WEGENER, Alfred
Geofisico, nato a Berlino il 1° novembre 1880, morto nel 1930 in Groenlandia (la salma fu rinvenuta nel maggio 1931). S'iniziò alle discipline astronomiche nelle università di Heidelberg, Innsbruck e Berlino; presso quest'ultima si laureò nel 1905. Fu assistente all'Osservatorio aereo di Lindenberg; quindi partecipò - dal 1906 al 1908 - come meteorologo, a una spedizione danese in Groenlandia. Al ritorno conseguì la libera docenza in astronomia e meteorologia ed elaborò la sua Termodinamica dell'atmosfera (Lipsia 1911). È del 1912 il lavoro: Die Entstehung der Kontinente (in Petermanns Mitt., 1912). in cui espose l'ardita sintesi geotettonica cui è specialmente legato il suo nome. Nell'estate 1913 compì - con una spedizione - la traversata della Groenlandia. Più tardi, nel 1915, sviluppò ulteriormente la sua teoria pubblicando il lavoro fondamentale: Die Entstehung der Kontinente und Ozeane (4ª ed., Brunswick 1929), che suscitò vivissimo interesse tra gli studiosi. Chiamato, nel 1918, a dirigere la sezione meteorologica della "Deutsche Seewarte" di Amburgo, fu, in breve, nominato professore straordinario in quell'università. Nel 1924 assunse (come ordinario) la cattedra di geofisica e meteorologia all'università di Graz. Qui, nel 1929, progettò il suo terzo viaggio in Groenlandia (fatale per lui) che iniziò, dopo una breve spedizione preliminare, nella primavera 1930.
Oltre alle opere citate scrisse: Die Theorie der Kontinentalverschiebungen, in Zeitschr. Ges. f. Erdk., 1921; Die geophysikalischen Grundlagen der Kontinentverschiebung, in Scientia, 1927. In tutte queste opere il W., basandosi sulla similitudine fra i contorni costieri delle masse continentali (specie tra quelli orientali dell'America Meridionale e quelli occidentali africani), ammette l'esistenza, nel Carbonico, di un'unica Pangea essenzialmente granitica (Sial), galleggiante su un più denso involucro basaltico (Sima), dallo smembramento della quale, in tempi successivi - per azione di forze dipendenti dalla rotazione terrestre - si sarebbero formati blocchi minori, assoggettati a un movimento orizzontale (deriva dei continenti), secondo due componenti - di cui una diretta a S. e l'altra a O. - che avrebbe determinato la loro posizione attuale. I formidabili attriti e le resistenze incontrate nelle traslazioni, avrebbero originato i grandiosi corrugamenti frontali o interni delle zolle continentali, mentre i fenomeni vulcanici corrisponderebbero all'espulsione di masse simiche inglobate entro l'involucro sialico. Lo spostamento dei poli terrestri, poi, conseguente alle variazioni d'equilibrio degli emisferi, rispetto al piano equatoriale, avrebbe determinato le condizioni geografiche, climatiche, biologiche e stratigrafiche caratteristiche delle epoche geologiche trascorse e di quella attuale.
Bibl.: M. Gortani, A. W., in Boll. R. Soc. Geogr., 1931; W. Köppen, A. W., in Petermanns Georgr. Mitt., 1931; De Marchi, Commemorazione di A. W., in Rendiconti Acc. Lincei, 1931.