.
Oltre alle opere già citate ricordiamo: Le costruzioni ferroviarie, Firenze 1886; Le convenzioni ferroviarie, Roma 1886; Le opere pubbliche in Italia, Roma 1878; Sulla direttissima Roma-Napoli, Firenze 1887; Discorsi politici (1876-1890), a cura di L. Rava, Bologna 1907; B. Cairoli (commemorazione), Pavia 1890.
Bibl.: B. E. Maineri, A. B., Roma 1878; C. Bonis, Il min. B., Roma 1878; E. Piecione, A. B. ed i partiti parlamentari in Italia, Roma 1891.